Hatchet, la maschera di Victor Crowley

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Oggi vi proponiamo un gadget molto particolare ed esclusivo dedicato a chi come noi ha amato il delirante splatterone di Adam Green Hatchet, Green mette in scena un luna park degli orrori omaggiando lo splatter anni’80 e serial killer d’annata come lo Jason Voorhees della saga slasher Venerdì 13.

Ecco quindi la maschera del deforme protagonista Victor Crowley, attenzione non si parla della classica riproduzione di media o bassa qualità, ma della fedele riproduzione della versione originale curata da Robert Pendergraft, esperto make-up artist che ha curato molti horror indipendenti e creato il look del terrificante demone alato di Jeepers Creepers-Il canto del diavolo.

Dopo il salto oltre ad un video potrete vedere in una galleria fotografica la maschera ufficiale nei particolari, vi ricordiamo che sono due i modelli disponibili, quello classico e quello deluxe che comprende una copertura sino al petto. Buon proseguimento.

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Hatchet, recensione

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Louisiana, downtown di New Orleans nel bel mezzo dei festeggiamenti per il carnevale, Ben, Marcus e alcuni amici hanno deciso di darsi alla pazza gioia, ma Ben appena mollato dalla sua fidanzata non sembra in vena e abbandona il gruppo, con l’intenzione di partecipare ad un tour notturno che esplora i luoghi più misteriosi ed inquietanti della vicina palude.

Marcus controvoglia decide di non lasciare l’amico da solo ad autocommiserarsi e si unisce a lui, così dopo aver ricevuto indicazioni da uno strano tipo trovano un piccolo negozio dove si uniranno ad altri sei turisti, una bella e taciturna ragazza, una coppia di attempati coniugi in vacanza ed un sedicente regista di film hard con videocamera e coppia di porno-attrici al seguito.

Il gruppo guidato da Shawn, che sembra aver ben poca dimistichezza con il mestiere di guida turistica, raggiunge in bus la palude per poi calata la notte salire sull’imbarcazione che comincerà il suo giro ignorando i divieti che hanno reso quel tratto di palude non transitabile.

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Recensione: Venerdì 13

Crystal lake è un campeggio che ha nel suo passato una tragica storia di efferati omicidi  e follia, lì un giovane ragazzo, Jason Voohrees viene lasciato affogare da alcuni sbadati e incompetenti animatori che impegnati a far altro non si accorgono del ragazzino in difficoltà.

La tragica conseguenza di quei fatti fu che anni dopo il fattaccio la madre di Jason, Pamela, scioccata dall’accaduto comincia a massacrare tutti i giovani animatori del campeggio in cerca di vendetta, per poi venire decapitata da una ragazza nel tentativo di difendersi dalla furia omicida della donna.

Jason che in realtà non era morto, decide che la madre dev’essere vendicata e armatosi di machete e indossato un sacco di tela a coprire il suo viso deforme, inizia una incredibile  sequela di omicidi spinto dalla voce della madre defunta di cui custodisce gelosamente la testa mummificata.

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Action figures: Jason è tornato!

Direttamente da Cristal Lake ecco il nuovo Jason Voorhees, con un look aggiornatissimo come lo possiamo ammirare nel nuovo Venerdì 13 del regista Marcus Nispel. Questo Jason da remake ha diverse versioni, quella della foto è alta 30 cm., mentre ne esiste una versione XL da ben 50 cm. con testa intercambiabile con al posto della classica maschera da hockey, il sacco di tela indossato dal deforme Jason nel secondo episodio della serie e in questo nuovo remake.

Per la serie Venerdì 13 il merchandise è impressionante, esistono maschere in lattice di varie fogge, riproduzioni del machete e costumi interi con annesse armi ed accessori vari, poster 3D che riproducono le locandine originali,  nonchè una serie di statue veramente strepitose , tra cui alcune alte più di 50 cm, con abiti in tessuto e pesanti oltre 5 kg.

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Jason Voorhees & soci: professione Boogeyman

Certo che fare il Boogeyman è un mestieraccio, nottatacce insonni a sbirciare da piccoli armadi a muro o infilati sotto lettini angusti, impegnati a far scricchiolare il pavimento o a mostrare  un fugace squardo o solo uno spicchio d’ombra, così da poter far urlare il pargolo o la ragazza di turno con relativo accorrere dei genitori.

E poi quando vorremmo saltar fuori brandendo il nostro coltellaccio d’ordinanza ben affilato, e sfoggiare tutto il repertorio di mostruose espressioni e grugniti preparate con cura per tutta la giornata, dobbiamo per contratto sparire dal nostro amato ed oscuro nascondiglio, così che i genitori di turno possano tranquillizzare la prole mostrandogli che l’uomo nero non esiste, che non c’e nessuno nell’armadio, che nessuno è in attesa sotto il letto pronto, non appena la notte cala e luci si spengono, a strisciare fuori per divorare piccoli e teneri marmocchi o affettare con dovizia giovani e urlanti teenager.

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