Il caso Thomas Crawford: recensione

la-locandina-di-il-caso-thomas-crawford-48589Thomas Crawford (Anthony Hopkins) è un marito che si scopre tradito, l’iter è sempre lo stesso, moglie giovane e sospetto cambio di abitudini ed atteggiamenti che insopettiscono il signor Crawford, che appurata l’avvenuta cornificazione, decide di metter su un ingegnoso piano per uccidere la bella consorte e farla franca in barba alle severa legislazione degli Stati Uniti.

Si, perche è proprio di una di queste leggi che Crawford intende avvalersi, quella che afferma che nessun imputato assolto in prima battuta per un omicidio può essere giudicato nuovamente per il medesimo reato, quindi fatta la legge, trovato l’inganno, almeno così pensa Crawford che uccisa la moglie si fa beffe della polizia costituendosi per poi uscire indenne dalla causa che lo accusa di omicidio.

Purtroppo per lui, Crawford non ha fatto i conti con un giovane e determinato pubblico ministero che non ha nessuna intenzione di mollare la presa e decide che come la legge si è piegata ai voleri di Crawford sarà lui stesso ad utilizzarla per sbatterlo in prigione.

Gregory Hoblit regista dell’ottimo Schegge di paura, ci regala un elegante thriller a sfondo legale, con due protagonisti in forma, un Anthony Hopkins che rispolvera la sua maschera da villain impersonando un arrogante e mellifluo uxoricida ed il giovane Ryan Gosling che si dimostra all’altezza dell’occasione offertagli.

Sicuramente il film soffre di una certa formalità stilistica e di una ricercatezza visiva in alcuni casi un tantinello fastidiosa, ma è indubbio il carisma del protagonista e la bontà di una sceneggiatura che se pur piena di clichè e situazioni prevedibili riesce comunque a coinvolgere ed intrigare.

Il caso Thomas Crawford è lungi dall’essere un capolavoro, ha una veste decisamente vecchio stile, alcune incertezze di sceneggiatura e un paio di situazioni decisamente forzate, ma questo non ne inficia nè il fascino nè l’intrigante carisma del protagonista, che sembra divertirsi un mondo a caratterizzare un personaggio odioso ed arrogante, senza neanche un barlume dell’ambiguo fascino del dottor Lecter, ma questo si rivela tutt’altro che un difetto.