B-cult, Il codice del silenzio

Oggi per i film da riscoprire rispolveriamo un Chuck Norris d’annata in uno dei suoi film più riusciti, in cui il granitico atleta/attore sfoggia il suo lato migliore da aspirante Clint Eastwood.

Stiamo parlando dell’action-poliziesco Il codice del silenzio, in cui il karateka più famoso del grande schermo impersona un rude poliziotto che si ritrova nel bel mezzo di un sanguinoso conflitto tra bande rivali che si contendono una grossa partita di droga e il territorio seminando cadaveri e corruzione, ma in un rutilante finale mr. Norris riporterà l’equilibrio nella Forza a suon di pugni, calcioni e pistolettate.

Il merito della riuscita di questo film va sicuramente al regista, quell’Andrew Davis con l’occhio per il cinema di genere che negli anni succesivi firmerà due delle migliori prove di Steven Seagal, l’esordio Nico e il discreto Trappola in alto mare, contribuendo all’Oscar di Tommy Lee Jones nel ’93 dirigendo l’ottimo remake Il fuggitivo.

Nel cast figurano due caratteristi di razza, il villain per antonomasia Henry Silva protagonista negli anni ’70 di molte pellicole italiane del cosiddetto filone poliziottesco e Dennis Farina, altro caratterista di lusso che vanta su grande schermo un curriculum da poliziotto davvero notevole.

DA RIVALUTARE PERCHE’: insieme a Invasion USA resta una delle migliori prove di Norris su grande schermo, a dimostrazione che se supportato da una solida messinscena come il collega Seagal, questo attore sfoggia un indubbio carisma da action.