B-cult, Waxwork

Oggi per la rubrica dedicata ai film da riscoprire ripeschiamo Waxwork, horror del 1988 che miscela sapientemente suggestioni gotiche, effetti speciali di buona fattura e atmosfere dark-comedy.

Alla regia troviamo un veterano da B-movies, quell’Anthony Hickox che ha diretto la terza e ultima puntata cinematografica della serie Hellraiser e confezionato l’intrigante Warlock-L’angelo dell’Apocalisse, Hickox prova a ripescare alcune reminiscenze del classico La maschera di cera con Vincent Price, per miscelarle in un frullatone camp con i Freaks di Browning e i classici monster-movies della Universal.

La storia ci racconta di un gruppo di studenti di una piccola cittadina invitati all’inaugrazione di un museo delle cere, una nottata indimenticabile per il gruppetto di giovinastri che si troveranno catapultati in un lungo incubo horror in cui i mostri creati da cinema e letteratura prenderanno letteralmente vita.

Waxwork grazie ad un fumettoso make-up riesce a divertire allestendo un vero e proprio tunnel degli orrori, che se perde in coerenza narrativa a causa di un susseguirsi di sequenze gore collegate solo da un saltellare da un diorama horror all’altro, cattura l’attenzione con efficaci atmosfere gotiche che hanno fatto la fortuna di tanto B-horror in bianco e nero e regalato creature in celluloide che sono entrate di diritto nell’immaginario cinematografico.

Nel cast segnaliamo Zach Galligan protagonista del Gremlins di Joe Dante, John Rhys-Davies, il nano Gimli della saga Il signore degli anelli qui in versione licantropo e Patrick MacNee star della serie britannica anni ’60 Avengers-Agente speciale. Il film avrà anche un sequel diretto ancora da Hickox, Waxwork 2-Persi nel tempo.

Da rivalutare perchè: Waxwork ha un look da Racconti della cripta e sfoggia un’atmosfera anni ’80 davvero impareggiabile e visto che avviciniamo ad Halloween sembra materiale ideale da nostalgica maratona horror.