B-cult, Fracchia la belva umana


Oggi spazio B-cult dedicato ancora alla sessantasettesima Mostra del Cinema di Venezia che quest’anno con la retrospettiva La situazione comica ha dedicato finalmente il giusto spazio alla comedy anni ’80, mettendo in cartellone anche lo spassoso Fracchia la belva umana che vede l’accoppiata vincente della serie Fantozzi Paolo Villaggio/Neri Parenti portare sullo schermo uno dei personaggi tv più noti dell’attore genovese.

Il film di Parenti gioca sulle reminiscenze fantozziane di Giandomenico Fracchia, un mite ed imbranatissimo impiegato che per sua sfortuna si scopre sosia di un feroce criminale latitante conosciuto come la Belva umana, naturalmente la commedia degli equivoci, ingrediente base per un secolo di cinema comico, la fa da padrone, il resto è un Villaggio in gran forma supportato un memorabile Lino Banfi e un paio di guest in prestito dalla saga fantozziana, Gigi Reder negli inconsueti panni della madre sicula della Belva umana e Anna Mazzamauro che ripesca la sua signorina Silvani, sogno proibito del protagonista.

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B-cult, Il trucido e lo sbirro

Oggi per i B-movies ripeschiamo un poliziottesco d’annata, è il 1976 anno d’oro per il regista Umberto Lenzi che gira Napoli violenta con Maurizio Merli, Roma a mano armata sempre con merli e con Tomas Milian e Il trucido e lo sbirro pellicola in cui esordisce sullo schermo Sergio Marazzi detto Er Monnezza, personaggio interpretato da Milian, creato da Lenzi in collaborazione con lo sceneggiatore Dardano Sacchetti.

Il film racconta di un ladruncolo di borgata che viene fatto evadere da un commissario di polizia, affinchè collabori con quest’ultimo al ritrovamento di una bambina, rapita da una spietata banda di sequestratori capeggiata da un pericoloso latitante.

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B-cult, Piedone lo sbirro

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Oggi per i B-cult ci occupiamo di Bud Spencer in una delle sue fortunate incursioni sul grande schermo in solitaria, anche stavolta con un tale successo da figliare tre sequel, e una parodia.

Come avrete intuito stiamo parlando di Piedone lo sbirro di Steno, primo di una serie di film che in qualche modo anticiperanno il filone comedy-poliziesco dell’accoppiata Bruno Corbucci/Tomas Milian, inaugurata tre anni dopo il Piedone di Steno con Squadra antiscippo (1976).

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B-cult, Manolesta

un-secondo-poster-americano-del-film-leon-131963Oggi utilizziamo la rubrica dei B-movie per occuparci di un personaggio e di un attore negli anni’80 divenuto un vero beniamino del pubblico, creando e personalizzando un vero e proprio filone cinematografico, che miscelava con ironia poliziottesco e commedia all’italiana.

Stiamo parlando di Tomas Milian che dopo gli esordi  nel poliziesco all’italiana, ha trasformato i suoi personaggi tanto truci quanto esilaranti, in un’unica e inconfondibile maschera comedy, grazie alla felice intuizione del regista Bruno Corbucci.

Oggi vi proponiamo un Tomas Milian che caratterizza un personaggio che potrebbe ben rappresentare la fase giovanile del maresciallo Nico Giraldi, insomma il Gino Quirino di Manolesta ha molti punti in comune con il famigerato Nico Er Pirata.

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B-cult: Squadra Antiscippo

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1976 il regista Bruno Corbucci e Tomas Milian fanno le prove generali per la fortunata serie di commedie che avranno per protagonista l’ex-ladro Nico Giraldi detto er Pirata, convertitosi alla legalità e diventato uno zelante e rozzissimo ispettore di polizia.

Abbiamo usato il termine prove generali perchè Squadra antiscippo ancora rimane nei canoni classici del poliziesco all’italiana,  infatti la dose di violenza è superiore alla media degli altri film della serie e c’è anche un villain di lusso come Jack Palance a ricordarcelo.

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Tomas Milian non ha gradito che Er Monnezza sia stato interpretato da Claudio Amendola

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Tomas Milian non ha gradito che Claudio Amendola abbia interpretato senza interpellarlo, il ruolo dell’amatissimo poliziotto burbero cult Er Monnezza nel film del 2005 Il Ritorno del monnezza (fonte Tv Sorrisi e Canzoni).

L’attore cubano, che è arrivato in Italia per girare un film a 20 anni dalla sua ultima apparizione nel nostro Paese, dice:

Torno perché devo chiudere un ciclo visto che qualcuno indegnamente ha rovinato quello che ho costruito negli anni. Non l’ho visto (riferito al film con Amendola), ma poiché si trattava del mio personaggio avrebbe dovuto informarmi.

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B-cult: La banda del gobbo

Nel 1977 il regista Umberto Lenzi in collaborazione con Tomas Milian decide di rileggere molto liberamente la storia del famigerato Gobbo del Quarticciolo al secolo Giuseppe Albano, partigiano romano che fece parte della resistenza che contrastò l’occupazione della capitale da parte dei tedeschi. Purtroppo dopo la liberazione le gesta di Albano e della sua banda presero una deriva criminale e violenta. Il 16 Gennaio 1945 Albano venne ucciso nell’androne di un palazzo da una pattuglia di Carabinieri, voci contrastanti con la versione ufficiale parlano di un’esecuzione a sfondo politico.

La sceneggiatura è al servizio di un camaleontico Tomas Milian nel doppio ruolo di Sergio Marazzi detto Er monnezza e del fratello gemello Vincenzo detto il Gobbo. Assisteremo al rientro del gobbo nella capitale dopo un periodo di esilio forzato oltreconfine, ad una rapina in cui viene tradito e alla sua vendetta messa in atto con l’aiuto della sua banda ed il supporto della sua donna, una prostituta napoletana e di suo fratello.

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Recensione: Il ritorno del monnezza

Rocky Giraldi (Claudio Amendola) è degno figlio del mitico ispettore Giraldi, sboccato, un pò trucido, ma con l’istinto del poliziotto vero. I suoi metodi caserecci di investigazione poco piacciono ai suoi superiori, ma i risultati comunque in un modo o nell’altro arrivano sempre.

Dopo aver scoperto un giro clandestino di lavoro minorile messo su da una banda di malavitosi cinesi, rocky si occupa della morte, in circostanze sospette, di un ladruncolo d’appartamenti, tale cesare (Alessandro di Carlo), con la moglie del quale, l’ispettore intrattiene da qualche tempo una focosa relazione.

Quello che sembra un caso di routine si rivela invece qualcosa di molto più pericoloso e compromettente, e Rocky, con l’aiuto della collega Betta (Elisabetta Rocchetti) e del suo amico ladruncolo tramezzino (Enzo Salvi), figlio del mitico venticello, scoprirà un losco traffico di droga e soldi riciclati.

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I film più volgari della storia del cinema

Per quanto riguarda la volgarità nei film bisogna prima decidere se quest’ultima è accettabile nel contesto e nelle situazioni in cui è inserita o se è meramente un basso e furbo escamotage per strappare qulche risata facile. Nel primo caso possiamo parlare di volgarità alla fine ben contestualizzata e necessaria, come quella dei gangster-movie di Scorsese, uno su tutti Quei bravi ragazzi , dove il turpiloquio in gergo irtaloamericano si è guadagnato all’epoca dell’uscita il titolo di film con più parolacce della storia del cinema, battendo un cult come Scarface con un conteggio finale di 246 tra insulti, imprecazioni e minacce varie.

Tra gli italiani in testa alla classifica si piazzano alcune performance viste nei vari cinepanettoni, dai doppi sensi a sfondo sessual-pecoreccio della coppia Boldi/De Sica, al re della parolaccia, il comico Enzo Salvi alias er cipolla, che riesce a competere con il repertorio di un altro campione della categoria, l’attore Tomas Milian, da guinness la sua performance da sboccato rapper in Natale in India.

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