Per favore mordimi sul collo: vampiri, tra mito e cinema

Il vampiro, figlio di paure filtrate dalle tradizioni folkloristiche esprime nella sua figura l’atavica paura della morte al contempo il fascino che quest’ultima ha su di noi, il cinema non ha potuto far finta di nulla davanti a questa fascinosa figura che attraverso l’immortalità ed il sangue ci ricorda la nostra ricerca, attraverso i secoli, di un modo per ingannare la morte e la natura stessa in una folle battaglia persa contro vecchiaia e disfacimento fisico per sognare una vita eterna poco spirituale e molto terrena.

Murnau trasforma il letterario e leggendario Dracula di Bram Stoker in un personaggio visivamente reale ed inquietante nel suo capolavoro Nosferatu (1922), il vampiro protagonista di questo classico è un personaggio triste e solo che soffre per amore, ma che soccombe alla sua natura maligna cibandosi della sua amata in una sorta di ultimo pasto liberatorio prima della sua ennesima dipartita, Klaus Kinsky e Willem Dafoe ci riproporanno questo archetipo di vampiro nel remake di Herzog e nel brillante L’ombra del vampiro, in cui si narra delle riprese del primo Nosferatu e della leggenda che vuole che l’allora protagonista Max Schreck fosse realmente un vampiro.

La parodia non riesce a trascurare questo mito e ne dissacra gli stilemi fornendoci spunti ironici e a volte demenziali su questa inquietante figura ricordiamo Per favore non mordermi sul collo e il più recente Dracula morto e contento con Leslie Nielsen, il vampiro comunque esce indenne da queste  dissacranti parodie e il suo fascino rimane intatto, segno di una forza comunicativa che non accenna a scemare minimamente.

L’horror ha rivisitato in svariate chiavi la figura di questo demone, al contrario della figura del licantropo che negli anni  si è andata appannando, Dracula e soci sono stati oggetto di restyling, dopo che il genere ne aveva fatto figure troppo datate per un cinema in continua evoluzione e dopo che Christopher Lee con l’eleganza formale del suo nostalgico vampiro aveva fatto ormai il suo tempo il cinema degli anni ’80 cannibalizza la figura dandola in pasto alle nuove generazioni di registi che ringiovaniscono protagonisti e vittime come accade in Lost boys, Ammazzavampiri,  o Stress da vampiro con Nicolas Cage, dando nuova linfa ad un genere solo all’apparenza morto e sepolto.

Dopo una puntata nella fantascienza con lo scult Space vampires di Tobe Hooper, gli anni ’90 risvegliano per l’ennesima volta il conte che viene frullato in decine di salse, grazie anche ad una rinascita letteraria del mito del vampiro, ancora vampiri classici ne Intervista con il vampiro, aviatori e itineranti in Nightflier tratto da King, fumettosi eccessivi e all’insegna dello splatter più estremo in Dal tramonto all’alba di Robert Rodriguez, letali ed Hi-tech in Blade, d’autore in The addiction di Abel Ferrara e a tinte western nel carpenteriano Vampires.

Il nuovo millenio non spaventa il Conte che ormai ha assorbito le nuove tendenze e fa capolino ancora e prepotentemente nell’immaginario collettivo dell’I-pod generation, lo ntroviamo classico e nostalgico nel Bram Stoker’s Dracula di Coppola, al femminile sexy e letale in Underworld, e Bloodrayne, ma anche romantico e vegetariano nel blockbuster Twilight, ma mai dimenticando la sua vera natura come nel gelido ed adolescenziale Lasciami entrare.

Il vampiro attraversa i secoli si rigenera e ricicla in un’infinità di vite alternative che si intersecano tra fumetto, teatro, cinema, letteratura e videogames, ma a pensarci bene, non e’ forse questa la vera immortalità?