I dieci comandamenti, recensione

L’incipit ci racconta di ebrei schiavizzati dagli egiziani in nome del tirannico faraone Ramesse I (Ian Keith) che teme per il suo regno dopo nefasti presagi che parlano di un uomo che porterà l’Egitto verso la distruzione e che scelto da Dio libererà gli schiavi ebrei dalle catene.

Ramesse I non volendo sterminare tutti i suoi preziosi schiavi. farà si che ogni neonato potenziale minaccia per il suo trono venga soppresso, ma uno sopravvivrà al massacro, è il figlio della schiava Yochebed (Martha Scott) che viene affidato alle acque del Nilo e alla protezione di Dio.

Il neonato viene tratto in salvo proprio dalla figlia di Ramesse I che sterile vedrà il ritrovamento del neonato come un segno divino e nonostante la ritrosia della sua schiava a cui ordina di mantenere il segreto, decide di tenere con sè il piccolo chiamandolo Mosè.

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B-cult, Waxwork

Oggi per la rubrica dedicata ai film da riscoprire ripeschiamo Waxwork, horror del 1988 che miscela sapientemente suggestioni gotiche, effetti speciali di buona fattura e atmosfere dark-comedy.

Alla regia troviamo un veterano da B-movies, quell’Anthony Hickox che ha diretto la terza e ultima puntata cinematografica della serie Hellraiser e confezionato l’intrigante Warlock-L’angelo dell’Apocalisse, Hickox prova a ripescare alcune reminiscenze del classico La maschera di cera con Vincent Price, per miscelarle in un frullatone camp con i Freaks di Browning e i classici monster-movies della Universal.

La storia ci racconta di un gruppo di studenti di una piccola cittadina invitati all’inaugrazione di un museo delle cere, una nottata indimenticabile per il gruppetto di giovinastri che si troveranno catapultati in un lungo incubo horror in cui i mostri creati da cinema e letteratura prenderanno letteralmente vita.

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B-cult, Sbirri oltre la vita

Dead_Heat_1988_poster (300 x 423)Oggi per i film da riscoprire peschiamo nello scaffale dei memorabilia anni ’80 per segnalarvi Sbirri oltre la vita, spassoso ibrido horror che miscela con una corposa dose di cattivo gusto, altrimenti che B-horror sarebbe, action, comedy, poliziesco e zombie-movie.

I detective Roger Mortis (notare l’assonanza con rigor mortis) e Doug Bigelow si ritrovano nel bel mezzo di una sparatoria con dei criminali-zombie immuni alle pallottole. I due poliziotti dopo un’accurata autopsia dei criminali in questione scopriranno che un’azienda farmaceutica ha creato un macchinario che zombifica i cadaveri, ma una volta giunti sul posto per indagare verranno assaliti da un cadavere ambulante che ucciderà Mortis.

A Bigelow non resterà che rianimare il suo partner con l’ausilio del misterioso macchinario e proseguire insieme a lui le indagini che si dovranno concludere entro poche ore, perchè per Mortis la decomposizione incombe.

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B-cult,L’esperimento del dottor K

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Oggi per i B-cult vi proponiamo L’esperimento del dottor K, un piccolo gioiello ann’50 che miscela sci-fi, horror e un pizzico di beast-movie, in un intrigante e suggestivo mix che ancora oggi, nonostante gli anni e qualche piccola ingenuità regala ancora qualche delizioso brivido d’epoca.

Memorabile la testa insettoide dello scienziato Andrè Delambre/David Hadison in procinto di scoprire i segreti, e gli agghiaccianti effetti collaterali del teletrasporto, mito tecnologico che qualche anno dopo farà la sua comparsa anche nel serial cult Star Trek.

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Io sono leggenda, recensione

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2012, in una desolata New York City immersa in uno scenario post-apocalittico e invasa da animali selvaggi, si aggira lo scienziato Robert Neville (Will Smith), unico essere umano sopravvissuto ad una devastante epidemia che ha sterminato la popolazione, epidemia nata da una fallimentare cura per il cancro basata sulla manipolazione del virus del morbillo.

Neville e la fauna selvatica non sono però i soli superstiti al disastro biologico, perchè i pochi esseri umani sopravvissuti si sono trasformati una sorta di zombie con un’avversione per la luce, che li costringe ad uscire all’esterno solo al crepuscolo, momento in cui Neville si barrica in una sorta di casa-bunker dove continua le sue sperimentazioni alla ricerca di un vaccino.

Unica compagnia per Neville un fedele pastore tedesco che lo accompagna nelle quotidiane escursioni diurne, questa è la routine quotidiana dello scienziato, almeno sino a quando scoprirà di non essere il solo essere umano sopravvissuto all’infezione.

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Action figures, Edward mani di forbice

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Esploriamo ancora le suggestioni dark del geniale Tim Burton attraverso il suggestivo mondo delle action figures, nel 1990 il regista americano raggiunge forse il culmine della sua poetica all’insegna del gotico omaggiando al contempo uno dei suoi personaggi preferiti, la creatura di Frankenstein, e il suo idolo dell’infanzia, nonchè ispiratore dei suoi poetici esordi in bianco e nero, il grande Vincent Price.

A vestire i panni della nuova creatura di Burton Johnny Depp, l’attore feticcio del regista veste i panni dell’ingenuo Edward dotato di acuminate lame al posto delle mani, mentre a Vincent Price spetta il ruolo di creatore/padre di Edward che muore prima di poter completare la sua creazione.

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B-cult, Il mostro della laguna nera

black-lagoon-creatureMentre si susseguono le notizie su un remake del classico Il mostro della laguna nera, un cult del genere horror con contaminazioni sci-fi, noi vi presentiamo per i B-cult l’originale del 1954 girato in formato 3D e diretto da Jack Arnold.

Una spedizione scientifica in Amazzonia esplorando una laguna rimasta incontaminata per secoli, si imbatte in una creatura mostruosa, una sorta di ibrido metà uomo e metà pesce, la scoperta sensazionale porterà il gruppo di ricercatori a confrontarsi prima, e a cercare di catturare poi. il mostruoso uomo-pesce.

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Vincent: vita da freak

La mitologia burtoniana si dipana in questi sei minuti scarsi, da non perdere, perchè questo Vincent, cortometraggio di Tim Burton datato 1982 contiene in se tutta l’essenza dark e goticheggiante di questo tenebroso Peter pan.

Già dalle prime immagini si intuisce che la tecnica usata, lo Stop motion,o animazione a passo uno, tecnica ormai obsoleta, ma carica di suggestioni e fascino che ha in  Ray Harryhausen e in capolavori come King Kong (1933) o Il risveglio del dinosauro (1953) il picco di qualità tecnica e artistica , riesce a trasmettere quell’atmosfera da romanzo gotico che una tecnica d’animazione più tradizionale non riuscirebbe a fare. e cosa più importante, nella versione originale è lo stesso Vincent Price, la voce narrante.

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