007-La morte può attendere, recensione

L’agente James Bond (Pierce Brosnan) si ritrova nelle mani dei Coreani del Nord dopo una missione in cui l’agente 007 avrebbe dovuto eliminare un pericoloso trafficante di diamanti, dopo la cattura Bond viene torturato e imprigionato per oltre un anno.

Dopo la lunga prigionia e patimenti fisici e psicologici, Bond viene liberato a seguito di una trattativa diplomatica, ma a scarcerazione avvenuta arriva la notizia che il suo status di agente MI6 è stato sospeso, a causa di presunte informazioni che Bond avrebbe rivelato sotto tortura e che sarebbero costate la vita ad alcuni agenti sotto copertura.

Bond sa di non aver rivelato alcuna informazione e ipotizza che dietro a tutto, fallimentare missione coreana compresa, ci sia lo zampino di qualcuno all’interno dell’MI6 intenzionato a toglierlo di mezzo. Nel frattempo Bond considerato ancora una minaccia viene trasportato in una località segreta dove rimarrà in custodia sino a che la sua situazione non verrà chiarita.

Naturalmente Bond fuggirà intenzionato a provare la sua innocenza e a scoprire l’identità del traditore, iniziando da alcune informazioni che vedono il trafficante di diamanti, obiettivo della missione coreana, in transito all’Avana.

Quarta avventura nei panni dell’agente 007 per Pierce Brosnan che mantiene un appeal invidiabile, nonostante la serie cominci a dare primi segni di cedimento, che comunque ci sembrano fisiologici alla ventesima pellicola, segni che si  palesano con qualche vuoto di sceneggiatura colmato con effetti ed inseguimenti speciali indubbiamente ben coreografati, uniti ad una durata eccessiva del film visto il limitato spessore dell’intrigo messo in scena.

Alla regia troviamo il talentuoso regista neozelandese Lee Tamahori, che dopo il folgorante esordio con l’intenso Once Were WarriorsUna volta erano guerrieri si è trasferito in pianta stabile a quel di Hollywood, sfornando in questi ultimi anni pellicole dalla qualità altalenante, ma che in questo caso fa del suo meglio, maneggiando con notevole dovizia il lato spettacolare della messincena.

Premesso ciò 007-La morte può attendere resta comunque un film godibile e nonostante qualche incertezza incontrata lungo la strada, fruisce di un protagonista che si dimostra ancora una volta all’altezza della situazione il che non ci sembra davvero poco.

Note di produzione: Stavolta i titoli di testa della pellicola, uno dei segni distintivi della serie sono affidati a Madonna e alla hit Die another day, la cantante compare anche in un cameo che la vede letale spadaccina.