Sotto corte marziale, recensione

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1944, il brilante studente in legge Thomas Hart (Colin Farrell)  finisce in un campo di prigionia sotto l’egida di un colonnello nazista che ha nel colonnello americano McNamara (Bruce Willis), ufficiale duro e rigoroso, il suo referente tra i prigionieri.

L’arrivo nel campo di due prigionieri di colore scatena malumori e ritorsioni nella truppa controllata a stento da McNamara che si ritrova prima con uno dei due nuovi detenuti ucciso, e poi con il probabile mandante del primo delitto a sua volta trovato cadavere.

Accusato del secondo delitto il tenente Lincoln Scott (Terrence Howard) che sembra aver agito per vendicare il proprio compagno, lui si proclama innocente, e visto che anche nel campo di prigionia vige la legge marziale, il comandante del campo acconsente che McNamara processi Scott, e che a quest’ultimo venga assegnato un difensore che visti i precedenti accademici sarà proprio Hart.

Sotto corte marziale è un solido war-movie con puntate nel legal-thriller e molti omaggi a classici di sempre come La grande fuga di Sturges e Fuga per la vittoria di Houston, tutta la messinscena si propone, riuscendovi, di coinvolgere gli spettatori regalandogli un finale si prevedibile, ma non per questo meno efficace e godibile.

La progressione degli eventi e ben sostenuta dal regista Gregory Hoblit che nel genere legal ha qualche nobile trascorso, suo l’intrigante thriller Schegge di paura che all’epoca vedeva dubuttare sul grande schermo accanto al veterano Richard Gere un memorabile Edward Norton, sensa dimenticare il recente Il caso Thomas Crewford con protagonista un luciferino Anthony Hopkins.

Il resto lo fa un cast decisamente in parte, bravo Colin Farrell che torna al genere dopo l’anomalo war-movie di Joel Schumacher Tigerland, e un sempre efficace Bruce Willis che torna a indossare divisa e gradi dopo il thriller Attacco al potere.

A conti fatti Sotto corte marziale risulta avvincente, un film che non mancherà di coinvolgere, e pur restando una pellicola decisamente convenzionle, rispetta in pieno i clichè del genere con una intrigante digressione nel legal thriller che dona alla pellicola una marcia in più.