B-cult, Once Were Warriors-Una volta erano guerrieri

Oggi per i film da riscoprire vi segnaliamo un vero gioiello della filmografia neozelandese, trattasi del dramma Once Were Warriors-Un volta erano guerrieri del regista Lee Tamahori.

Tamahori ci racconta il quotidiano di una famiglia dei sobborghi di Auckland che subisce la violenza e la frustrazione di un padre e marito dedito all’alcool, totalmente incapace di comunicare se non tramite il pestaggio reiterato della consorte, una donna forte ed orgogliosa discendente di una tribù Maori e alla disperata ricerca di una via d’uscita per lei e i suoi figli.

Once Were Warriors è una lucida e partecipata disanima della violenza e della degradazione che figliano invitabilmente tragedie, l’attore di origine Maori Temuera Morrison che interpreta il violento Jake La furia e lo stesso regista Lee Tamahori li ritroveremo negli anni successivi in diverse produzioni americane, il primo parteciperà tra le altre cose alla nuova trilogia di Star Wars nei panni del cacciatore di taglie Jango Fett, mentre Tamahori verrà fagocitato dalla catena di montaggio hollywoodiana e sfornerà una serie di prove opache tra cui spiccano l’avventuroso L’urlo dell’odio e il thriller Scomodi omicidi.

La forza di Once Were Warriors è una schiettezza di fondo e un cast credibile e partecipe, anche nel finale che arriva come un pugno nello stomaco Tamahori non lascia spazio all’interpretazione toccando punte di drammaticità tanto elevate quanto coinvolgenti.

Il regista Ian Mune proverà cinque anni dopo a raccontarci in un sequel non all’altezza del suo predecessore cosa è accaduto a Jake dopo la tragedia familiare e l’abbandono della moglie.

Da rivalutare perchè: è un film che arriva dritto al cuore e che coinvolge con la forza della disperazione, duro e impegnativo, senza dubbio una prova ardua per gli spettatori più sensibili.