Fantozzi alla riscossa, recensione

Il ragionier Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio), ormai quasi rassegnatosi del tutto alla sua nuova condizione di neo-pensionato, viene invitato ad una festa aziendale in cui ai nuovi assunti vengono mostrati i cattivi esempi da non seguire se si ha l’intenzione di far cariera nella Mega-ditta, tra questi pessimi elementi natuiralmenter svetta il ragionier Fantozzi che verrà umiliato e vessato in pubblico, causando in lui prima qualche fallimentare tentativo di suicidio e poi in un impeto di orgoglio. il bisogno di riscattarsi e dimostrare a tutti di non essere la merdaccia che tutti pensano.

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Fantozzi va in pensione, recensione

Povero ragionier Fantozzi (Paolo Villaggio) non poteva certo immaginare che un giorno le reiterate vessazioni dei suoi colleghi d’ufficio, gli insulti del mega-direttore e lo scherno continuo dell’irraggiungibile signorina Silvani (Anna Mazzamauro) gli sarebbero mancati, ma è proprio quel che accade quando l’impiegato più sfigato e simpatico di sempre raggiunge la famigerata età pensionabile, che lo costringe a lasciare l’azienda che ha servito e riverito per così tanti anni.

Il primo giorno da pensionato per Fantozzi sarà traumatico, ancora non pienamente conscio della sua nuova situazione si sveglierà di soprassalto pensando di essere in ritardo, trasformando così la mattinata in una frenetica ed inutile corsa in ufficio.

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B-cult, Fracchia la belva umana


Oggi spazio B-cult dedicato ancora alla sessantasettesima Mostra del Cinema di Venezia che quest’anno con la retrospettiva La situazione comica ha dedicato finalmente il giusto spazio alla comedy anni ’80, mettendo in cartellone anche lo spassoso Fracchia la belva umana che vede l’accoppiata vincente della serie Fantozzi Paolo Villaggio/Neri Parenti portare sullo schermo uno dei personaggi tv più noti dell’attore genovese.

Il film di Parenti gioca sulle reminiscenze fantozziane di Giandomenico Fracchia, un mite ed imbranatissimo impiegato che per sua sfortuna si scopre sosia di un feroce criminale latitante conosciuto come la Belva umana, naturalmente la commedia degli equivoci, ingrediente base per un secolo di cinema comico, la fa da padrone, il resto è un Villaggio in gran forma supportato un memorabile Lino Banfi e un paio di guest in prestito dalla saga fantozziana, Gigi Reder negli inconsueti panni della madre sicula della Belva umana e Anna Mazzamauro che ripesca la sua signorina Silvani, sogno proibito del protagonista.

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Pane, amore e gelosia: recensione

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Ritroviamo i protagonisti del primo film all’indomani delle loro dichiarazioni d’amore, il maresciallo Carotenuto (Vittorio De Sica) scoperto che la levatrice Nannarella (Marisa Merlini) non solo ha un figlio, ma è stata abbandonata dall’uomo che l’ha sedotta, decide ugualmente di impegnarsi con lei, mentre il carabiniere Stellutti (Robert Risso) è riuscito finalmente a confessare il suo amore alla bella Bersagliera (Gina Lollobrigida che tra parentesi non aspettava altro.

Confessati i propri sentimenti le due coppie ora dovranno fare i conti con alcune complicazioni che rischieranno di minare l’immane fatica fatta, infatti Stellutti dovendo terminare il suo servizio in un altro paese, prima di partire affida la sua fidanzata a Carotenuto, che per tenerla d’occhio la assumerà come governante in casa propria dando il via ad una serie di chiacchiere che il piccolo paese contribuirà a far arrivare sia a Stellutti che a Nannarella, fomentando in loro gelosia e sospetti.

Ci vorrà un semplice ed ingenuo ballo tra la Bersagliera e Carotenuto affinchè  le coppie scoppino, Nannarella si lancerà in una scenata di gelosia e Stellutti romperà il fidanzamento. nel frattempo Carotenuto cercando di riparare all’equivoco intende sposare Nannarella e dare le dimissioni dall’Arma così da regolarizzare la loro situazione, ma il ritorno del seduttore latitante che vuole riparare al torto fatto in passato sposando Nannarella e riconoscendo suo figlio complicherà ancor più la situazione, intanto la Bersagliera pensa di abbandonare il paese…

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10 automobili da cinema

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Altro giro altra classifica, stavolta ne stiliamo una con le automobili più famose del grande schermo, chiaramente abbiamo evitato di citare film come Fast & Furious ed affini visto che in queste pellicole i modelli sono molteplici e poco caratterizzanti.

Dopo il salto la top ten in cui non mancano grandi classici come la Ecto-1 di Ghostbusters piuttosto che la Delorean di Ritorno al futuro, senza tralasciare la mitica, superaccessoriata e inossidabile Aston Martin bondiana, e qualche curioso outsider come la memorabile Bianchina del ragionier Ugo Fantozzi.

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