Io sono leggenda, recensione

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2012, in una desolata New York City immersa in uno scenario post-apocalittico e invasa da animali selvaggi, si aggira lo scienziato Robert Neville (Will Smith), unico essere umano sopravvissuto ad una devastante epidemia che ha sterminato la popolazione, epidemia nata da una fallimentare cura per il cancro basata sulla manipolazione del virus del morbillo.

Neville e la fauna selvatica non sono però i soli superstiti al disastro biologico, perchè i pochi esseri umani sopravvissuti si sono trasformati una sorta di zombie con un’avversione per la luce, che li costringe ad uscire all’esterno solo al crepuscolo, momento in cui Neville si barrica in una sorta di casa-bunker dove continua le sue sperimentazioni alla ricerca di un vaccino.

Unica compagnia per Neville un fedele pastore tedesco che lo accompagna nelle quotidiane escursioni diurne, questa è la routine quotidiana dello scienziato, almeno sino a quando scoprirà di non essere il solo essere umano sopravvissuto all’infezione.

Io sono leggenda è la terza trasposizione ufficiale, se non contiamo Romero con La notte dei morti viventi, di un classico della letteratura sci-fi di Richard Matheson, il primo adattamento, L’ultimo uomo sulla Terra con Vincent Price, è il piu fedele al romanzo originale, il soggetto è curato dello stesso Matheson, i contagiati sono  vampiri e il film, prodotto dalla Hammer, ha una forte connotazione horror.

Il secondo adattamento, 1975- Occhi bianchi sul pianeta Terra di Boris Sagal,  punta sulla fantascienza post-apocalittica e segue la scia di classici come Il pianeta delle scimmie, cult con cui condivide oltre all’impronta visiva, anche il protagonista Charlton Heston.

Io sono leggenda cancella i vampiri dell’originale trasformandoli in zombi e omaggiando Romero, miscela i due adattamenti precedenti unendo horror e fantascienza, vi aggiunge una forte connotazione action scegliendo un protagonista efficace che in questao caso, praticamente in solitaria per buona parte del film, ci regala una performance davvero convincente.

Il neo di tutta l’operazione, che si può comunque definire riuscita, è l’utilizzo massiccio di CGI, con gli zombi/infetti realizzati in toto in computer animation, scelta che se nelle sequenze meno complesse e calate nella semi-oscurità risulta efficace, quando si pone al centro di scene piuttosto complesse e dinamiche mette in mostra tutta la sua debolezza.

L’errore alla base della scelta del regista Francis Lawrence è nel voler bissare l’ottima riuscita visiva del suo Costantine non calcolando l’impronta realistica della messinscena, donando così un eccesso di realismo a sequenze e fotografia, e cercando poi di miscelarvi degli zombi dallo stridente look fumettoso, ottenendo un fastidioso effetto posticcio, anche se durante la visione l’occhio riuscirà comunque a compensare questo vistoso scollamento visivo.

Premesso ciò Io sono leggenda si dimostra un dignitoso adattamento del romanzo originale, non sfigura di fronte ai suoi illustri predecessori, e per questo nonostante qualche sbavatura, il film riuscirà comunque a coinvolgere grazie ad un carismatico e credibile protagonista, ed un finale non troppo accomodante.