B-cult: La banda del gobbo

Nel 1977 il regista Umberto Lenzi in collaborazione con Tomas Milian decide di rileggere molto liberamente la storia del famigerato Gobbo del Quarticciolo al secolo Giuseppe Albano, partigiano romano che fece parte della resistenza che contrastò l’occupazione della capitale da parte dei tedeschi. Purtroppo dopo la liberazione le gesta di Albano e della sua banda presero una deriva criminale e violenta. Il 16 Gennaio 1945 Albano venne ucciso nell’androne di un palazzo da una pattuglia di Carabinieri, voci contrastanti con la versione ufficiale parlano di un’esecuzione a sfondo politico.

La sceneggiatura è al servizio di un camaleontico Tomas Milian nel doppio ruolo di Sergio Marazzi detto Er monnezza e del fratello gemello Vincenzo detto il Gobbo. Assisteremo al rientro del gobbo nella capitale dopo un periodo di esilio forzato oltreconfine, ad una rapina in cui viene tradito e alla sua vendetta messa in atto con l’aiuto della sua banda ed il supporto della sua donna, una prostituta napoletana e di suo fratello.

Dopo aver saggiato le potenzialità di questo personaggio in Roma a mano armata, Lenzi e Milian decidono di ampliarne la storia, gli danno un gemello e lo rendono protagonista di questo poliziottesco verace e a tratti molto coinvolgente grazie alla performance di un Tomas Milian che può finalmente sfoggiare una parte del suo talento tratteggiando un personaggio negativo, pieno di rabbia e struggente nella sua sofferente diversità.

Umberto Lenzi sforna una pellicola efficace, con una coinvolgente colonna sonora, un cast particolarmente ispirato ed un Tomas Milian in gran forma. dimostrando per l’ennesima volta di saper maneggiare efficacemente i clichè delle pellicole di genere.

Da rivalutare perchè: per godersi il talento istrionico di un Tomas Milian in un’efficace e coinvolgente doppia veste.