Dino De Laurentiis è morto

Dino De Laurentiis, produttore cinematografico italiano tra i più famosi nel mondo, è morto a Los Angeles a novantuno anni. La notizia è stata data all’Adnkronos dal nipote Aurelio De Laurentiis, che ha comunicato che il decesso è avvenuto per cause naturali.

Agostino De Laurentiis, nato a Torre Annunziata l’8 agosto del 1919, nella sua carriera ha prodotto alcuni tra i film più celebri del cinema italiano come Riso Amaro (di Giuseppe De Santis), Napoli Milionaria (di Eduardo De Filippo), Dov’è la libertà (di Roberto Rossellini), Miseria e nobiltà (di Mario Mattoli), La grande Guerra (di Mario Monicelli), Totò a colori (1952, primo film italiano a colori), La strada, Le notti di Cabiria (entrambi i film diretti da Federico Fellini, entrambi premi Oscar per il miglior film straniero).

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Nemico Pubblico, recensione

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Il Congresso americano sta per approvare una legge che amplia i poteri delle autorità riguardo la sorveglianza dei pubblici cittadini, il senatore Phil Hammersley (Jason Robards) che non approva il disegno di legge che secondo lui viola platealmente la privacy degli elettori ha deciso di ostacolarne l’approvazione.

Dal canto suo il sin troppo zelante Thomas Reynolds (John Voight) direttore dell’NSA sente di aver bisogno di ogni mezzo lecito e illecito per combattere il terrorismo, quindi organizza l’omicidio di Hammersley con il supporto di due suoi agenti ed un farmaco che simulerà un attacco di cuore sviando qualsiasi sospetto.

Quelllo che Reynolds non sa è che in prossimità del luogo dell’omicidio un ricercatore ha piazzato una videocamera per monitorare la fauna locale, videocamera che riprende anche l’assassinio sin nei minimi particolari.

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Spy Game, recensione

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Nathan Muir (Robert Redford) ha sempre rispettato le regole dell’Agenzia, anche quando non ve ne fossero, sempre pronto a sacrificare qualcosa o qualcuno nel nome di un bene supremo e di una sicurezza nazionale che andavano oltre coscienza e opinioni personali, quindi adesso quello che vuole, o forse vuole sua moglie stanca di aspettare a casa il ritorno del consorte in giro per il mondo, è ritirarsi in un bel posto caldo, dove godersi una meritata pensione.

L’ultimo giorno di permanenza alla CIA di Muir però ha un risvolto inaspettato, uno dei suoi pupilli, Tom Bishop (Brad Pitt) da lui reclutato ed addestrato anni prima, ora è nei guai, durante un’incursione in un prigione cinese per liberare una detenuta occidentale viene fatto prigioniero ritrovandosi  nelle mani dei servizi cinesi, trasformandosi così in  una bomba diplomatica pronta scoppiare in faccia al governo americano..

Muir intuisce che Bishop sarà l’agnello sacrificato alla diplomazia, infatti a Langley, quartier generale dell’Agenzia, si riunisce in un briefing d’emegenza il vertice che sembra unanime nel volere Bishop sacrificato per il bene comune, ma Muir proprio non ci sta e cercherà un modo per salvare la vita al suo allievo e andarsene in pensione con un peso in meno sulla coscienza.

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I De Laurentiis, una dinasty tra passato e futuro

Se il cinema come spettacolo supera i 110 anni, la dinastia De Laurentiis viaggia ormai verso i 70, a partire dalle prime apparizioni sullo schermo dell’allievo-attore del Centro Sperimentale di Cinematografia, Agostino, classe 1919, divenuto in seguito il producer Dino, che gli americani hanno battezzato con il nome di “the Legend“.

Di poco posteriore, nell’immediato secondo dopoguerra, la discesa in campo del fratello maggiore Luigi (1917-1992), validissima spalla da subito e poi realizzatore in proprio; e l’organico familiare è completato ben presto dal fratello minore, Alfredo (1924-1981), apprezzato organizzatore generale.

Finché spunta Aurelio, figlio di Luigi; e mentre a Hollywood opera da tempo come attiva produttrice Raffaella, figlia di Dino, a Roma è già al lavoro un Luigi nipote, figlio di Aurelio, che nei voti del clan continuerà la tradizione.

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