La gabbianella e il gatto, recensione

La gabbianella Kangah, avvelenata da una macchia di petrolio, affida il suo ultimo uovo in procinto di schiudersi al gatto Zorba (Carlo Verdone), il quale con l’aiuto dei suoi amici Colonnello, Segretario, Pallino e Diderot riuscirà a far nascere il piccolo volatile. Senza mamma, il pulcino di gabbiano diventerà parte della stramba famiglia del gatto, che gli darà il nome di Fortunata. Zorba e la sua comunità di felini dovranno ripettare alcune promesse strappate in punto di morte dalla mamma di Fortunata, Zorba non dovrà mangiare la gabbianella e avrà il compito di difenderla fino a che cresciuta Fortunata non avrà imparato a volare. Il pericolo però incombe sulla gabbianella presa di mira da una banda di ratti che hanno intenzione di trasformarla in un lauto pasto in onore del re delle fogne, Il grande topo (Antonio Albanese).

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Posti in piedi in paradiso, recensione in anteprima

Ulisse (Carlo Verdone), Fulvio (Pierfrancesco Favino) e Domenico (Marco Giallini) sono tre padri separati costretti a versare quasi tutto quello che guadagnano in alimenti e spese di mantenimento per ex-mogli e figli. I tre hanno un passato da stimati professionisti, ma ora vivono tutte le difficoltà di chi non riesce ad arrivare a fine mese. Ulisse è un ex-discografico caduto in disgrazia che vive nel retro del suo negozio di vinili e arrotonda vendendo pezzi da collezione su internet. Fulvio è un ex-critico cinematografico finito a scrivere di gossip che vive presso un convitto di religiose. Domenico, in passato danaroso imprenditore, oggi vende appartamenti e dorme sulla barca di un amico e per mantenersi e mantenere le sue due famiglie si improvvisa gigolò al servizio di attempate signore. I tre si troveranno a condividere un appartamento e una quotidianità spesso tragicomica, che si svilupperà in un’amicizia che li spingerà a mettere in pratica il celeberrimo detto Mal comune mezzo gaudio.

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Il principe e il pirata, recensione

Leopoldo (Leonardo Pieraccioni) è un posato maestro elementare che riceve la notizia dell’improvviso decesso del padre Pierino (Giorgio Piccanti), figura paterna latitante, pessimo esempio, giocatore d’azzardo e donnaiolo impenitente, insomma un gran bel tipo che Leopoldo comunque deciderà di onorare recandosi a sbrigare le pratiche testamentarie onde dargli anche l’ultimo saluto, che sarà alquanto vivace visto che Pierino il truffaldino non solo è vivo e vegeto, ma si è finto cadavere onde farla in barba ai numerosi creditori che ormai non gli davano tregua.

Leopoldo è furioso, ma il padre non gli da neanche il tempo di metabolizzare la resurrezione che si da alla macchia rifugiandosi all’estero, lasciando il compito al figlio di eseguire le sue volontà testamentarie recuperando una cospiscua cifra opportunamente nascosta agli occhi dei creditori, cifra che Leopoldo dovrà recuperare con l’aiuto del fratello Melchiorre detto Gimondi (Massimo Ceccherini), fratello che Leopoldo non ha mai saputo di avere e che sta per uscire di prigione.

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Troppo forte, recensione

Oscar Pettinari (Carlo Verdone) è un’aspirante attore e stuntman che vive alla periferia di Roma e che frequenta assiduamente gli studi di Cinecittà con la speranza di imbroccare il film e magari il produttore giusto, che gli permettano finalmente di realizzare il suo sogno, che è quello di emulare i suoi eroi di film d’azione preferiti. Tra un sogno e l’altro Oscar fantastica su un futuro da star hollywoodiana creandosi un piccolo seguito tra i ragazzi del suo stesso quartiere, fino a quando non incontra l’eccentrico avvocato Giangiacomo Pigna Corelli Inselci (Alberto Sordi) proprio dopo essere stato scartato ad un provino da un produttore americano, che aveva sottolineato quanto la sua faccia da bamboccione fosse inadatta al ruolo da duro che stava cercando.

Oscar è demoralizzato, quella era l’occasione di una vita e così in cerca di riscatto si lascia convincere dall’avvocato Inselci ad inscenare un incidente stradale con l’intenzione di incastrare il produttore americano e carpirgli un salato indennizzo e perchè no, anche un bel contratto per un film d’azione da girare oltreoceano da protagonista assoluto.

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Il rosso e il blu, Posti in piedi in paradiso: iniziate le riprese; Stefano Accorsi ne I calcianti

Sono in corso da una settimana, presso gli studi di Cinecittà, le riprese di Posti in piedi in Paradiso, il film diretto e interpretato da Carlo Verdone, con Pierfrancesco Favino, Marco Giallini e Micaela Ramazzotti, che verte sulle condizioni precarie di tre mariti separati o divorziati che devono condividere in una casa di 40mq e sul rapporto che instaurano tra loro i tre uomini.

Stefano Accorsi reciterà ne I calcianti, l’opera prima del regista Stefano Lorenzi che verrà girata a Firenze la prossima estate e che ruoterà attorno alla storia del calcio storico fiorentino.

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Posti in piedi in paradiso di Carlo Verdone, Mozzarella stories di Edoardo De Angelis: novità; il cast di Foibe

Nel cast di Posti in piedi in paradiso, il film scritto, diretto e interpretato da Carlo Verdone, ci potrebbe essere, oltre a Marco Giallini, Pierfrancesco Favino e Micaela Ramazzotti, anche Nicoletta Romanoff. La commedia, che racconta la storia di un uomo che si troverà a dividere lo stesso appartamento con altri due uomini separati, uscirà il 20 gennaio 2012 anziché il 13 gennaio.

Ad ottobre nei cinema arriverà Mozzarella stories, la commedia noir diretta da Edoardo De Angelis, con Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo, Andrea Renzi, Giampaolo Fabrizio e Aida Turturro, che racconterà di country campano, canzoni neomelodiche, bufale, camorra casertana e imprenditoria cinese.

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Manuale d’amore 3, recensione in anteprima

Tre nuovi capitoli all’insegna del vademecum sentimental-emotivo sulla tematica amorosa all’italiana, ironicamente snocciolata tra romanticismo, tentazione, abbandono e una buona dose di ottimismo che come si sa è il sale della vita.

Tre storie che affrontano tre età differenti, c’è la giovinezza quella che spesso è foriera di colpi di testa capricciosi, repentini ma facilmente metabolizzabili, poi c’è la maturità in cui il colpo di testa può causare danni irreparabili e cicatrici difficilmente rimarginabili e infine c’è l’infatuazione che arriva irrimediabilmente oltre il tempo limite, ma che colpisce con passionali affondi a cui difficilmente si può resistere.

Grazie ad un simpatico tassista romano, che come una sorta di Cupido (Emanuele Propizio) di nome e di fatto diventa romantica connessione tra i personaggi e le rispettive traversie amorose, faremo la conoscenza del bel Roberto (Riccardo Scamarcio) ambizioso e giovane avvocato che grida tutto il suo amore eterno alla promessa sposa Sara (Valeria Solarino), per poi tracollare di fronte ad un passionale colpo di fulmine scatenato dall’incontro con la fascinosa tentatrice Micol (Laura Chiatti).

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Immaturi, recensione

Assistiamo alle melanconiche vicissitudini di sei perenni maturandi e non solo in senso scolastico, perchè questi sei ex-compagni di liceo si ritrovano dopo 20 anni con vite incasinate, responsabilità latitanti e un diploma tanto sudato che viene invalidato costringendoli a tornare sui libri per ridare un esame che ha rappresentato, nonostante alti e bassi emotivi, il periodo più bello e spensierato della loro vita.

Giorgio (Raoul Bova) è uno psicologo infantile che sembra vivere un’intesa di coppia sin troppo perfetta con la sua compagna (Luisa Ranieri), almeno sino a che lei non gli comunica un’inaspettata gravidanza e a lui non manca il terreno sotto ai piedi.

Lorenzo (Ricky Memphis) agente immobiliare è un mammone e bamboccione di quelli temerari, vive ancora con i genitori e dorme nella sua cameretta con tanto di letto a castello, ma mentre il padre (Maurizio Mattioli) lo vorrebbe fuori di casa, la madre (Giovanna Ralli) continua a trattarlo come un tredicenne evitando di recidere un cordone ombelicale che ha dell’inquietante.

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