I De Laurentiis, una dinasty tra passato e futuro

Se il cinema come spettacolo supera i 110 anni, la dinastia De Laurentiis viaggia ormai verso i 70, a partire dalle prime apparizioni sullo schermo dell’allievo-attore del Centro Sperimentale di Cinematografia, Agostino, classe 1919, divenuto in seguito il producer Dino, che gli americani hanno battezzato con il nome di “the Legend“.

Di poco posteriore, nell’immediato secondo dopoguerra, la discesa in campo del fratello maggiore Luigi (1917-1992), validissima spalla da subito e poi realizzatore in proprio; e l’organico familiare è completato ben presto dal fratello minore, Alfredo (1924-1981), apprezzato organizzatore generale.

Finché spunta Aurelio, figlio di Luigi; e mentre a Hollywood opera da tempo come attiva produttrice Raffaella, figlia di Dino, a Roma è già al lavoro un Luigi nipote, figlio di Aurelio, che nei voti del clan continuerà la tradizione.

La filosofia che ha portato al successo Dino De Laurentiis, può essere ben compresa grazie alla sua dichiarazione alla Mostra del Cinema di Venezia 2003, dove ha ricevuto il Leone d’Oro alla carriera:

Il problema dei registi italiani è che vogliono fare i film con un occhio alla critica. Noi pero siamo show-man e dobbiamo fare film solo per il pubblico. Ora voglio dimostrare al cinema italiano che ci sono grandi storie da raccontare. Ho voglia di tornare in Italia a lavorare per fare dei film che riescano ad uscire dall’Italia“.

Agostino De Laurentiis, noto come Dino, produttore cinematografico, crebbe per le strade di Torre Annunziata vendendo gli spaghetti prodotti dalla piccola azienda di famiglia.

Il suo ingresso nel mondo del cinema avviene, insieme con la decisione di intraprendere la carriera di attore, quando si reca a Roma al “Centro Sperimentale di Cinematografia“, appena inaugurato, nel biennio 1937-1938. Fra i suoi esordi come attore vi è quello nel film Troppo tardi t’ho conosciuta del regista Emanuele Caracciolo.

Nel riflettere a lungo sul futuro da intraprendere, Dino non ebbe dubbi: decide di spostarsi dietro la macchina da presa, intraprendendo la fortunata carriera di produttore. Inizia da subito a produrre film. Il primo risale al 1940, L’ultimo combattimento di Piero Ballerini, al quale seguiranno, durante tutto il corso della sua lunga e prestigiosa carriera, circa 150 pellicole.

Il primo vero successo arriva con L’amore canta, una divertente commedia degli equivoci, remake di un film svedese.

Entra alla “Lux film” diventando produttore esecutivo cinematografico, giocando un ruolo di prim’ordine per la rinascita del cinema italiano nel dopoguerra e collaborando con lo scrittore-giornalista, cineproduttore e studioso d’arte, Valentino Brosio, che concorse, dalla seconda metà degli anni trenta alla fine degli anni cinquanta, all’affermazione della “Lux Film”, con il trasferimento a Roma di questa società fondata a Torino da Riccardo Gualino.

Nel 1948 si dedica alla ristrutturazione degli stabilimenti di produzione “Teatri della Farnesina”, ex-Safir, dando vita alla “Ponti-De Laurentiis” insieme all’amico Carlo Ponti, per la prima volta con studi propri a disposizione.

Uno dei primi successi prodotti dalla nuova etichetta è Totò a colori (1952), il primo film a colori mai realizzato in Italia, per la regia di Steno, al quale fanno seguito numerosi altri importanti opere, come Europa ’51 (1952) di Roberto Rossellini, Anni facili (1953) di Luigi Zampa, fino alla consacrazione definitiva con La strada (1954) e Le notti di Cabiria (1957) di Federico Fellini, due film che vinceranno entrambi il premio Oscar per il miglior film straniero, i primi per l’Italia.

Tra i tanti film prodotti realizzati con le due società, vale altresì la pena di ricordare: Riso Amaro (1948) di Giuseppe De Santis, Napoli milionaria (1950) di Eduardo De Filippo, Dov’è la libertà…? (1954) di Roberto Rossellini, Miseria e nobiltà (1954) di Mario Mattoli e La grande guerra (1959) di Mario Monicelli, con Alberto Sordi e Vittorio Gassman, Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia.

Costruisce dei nuovi teatri di posa, sempre nei dintorni di Roma, sulla via Pontina km.23,270, chiamati “Dinocittà”, dove sono stati anche girati numerosi film con star hollywoodiane, come Guerra e pace (1956) di King Vidor, con Henry Fonda e Audrey Hepburn, Barabba (1961) di Richard Fleischer, con Anthony Quinn, La Bibbia (1966) di John Huston, con Gorge Scott, Ava Gardner, John Huston stesso e Peter O’Toole, Lo sbarco di Anzio (1968) di Duilio Coletti, con Robert Mitchum e Waterloo (1970) di Sergej Bondarcuk, con Rod Steiger e Orson Welles.

Nel 1972 la legge italiana sul cinema volta pagina: i sussidi vengono riservati solo ai film con il 100% di produzione italiana (fino ad allora bastava il 50%), e De Laurentiis decide di trasferirsi negli USA, dove fonderà la “De Laurentiis Entertainment Group”.

In America continua a produrre grandi successi: Serpico (1973) di Sidney Lumet, I tre giorni del condor (1975) di Sidney Pollack, Il giustiziere delle notte (1974) di Michael Winner, L’anno del dragone (1985) di Michael Cimino, ed anche alcuni remake come King Kong (1976) di John Guillermin e Il Bounty (1984) di Roger Donaldson, con Mel Gibson, ma anche alcuni flop al botteghino, come Dune (1984) di David Lynch o Tai-Pan (1986) di Daryl Duke.

Nel 1990 realizza Ore disperate (1992), ancora di Michael Cimino, un’operazione molto coraggiosa e pericolosa, dato che il regista americano era considerato il responsabile del fallimento della “United Artists”, e conseguentemente “bandito” da Hollywood, e Body of Evidence – Corpo del reato (1992) di Uli Edel, con Madonna.

L’ultimo film prodotto è Hannibal (2001) di Ridley Scott, prequel de Il silenzio degli innocenti (1991) di Jonathan Demme.

Aurelio De Laurentiis, nipote di Dino, classe 1949, padre di tre figli: Luigi, Valentina ed Edoardo.

Fonda nel 1975 con il padre Luigi la “Filmauro” nei cui listini, tra produzione e distribuzione, figurano quasi 400 film, tra i quali: Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli, Maccheroni di Ettore Scola, Il testimone dello sposo di Pupi Avati, Il mostro di Roberto Benigni, Matrimoni di Cristina Comencini ed altri film di successo.

Aurelio è l’ideatore di cicli di film che si sono rivelati autentici “blockbuster”, classificandosi tra i primi cinque maggiori incassi di ogni anno. Tra questi, il ciclo di Amici miei, e quello della cosiddetta “commedia di Natale” o usando un termine conosciuto ai più, “cinepanettoni”, ai vertici del box office da circa 30 anni; da Natale sul Nilo a Christmas in love.

Il 26 agosto 2004 Aurelio De Laurentiis fonda la società Napoli Soccer, con la quale il 10 settembre acquista il Napoli, la storica squadra di calcio.

Luigi De Laurentiis, figlio di Aurelio e Jacqueline De Laurentiis, conseguita la maturità classica, si trasferisce negli Stati Uniti, a Los Angeles, dove studia produzione cinematografica alla “University of Southern California “, presso la quale si laurea nel maggio 2003. Successivamente frequenta presso la stessa USC il Master di finanza e marketing cinematografico.

Rientrato in Italia, comincia a lavorare per “Filmauro”. Firma come Line Producer nel dicembre 2004 Christmas in love, campione d’incasso 2004, Manuale d’amore, (David di Donatello 2005 a Margherita Buy e Carlo Verdone), Natale a Miami, in assoluto l’incasso più alto del 2005.

Nella primavera 2006, firma come produttore esecutivo Il mio miglior nemico e con Natale a New York, firma il suo primo film come produttore insieme al padre, ricostituendo la coppia Luigi e Aurelio De Laurentiis.

In attesa di distribuire il prossimo “cinepanettone” natalizio, la dinastia De Laurentiis continua il suo percorso attraverso tante storie da tramutare in pellicola.