Licantropia evolution: unico indizio la luna piena…

La fame, è sempre più forte, ti divora da dentro, l’avverti prepotente, non puoi ignorarla, ma quando l’hai placata, quando il fuoco che brucia sotto la  pelle si è attenuato, si torna alla realtà, e ti ritrovi chissà dove,  nudo, sporco e infreddolito, sempre ricoperto di sangue, e quando ti va bene hai solo qualche vago e confuso ricordo della caccia e della nottata appena passata, e una volta superata la sbornia sovrannaturale che ti ha ottenebrato i sensi, si ritorna tra i comuni mortali, si, ma solo fino alla prossima luna piena, e ti accorgi di essere maledettamente eccitato e terrorizzato allo stesso tempo, al solo pensiero di un’altra lunga e selvaggia nottata di caccia…

Questa è, più o meno,  la situazione tipica in cui il malcapitato di turno, a causa di una maledizione come ne L’uomo lupo (1941), o infettato da un morso, come nell’ironico Un lupo mannaro americano a Londra (1981), si trova a dover affrontare ogni volta che i nefasti influssi della luna piena ne stravolgono istinto e  sembianze.

Il licantropo come il vampiro è figura partorita da leggende folkloristiche, che cinematograficamente ha sicuramente avuto minor fortuna dell’affascinante e più longevo Conte Dracula, di solito chi subisce l’animalesca mutazione, non è conscio delle sue azioni, perche la mutazione sopisce l’essere umano a favore dll’istinto puro e sfrenato, quindi il fascino dello spettatore verso questa creatura cinematografica si tramuta ben presto, da iniziale attrazione per l’assoluta mancanza di freni inibitori, in paura, e terrore inconscio di perdere il controllo delle proprie azioni.

Lon Chaney Jr. subiva la mutazione, perchè maledetto, invece nel singolare Il Bacio della pantera (1942/1982), rilettura in chiave felina del mito, la stirpe che possedeva questo dono era figlia di tradizioni e venerazione, quasi di natura divina, ma nella famiglia c’è sempre l’eccezione,  colui che non accetta il dono commisurandolo ad una malattia da debellare o un cancro da estirpare ed egli sarà causa scatenante della repentina ed improvvisa estinzione della razza.

La condanna, è questo il tema ricorrente in quasi tutta la filmografia che riguarda i cosiddetti Lupi mannari, la punizione per aver provocato il sovrannaturale o averlo sfidato, ed il cinema degli anni ’80 non cambia direzione, attualizzando si il licantropo, ma non stravolgendone i canoni classici, trasformandolo in predatore urbano e feroce serial killer, si formano  così gruppi, comunità che stabiliscono e delimitano il loro territorio,  ed utilizzano il dono per avvicinarsi alla loro natura più profonda, si nutrono di vittime selezionate ed attirate ad arte nel loro territorio, come la comunità di licantropi de L’ululato (1980) di Joe Dante.

Esiste anche una tipologia meno vittimista di licantropi, quelli consapevoli, quelli che utilizzano il dono per scopi personali, che addomesticano la bestia per utilizzarne il potere, come Jack Nickolson in Wolf: la belva è fuori (1994), che dopo un naturale e lento adattamento fa della sua anomala condizione virtù, tornando ad un vigore che gli permette di consolidare il suo status dominante nella società in cui vive, cosi come avviene nel regno animale.

La licantropia come specchio dei problemi adolescenziali, la mutazione come riflesso distorto della maturazione e dello sviluppo della propria sessualità, così la licantropia assume le vesti di un adolescente frustrato che cerca riscatto e lo trova  attraverso l’uso delle nuove capacità che inaspettate gli cambiano la vita, questo accade in Voglia di vincere (1985) oppure fuga dalla dimensione adulta, paura di abbandonare la rassicurante infanzia, della coppia di sorelle della trilogia Licantropia.

I licantropi del nuovo millenio sono comunque vittime di se stessi, ma hanno radici e tradizioni secolari alle loro spalle e combattono guerre sante per il predominio della razza come i Lycan della serie Underworld, cercano di esorcizzare il male che li domina aiutando, come accade in Van Helsing  (2004) il bene a prevalere sull’oscurità, si aggirano cercando una compagna, unico rimedio all’insostenibile solitudine, come in Cursed: il maleficio (2005), o si raccontano, attraverso le gesta di un omicida precursore dei moderni serial-killer nello spagnolo I delitti della luna piena-Romasanta (2004).

con il nuovo remake de L’uomo lupo, forse i licantropi torneranno in auge, avranno il loro momento di gloria sotto i riflettori di Hollywood, ma poi come ciclicamente accade spariranno, tornando, minacciosi e letali, a popolare racconti e strisce a fumetti, con le loro notti insonni, la caccia e l’anima irrimediabilmente dannata.