Golden Globe 2011, gli sconfitti

Archiviati i Golden Globe 2011, che come consuetudine rappresentano una sorta di anticamera dei successivi Oscar ponendo di fatto le basi per eventuali futuri vincitori dell’ambita statuetta, possiamo tirare le somme e vedere chi tra i candidati torna a casa deluso e con qualche malumore in più.

Cominciamo con le due categorie principali, miglior film drammatico e miglior comedy, per il primo senza dubbio esce sconfitto su tutti i fronti Inception che non porta a casa  neanche un premio di consolazione, il cervellotico blockbuster di Christopher Nolan che ha rastrellato un consenso di pubblico da plebiscito, si vede soffiare il podio dal notevole The Social Network di David Fincher che ha dalla sua un’intrigante storia vera di business new-generation con tutti i tradimenti, i miliardi e gli scandali del caso.

Sul fronte comedy fa capolino l’indipendente I ragazzi stanno bene di Lisa Cholodenko la cui vittoria non arriva così inattesa come può sembrare, tra due pellicole come Burlesque e The tourist invise a gran parte della critica ufficiale, Alice in Wonderland pur con il pubblico dalla sua parte assolutamente non all’altezza e l’action Red troppo ibrido per accontentare tutti, l’indie con tematica da famiglia allargata nel senso più ampio e alternativo del termine diventa decisamente appetibile.

Sul fronte delle performance attoriali il mancato miglior film al biografico Il discorso del re viene in parte recuperato dal premio a Colin Firth come miglior protagonista maschile in un film drammatico, l’attore stra attraversando una maturità artistica in costante crescendo questo premio arriva dopo la Coppa Volpi a Venezia e la nomination all’Oscar per A Single Man, esce sconfitto senza dubbio James Franco che con 127 Ore di Danny Boyle resta comunque uno dei favoriti per gli Oscar.

Sul fronte comedy, sempre categoria maschile antipasto per Paul Giamatti favorito anche nella corsa agli Oscar con la sua strepitosa performance ne La versione di Barney, onore al merito per Jake Gyllenhaal (Love and other drugs), Kevin Spacey (Casino Jack) e alla doppia nomination di Johnny Depp per The Tourist e Alice in Wonderland, ma qui davvero lo scontro era impari.

Sul versante miglior interprete femminile in un dramma svetta Natalie Portman per Cigno nero-Black Swan, batte l’intensa Nicole Kidman di Rabbit Hole l’unica in grado di insidiarle il podio e forse l’unica sconfitta delle altre candidate considerando l’impegno profuso nella sua interpretazione di una madre attonita dalla morte del figlioletto, mentre per la categoria comedy d’obbligo il premio all’intensa Annette Bening per I ragazzi stanno bene che batte la compagna di set Julianne Moore, quest’ultima l’unica delle altre quattro candidate l’unica in grado di  insidiarle il primo posto.

Proseguiamo con la categoria miglior attore e attrice non protagonista dove si afferma il cast della biopic sportiva The Fighter con Christian Bale, dodici chili in meno e un altro ruolo tormentato e Melissa Leo che batte una memorabile Jacki Weaver in Animal Kingdom.

Grande delusione anche sul fronte italiano per Io sono l’amore di Luca Guadagnino che dopo le polemiche per la mancata candidatura agli Oscar e il grande successo statunitense viene battuto come miglior film straniero dalla danese Susanne Bier e il suo In un mondo migliore e chiudiamo naturalmente con il miglior film d’animazione, ci spiace per gli sconfitti Rapunzel-L’intreccio della torre e il sorprendente Dragon Trainer, ma il capitolo finale Toy Story 3-La grande fuga era  davvero irraggiungibile.