Sundance Film Festival, 10 indipendenti “hollywoodiani”

Ha debuttato ieri l’edizione 2011 del Sundance Film Festival, una delle più importanti rassegne di cinema indipendente americano ed internazionale supportata dall’attore e regista Robert Redford sin dalla sua creazione nel 1978, per poi divenire proprio grazie al prestigio del suo mecenate hollywoodiano una vetrina internazionale dove transitano giovani esordienti e veterani del grande schermo, senza disdegnare divi del momento prestati al cinema indipendente.

Quindi in occasione della nuova edizione della rassegna statunitense che come sempre avrà un cartellone ricchissimo, quest’anno si parla di ben 118 pellicole proiettate, abbiamo stilato una particolare classifica che elenca 10 registi indipendenti che dopo aver transitato nel prestigioso festival, hanno scelto di varcare la soglia hollywoodiana per cimentarsi con budget importanti, sbancando i botteghini e intraprendendo una lucrosa e fortunata carriera nel cinema cosiddetto mainstream.

Come noterete dai nomi e dalle pellicole che abbiamo selezionato, alcuni dei registi oggi considerati di culto non hanno ricevuto la giusta attenzione, spesso alcuni dei vincitori del Sundance tornano nei meandri del cinema underground, mentre quelli da noi elencati, tranne qualche rara eccezione sono approdati ad una platea pià vasta abbandonando o perlomeno adattando il loro stile ai meccanismi dello show-biz d’alto bordo e lasciando comunque nelle loro opere una forta impronta autorale che ne fa degli intriganti ibridi da botteghino.

Di seguito trovate la nostra classifica accompagnata da alcune note e i trailer dei film con cui questi registi hanno in diverse vesti transitato al Sundance, lasciando col senno di poi un’impronta decisamente indelebile.

1-QUENTIN TARANTINO-LE IENE (1992)

Debutto al Sundance per Tarantino, nessun premio e critica equamente divisa, poi arriverà Pulp Fiction, tutti lo rivaluteranno e inizierà per il regista una fulgida carriera in quel di Hollywood.

2-JOEL ED ETHAN COEN, BLOOD SIMPLE-SANGUE FACILE (1985)

I fratelli Coen debuttano con questo crime a tinte noir che vince il Gran premio della giuria, seguiranno svariati premi Oscar, alcuni cult come Il grande Lebowski e quest’anno inaugurano il Festival di Berlino con il remake Il Grinta.

3-BRYAN SINGER, PUBLIC ACCESS (1993)

Prima del cult I soliti sospetti e dei cinefumetti d’autore Singer debutta al Sundance vincendo il Gran premio della giuria.

4-STEVEN SODERBERGH, SESSO BUGIE E VIDEOTAPE (1989)

Per il regista premio Oscar di blockbuster come il remake Ocean’s Eleven il debutto al Sundance lo vede snobbato dalla giuria, ma premiato dal pubblico.

5-LEE DANIELS, PRECIOUS (2009)

Folgorante opera seconda e pioggia di riconoscimenti per il regista dell’ignorato Shadowboxer e produttore di Monster’s ball-L’ombra della vita, 3 premi al Sundance e successivamente due Oscar.

6-KEVIN SMITH, CLERKS (1994)

Un premio collaterale al Sundance (Filmmakers Trophy: Dramatic) per un cult girato con un budget iniziale di appena 27.000$ arrivato a toccare in corso d’opera i 230.000$ per un incasso che ha sfondato il tetto dei 3 milioni, Smith ha debuttato solo recentemnte con il suo primo film made in Hollywood, la comedy-action Poliziotti fuori-Due sbirri a piede libero.

7-RICHARD KELLY, DONNIE DARKO (2001)

Un vero e proprio caso cinematografico prodotto dall’attrice Drew Barrymore, un cult passato inosservato al Sundance che dopo una prima distribuzione direct-to-video riguadagna le sale grazie al passaparola, Kelly passerà con qualche difficoltà a produzioni ad alto budget, l’ultimo è il remake The Box, il suo Donnie Darko subisce anche un insulso sequel a mero scopo di lucro a cui Kelly non partecipa.

8-CHRISTOPHER NOLAN, MEMENTO (2001)

Prima della rinascita del Cavaliere oscuro e degli stratosferici incassi di Inception, Nolan approda al Sundance con Memento e debutta con questo piccolo gioiello indie ad incastri temporali, per lui un premio collaterale (Waldo Salt Screenwriting Award).

9-DANNY BOYLE, 28 GIORNI DOPO (2003)

Anche Boyle regista dall’impronta indie transita al Sundance rileggendo il genere zombie, i suoi furiosi contagiati infestano una Londra post-apocalittica ripresa in digitale, il film è il secondo grande incasso per il regista di Trainspotting dopo gli oltre 140 milioni di The beach, dopo arriverà la pioggia di Oscar per The Millionaire e di nuovo un incursione nel cinema d’autore con il recente 127 Ore.

10-DANIEL MYRICK/EDUARDO SANCHEZ, THE BLAIR WITCH PROJECT (1999)

Menzione d’onore per un vero e proprio fenomeno virale, che ha permesso a questo finto documentario di rilanciare un genere praticato da molti registi italiani negli anni’80, su tutti Ruggero Deodato e il suo controverso Cannibal Holocaust, budget miserrimo, campagna promozionale da geni del marketing ed ecco confezionato il papà di Paranormal activity, Sanchez in seguito girerà l’interessante low-budget Altered e Myrick i thriller-horror direct-to video Believers e Solstice, la coppia è attualmente al lavoro su The Blair Witch Project 3.