Red, recensione in anteprima

Frank Moses (Bruce Willis) è un-ex agente CIA che ha svolto lavori sporchi per l’Agenzia sino a che quest’ultima non lo ha considerato troppo vecchio congedandolo  con tanto di pensionamento, una situazione che a Moses abituato ad adrenalina ed azione proprio non va giù, tanto che distrugge sistematicamente gli assegni d’indennità che gli arrivano mensilmente solo per avere una scusa per scambiare quattro chiacchiere con Sarah Ross (Mary-Louise Parker), bella telefonista del servizio clienti con la quale Moses stabilisce un bel feeling.

Moses scoprirà ben presto di essere finito su una lista nera redatta dall’Agenzia che vede la maggioranza dei nomi elencati vittime di strani e repentini decessi, dopo essere scampato ad una squadra di pulizia Moses prende con se Sarah e cerca alcuni ex-colleghi per far chiarezza sui motivi per cui la CIA e l’agente speciale William Cooper (Karl Urban) assegnato all’operazione stanno eliminando tutti i nomi della lista.

La soluzione dell’enigma sembra essere legata ad una giornalista del New York Times prima vittima dell’operazione insabbiamento e ad una missione svolta in Guatemala negli anni ’80, missione che ha visto all’epoca Moses ed altri agenti ripulire le conseguenze di una missione finita fuori controllo.

Dopo la brutta esperienza patita con la visione del disastroso Jonah Hex, ecco un altro fumetto targato DC Comics fare il suo debutto su grande schermo, trattasi della miniserie RED creata da Warren Ellis e Cully Hamner, adattamento che vede dietro la macchina da presa il tedesco Robert Schwentke di cui ricordiamo l’intrigante debutto in patria Tattoo e il thriller Flightplan con Jodie Foster.

Red si presenta come uno strano ed intrigante ibrido diretto con notevole dovizia e uno stile che miscela la spy-comedy che ha fatto la fortuna di serial televisivi come Chuck, un look stiloso da cinefumetto di ultima generazione con sequenze action spettacolari e ben coreografate, vedi il recente The losers e un cast stellare che vede riuniti Bruce Willis, Morgan Freeman, John Malkovich ed Helen Mirren a cui si aggiunge la diva da piccolo schermo Mary-Louise Parker, protagonista del fortunato serial tv Weeds.

Schwentke si tiene in equilibrio tra il serio e il faceto con notevole stile, insomma utilizza al meglio la rodata formula dramedy tanto cara la piccolo schermo per due ore che volano via senza intoppi tra scazzottate, battute, scontri a fuoco e una spruzzata di Mission: impossible che non guasta mai.

Bruce Willis sfoggia la vis ironica e sorniona che lo ha trasformato in un divo, Freeman e Mirren gigioneggiano con gran classe, Malkovich si diverte un mondo e la Parker pur se un pò sacrificata dal ruolo romance, che tra l’altro è praticamente lo stesso di Cameron Diaz nella recente action-comedy Innocenti bugie, non passa certo inosservata.

Red andrebbe premiato solo per la levità con cui approccia il genere e il cast che sfoggia, insomma un buon film, divertente e recitato sempre sul filo dell’ironia anche quando su schermo impazza la violenza.