Facile preda, recensione

085391407225La bella avvocatessa Kate McQuean (Cindy Crawford) denuncia alla polizia di essere stata ferita da un proiettile vagante, sembra che qualcuno l’abbia colpita per errore, a raccogliere la sua denuncia l’ispettore Max Kirkpatrick (William Baldwin), ma quando la casa dell’avvocatessa salterà in aria sarà subito chiaro che l’esperta in diritto di famiglia deve aver pestato i piedi a qualcuno.

Urge intervento dell’FBI, Max prende la sua bella testimone sotto protezione e la scorta ad un incontro con un agente, ma l’incontro salta e i due si ritrovano a fuggire da un gruppo di killer che tentano invano di ucciderli.

Sul luogo dell’imboscata viene rinvenuta una pallottola, la balistica risalirà a munizioni usate da ex-agenti del KGB ancora attivi a Cuba, Kate comincerà a spulciare tra le sue ultime cause alla ricerca di una connessione con quello che sta accadendo, e tra i clienti da lei curati scopre la moglie di un certo Kazak (Steve Berkoff), una causa di separazione e una nave contesa…

Facile preda di Andrew Sipes è quello che si dice un fortunato insieme di coincidenze, che hanno trasformato un action prevedibile in un qualcosa di sorprendentemente funzionale e a tratti coinvolgente.

A far funzionare il film non saranno stati sicuramente i due protagonisti, insomma Cindy Crawford non è un’attrice e il piccolo Baldwin ce la mette tutta, ma nonstante la buona volontà non è il fratello maggiore, sicuramente funziona il villain della situazione, il bieco Steve Berkoff, ma li è tutta faccia ed esperienza da caratterista e certo non basta a tenere in piedi tutta l’operazione.

Allora cos’è che funziona? Semplice la messinscena e la regia, una certa tensione ben costruita e un certo stile, molto videoclip, che in questo caso ammicca vagamente a cult come Arma Letale e a tutto il vasto repertorio di action con protagonisti testimoni sotto protezione.

Questo discreto action è tratto dallo stesso romanzo da cui Stallone si ispirerà per il suo Cobra, un romanzo lineare che nasce come thriller e che gli autori di Hollywood dinamicizzano con forti iniezioni di azione e scontri a fuoco, divertente, non annoia e in alcuni punti riesce persino a coinvolgere, niente male per un film che sulla carta dava già l’idea di un disastro annunciato.