B-cult, Waxwork

Oggi per la rubrica dedicata ai film da riscoprire ripeschiamo Waxwork, horror del 1988 che miscela sapientemente suggestioni gotiche, effetti speciali di buona fattura e atmosfere dark-comedy.

Alla regia troviamo un veterano da B-movies, quell’Anthony Hickox che ha diretto la terza e ultima puntata cinematografica della serie Hellraiser e confezionato l’intrigante Warlock-L’angelo dell’Apocalisse, Hickox prova a ripescare alcune reminiscenze del classico La maschera di cera con Vincent Price, per miscelarle in un frullatone camp con i Freaks di Browning e i classici monster-movies della Universal.

La storia ci racconta di un gruppo di studenti di una piccola cittadina invitati all’inaugrazione di un museo delle cere, una nottata indimenticabile per il gruppetto di giovinastri che si troveranno catapultati in un lungo incubo horror in cui i mostri creati da cinema e letteratura prenderanno letteralmente vita.

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B-cult, Poliziotto sprint

Oggi per i B-cult ripeschiamo un classico action-poliziottesco del 1977, Poliziotto sprint con il compianto Maurizio Merli nei panni di un asso del volante della squadra Mobile della polizia di Roma.

Il film diretto da Stelvio Massi, che tornerà successivamente a dirigere Merli anche ne Il commissario di ferro e Un poliziotto scomodo, si discosta dal classico poliziesco all’italiana per l’uso massiccio di rocamboleschi inseguimenti e scene di stunt che hanno fatto diventare questo film un cult anche tra gli amanti delle automobili d’epoca.

La storia non sfugge però ad elementi tipici del genere, c’è il canonico poliziotto dai modi spicci che in questo caso utilizza un sin troppo ostentato talento per la guida per catturare criminali non mancando occasione di trasformare le strade della Capitale in una pista da corsa.

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B-cult, Morte a 33 giri

Oggi rispolveriamo la mise metallara anni’80 e qualche vinile da battaglia per parlarvi di Morte a 33 giri, piccolo e ironico metal-horror che a distanza di anni ci permette di rivevere in salsa gore un periodo di grande visibilità per la musica heavy metal e che l’attore e regista Charles Martin Smith portò su grande schermo nel lontano 1986.

Smith, che ricordiamo appare nel classico di Lucas American Graffiti e nello Starman di Carpenter, anticipa alcune suggestioni esoterico-rockettare che ritroveremo anche nell’horror dell’anno successivo Non aprite quel cancello, raccontandoci di un adolescente problematico appassionato di Metal che evoca una luciferina rockstar che lo istruirà su come vendicarsi dei bulli che quotidianamente lo umiliano.

Naturalmente il contatto con l’aldilà avverrà attraverso il classico disco suonato al contrario, uno dei numerosi stereotipi che lo script mette in luce e che accompagnano da sempre non solo chi suona il metal, ma anche chi lo ascolta.

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I bruttissimi, Vampires 3

Oggi spazio film da evitare dedicato all’horror di Marty Weiss Vampires 3 aka Vampires: The turning, sequel del Vampires di John Carpenter e del direct-to-video Il cacciatore delle tenebre (Vampires: Los muertos) del regista di Ammazzavampiri 2 e Halloween 3 Tommy Lee Wallace.

Vampires 3-Il tempio del sangue sposta la location dagli States alla Thailandia, taglia qualsiasi connessione con i due precedenti capitoli e ci racconta di una coppia di ragazzi che finisce nel bel mezzo di uno scontro secolare tra due tribù di vampiri, provando a propinarci uno sbiadito vampire-movie in salsa action-orientale che fa rimpiangere le eccentriche prodezze del wuxiapian-horror anni ’70 La leggenda dei 7 vampiri d’oro.

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B-cult, Il codice del silenzio

Oggi per i film da riscoprire rispolveriamo un Chuck Norris d’annata in uno dei suoi film più riusciti, in cui il granitico atleta/attore sfoggia il suo lato migliore da aspirante Clint Eastwood.

Stiamo parlando dell’action-poliziesco Il codice del silenzio, in cui il karateka più famoso del grande schermo impersona un rude poliziotto che si ritrova nel bel mezzo di un sanguinoso conflitto tra bande rivali che si contendono una grossa partita di droga e il territorio seminando cadaveri e corruzione, ma in un rutilante finale mr. Norris riporterà l’equilibrio nella Forza a suon di pugni, calcioni e pistolettate.

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B-cult, My little eye

Oggi per i film da riscoprire vi proponiamo il thriller-horror inglese My little eye, che ci ripropone in chiave ansiogena i meccanismi da reality show del famigerato Grande fratello, che ritroveremo rielaborati successivamente sia nell’horror Hostel di Eli Roth, che più recentemente in formato televisivo per il serial Persons Unknown.

Cinque concorrenti in una casa isolata, spiati da una moltitudine di telecamere che mandano il loro tran tran quotidiano in rete, il premio è ghiotto, un milione di dollari a chi resisterà sei mesi senza abbandonare il gioco. Superati indenni quasi tutto lo show, durante gli ultimi giorni di permanenza l’onnisciente Grande fratello comincia ad usare la paura per convincere i ragazzi a lasciare la casa, fino al cruento e inaspettato gran finale dove la nomination è definitiva.

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B-cult, Fracchia la belva umana


Oggi spazio B-cult dedicato ancora alla sessantasettesima Mostra del Cinema di Venezia che quest’anno con la retrospettiva La situazione comica ha dedicato finalmente il giusto spazio alla comedy anni ’80, mettendo in cartellone anche lo spassoso Fracchia la belva umana che vede l’accoppiata vincente della serie Fantozzi Paolo Villaggio/Neri Parenti portare sullo schermo uno dei personaggi tv più noti dell’attore genovese.

Il film di Parenti gioca sulle reminiscenze fantozziane di Giandomenico Fracchia, un mite ed imbranatissimo impiegato che per sua sfortuna si scopre sosia di un feroce criminale latitante conosciuto come la Belva umana, naturalmente la commedia degli equivoci, ingrediente base per un secolo di cinema comico, la fa da padrone, il resto è un Villaggio in gran forma supportato un memorabile Lino Banfi e un paio di guest in prestito dalla saga fantozziana, Gigi Reder negli inconsueti panni della madre sicula della Belva umana e Anna Mazzamauro che ripesca la sua signorina Silvani, sogno proibito del protagonista.

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B-cult, Vacanze di Natale

Oggi speciale B-cult in occasione della retrospettiva La situazione comica che quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia omaggerà la comicità made in italy per troppi anni considerata di serie B, con attori che hanno portato al cinema milioni di spettatori e dei cui frutti ancora oggi godono molti degli odierni cinepanettoni, sempre piu scadenti e poco rispettosi di un passato prossimo ricco di caratteristi e gag formato famiglia.

Quindi oggi ci occupiamo di uno dei film in cartellone al Lido, quel Vacanze di Natale che nel 1983 sulla scia del successo dei due Sapore di mare, portò i fratelli Vanzina a traslocare il formato vacanziero tra le nevi dell’esclusiva Cortina mantenendo intatto il racconto corale, abbandonando però le nostalgie da ombrellone per raccontare l’Italia dei nuovi ricchi.

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B-cult, Once Were Warriors-Una volta erano guerrieri

Oggi per i film da riscoprire vi segnaliamo un vero gioiello della filmografia neozelandese, trattasi del dramma Once Were Warriors-Un volta erano guerrieri del regista Lee Tamahori.

Tamahori ci racconta il quotidiano di una famiglia dei sobborghi di Auckland che subisce la violenza e la frustrazione di un padre e marito dedito all’alcool, totalmente incapace di comunicare se non tramite il pestaggio reiterato della consorte, una donna forte ed orgogliosa discendente di una tribù Maori e alla disperata ricerca di una via d’uscita per lei e i suoi figli.

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B-cult, Il ristorante all’angolo

Oggi per i B-movies rispolveriamo una divertente horror-comedy datata 1987, si tratta di Il ristorante all’angolo aka Blood Diner un remake/omaggio non ufficiale del classico anni ’60 Blood Feast di Herschell Gordon Lewis, se non si disdegna lo splatter demenziale questo film potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa.

Naturalmente alla larga critici parrucconi e amanti dell’horror classico privo di humour, qui la demezialità è di casa e scenografia ed effetti speciali sono volutamente ipercolorati e fumettosi come lo script e cast ricchi di eccessi caricaturali.

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B-cult, Altri uomini

Oggi nella rubrica dedicata al cinema di genere e ai film che vale la pena di riscoprire tralasciamo i grandi B-movie di sempre per ospitare il crime tutto italiano Altri uomini, diretto negli anni ’90 dal regista e produttore Claudio Bonivento e che vedeva al fianco del protagonista Claudio Amendola un corposo cast di caratteristi poi passati in pianta stabile alla fiction, vedi Tony Sperandeo e Ricky Memphis, imitati poi dallo stesso Amendola in questo film davvero efficace e anni prima dell’involuzione catodica da Cesaroni.

Prima che Michele Placido raccontando le gesta della famigerata Banda della Magliana con il suo Romanzo criminale riportasse in auge il crime made in italy, Bonivento nel 1997 adatta per il grande schermo il libro Io, il Tebano scritto a quattro mani da Antonio Carlucci e Paolo Rossetti che racconta le gesta criminali di Angelo Epaminonda detto il Tebano, boss siciliano e primo pentito italiano che tra gli anni ’70 e ’80 si fece un nome nella malavita milanese.

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B-cult, In compagnia dei lupi

Oggi B-cult d’annata con la fiaba dark datata 1984 In compagnia dei lupi del regista inglese Neil Jordan, viaggio onirico attraverso la sessualità adolescenziale virata al femminile e filtrata attraverso gli stilemi del racconto gotico e il mito della licantropia con l’aggiunta di suggestioni  in chiave horror dalla fiaba di Perrault Cappuccetto Rosso.

Il racconto esordisce con una ragazza intenta ad ascoltare i racconti/ammonimenti di sua nonna che attraverso alcune storie cerca di trasmettere alla nipote, reduce dalla tragica e violenta perdita della sorella sbranata da un branco di lupi, lezioni di vita per sopravvivere al lupo celato in diverse e insospettabili vesti, tutte egualmente insidiose.

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B-cult, Battle Royale

Oggi per i B-cult vi segnaliamo Battle Royale, intrigante quanto inquietante mix di fantascienza, thriller e azione made in Japan condito con corpose dosi di violenza e gore.

All’alba del nuovo millennio la nazione collassa. con la dissocupazione al quindici per cento, dieci milioni di cittadini rimangono senza lavoro e 800.000 studenti boicottano le scuole. Gli adulti persa la fiducia e temendo i giovani, varano il Millennium Educational Reform Act, meglio noto come legge BR …

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B-cult, Evil Dead 2-Dead by Dawn

Oggi per la rubrica dedicata ai B-movies parliamo di un altro cult. il sequel-remake Evil Dead 2. Sam Raimi dopo l’anarcoide follia formato splatter del suo esordio in Evil Dead pellicola giunta in Italia con il titolo de La casa, approda al suo primo horror ad alto budget, prodotto da Dino De Laurentiis.

Raimi nonostante venga costretto a rendere le sue truculente visioni adatte ad una platea più vasta e ad addomesticare demoni e deformità lovecraftiane, riesce comunque nell’intento di trasformare il film in una sorta di rutilante baraccone da Luna Park all’insegna del gore, carico di black-humour e con un Bruce Campbell pronto con il suo Ash ad entrare di diritto nelle icone del cinema horror.

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