Recensione: Il ritorno del monnezza

Rocky Giraldi (Claudio Amendola) è degno figlio del mitico ispettore Giraldi, sboccato, un pò trucido, ma con l’istinto del poliziotto vero. I suoi metodi caserecci di investigazione poco piacciono ai suoi superiori, ma i risultati comunque in un modo o nell’altro arrivano sempre.

Dopo aver scoperto un giro clandestino di lavoro minorile messo su da una banda di malavitosi cinesi, rocky si occupa della morte, in circostanze sospette, di un ladruncolo d’appartamenti, tale cesare (Alessandro di Carlo), con la moglie del quale, l’ispettore intrattiene da qualche tempo una focosa relazione.

Quello che sembra un caso di routine si rivela invece qualcosa di molto più pericoloso e compromettente, e Rocky, con l’aiuto della collega Betta (Elisabetta Rocchetti) e del suo amico ladruncolo tramezzino (Enzo Salvi), figlio del mitico venticello, scoprirà un losco traffico di droga e soldi riciclati.

Purtroppo l’indagine smuove troppo le acque e infastidisce l’avvocato Lamantia (Kaspar Kapparoni), alcuni onorevoli, e degli squali della finanza, così l’avvocato, con l’aiuto di Ramacci (Gianni Parisi), ispettore di polizia corrotto e senza scrupoli, incastra Rocky, che viene arrestato per spaccio…

Stabiliamo subito che questa operazione nostalgia è in buona parte riuscita, perchè invece di cercare di riesumare un genere, il cosidetto poliziottesco, figlio di un periodo storico ben preciso e oggetto di culto per molti estimatori del cinema che fu, i Vanzina, più efficaci e contenuti del solito, hanno voluto solo omaggiare l’atmosfera di quei film dandole una veste un pò più consona ad un pubblico di famiglie, e costruendo intorno al simpatico Amendola un colorato personaggio pop/trash che ispira tanta nostalgia.

Già dai divertenti titoli di testa, dalle innumerevoli citazioni e da un’aria da riunione di famiglia che aleggia per tutto il film, si capisce l’intenzione di omaggiare ed un certo reverenziale rispetto per un attore ed un personaggio che nel bene e nel male fa ormai parte dell’immaginario collettivo, e l’idea di edulcorarne il linguaggio triviale e di accostarci un pò di comici che sono cresciuti con i film di Nico er pirata, rende il tutto leggero, divertente e malinconico quanto basta.

Inutile fare alzate di scudi massacrando una pellicola che in realtà fa in pieno il suo dovere, certo l’aria un pò televisiva del tutto potrà far storcere il naso, così come la recitazione del cast, ma tutto risulta casereccio al punto giusto. Il ritorno del monnezza non pretende di creare un nuovo filone, ne omaggia uno che per trash che sia vanta molti aficionados e non mira, per quanto i Vanzina siano esperti in questo, a sbertucciare malamente un’icona come Nico Giraldi/Tomas Milian.