B-cult, Fracchia la belva umana


Oggi spazio B-cult dedicato ancora alla sessantasettesima Mostra del Cinema di Venezia che quest’anno con la retrospettiva La situazione comica ha dedicato finalmente il giusto spazio alla comedy anni ’80, mettendo in cartellone anche lo spassoso Fracchia la belva umana che vede l’accoppiata vincente della serie Fantozzi Paolo Villaggio/Neri Parenti portare sullo schermo uno dei personaggi tv più noti dell’attore genovese.

Il film di Parenti gioca sulle reminiscenze fantozziane di Giandomenico Fracchia, un mite ed imbranatissimo impiegato che per sua sfortuna si scopre sosia di un feroce criminale latitante conosciuto come la Belva umana, naturalmente la commedia degli equivoci, ingrediente base per un secolo di cinema comico, la fa da padrone, il resto è un Villaggio in gran forma supportato un memorabile Lino Banfi e un paio di guest in prestito dalla saga fantozziana, Gigi Reder negli inconsueti panni della madre sicula della Belva umana e Anna Mazzamauro che ripesca la sua signorina Silvani, sogno proibito del protagonista.

Il film ebbe un sequel Fracchia contro Dracula sempre diretto da Parenti che omaggiava le parodie di Gianni e Pinotto sui monster-movies americani, pellicola all’epoca nobilitata oltremodo dalla partecipazione del ragionier Filini interpretato da un grande Gigi Reder che insieme a Villaggio/Fracchia ricomponeva la mitica coppia di sfigatissimi impiegati della fantozziana Megaditta.

In Fracchia la belva umana segnaliamo un’esilarante sequenza con Banfi in cui viene citato il famoso ristorante romano Cencio la parolaccia ribattezzato per l’occasione Da Sergio e Bruno gli incivili, locale che ritroveremo omaggiato anche nel poliziottesco di Stelvio Massi  La banda del trucido, in quel caso gestito nientemeno che dal Monnezza alias Tomas Milian.

Da rivalutare perchè: per riscoprire un Fantozzi in salsa crime davvero spassoso supportato da un cast di comprimari in stato di grazia.