Jonah Hex, recensione in anteprima

Jonah Hex (Josh Brolin) è un cacciatore di taglie ed ex-soldato confederato che ha visto la sua famiglia bruciare viva davanti ai suoi occhi, giustiziata per mano del comandante Quentin Turnbull (John Malkovich), ufficiale ormai in preda ad una sanguinaria follia.

Turnbull non uccide Hex, ma lo sfigura marchiandone a fuoco il viso e lasciando che il ricordo dei suoi cari arsi vivi ne divori l’anima giorno dopo giorno, portandolo lentamente e inesorabilmente alla follia.

Hex verrà trovato in fin di vita da alcuni pellerossa che lo cureranno, ma non impediranno che l’uomo tocchi con mano l’aldilà prima di tornare tra i vivi, trasferta ultraterrena che darà ad Hex il potere una volta tornato in vita di parlare con i morti.

La notizia che Turnbull è perito in un incendio non lenirà, ma anzi accentuerà la frustrazione di Hex che deciderà di sfogare la mancata vendetta diventando un temibile e spietato cacciatore di taglie, ma una delle consegne finita male, farà si che Hex si trasformi in poco tempo da cacciatore a cacciato, diventando egli stesso un prezioso ricercato.

La sorprendente scoperta che Turnbull è ancora in vita e la proposta del Presidente degli Stati Uniti di graziarlo in cambio dell’uccisione dell’ex-ufficiale e carnefice della sua famiglia, riaprirà inaspettatamente la partita e sarà per Hex l’occasione di portare finalmente a compimento l’agognata vendetta, prima che Turnbull utilizzi una superarma segreta per mettere a ferro e fuoco l’intera nazione.

Davvero travagliato l’adattamento di questo fumetto della DC Comics creato negli anni ’70 da John Albano e Tony Dezuniga, che all’epoca idearono un vero e proprio antieroe dal volto sfigurato e l’anima tormentata dal desiderio di vendetta che si muoveva tra suggestioni western e sovrannaturale.

Non si riesce a capire come abbia potuto la Warner sottovalutare tanto un personaggio così ricco di potenzialità nel suo rileggere in chiave fanta-horror il genere western, prendendo a prestito molte delle caratteristiche del Cavaliere oscuro e del Ghost rider della Marvel.

Sin dalle prime battute si ha qualche spiacevole reminiscenza alla Wild Wild West che fa prefigurare un imminente disastro, ma la domanda sorge spontanea, si può mettere in mano ad un regista specializzato in lungometraggi d’animazione, al suo primo film live-action e con all’attivo solo la regia del simpatico Ortone e il mondo dei Chi la storia di un cacciatore di taglie sfigurato a cui hanno massacrato la famiglia e che parla con i morti?

La risposta è su schermo, una confusione totale accentuata da una serie di  reiterati rimaneggiamenti voluti dalla Warner in fase di post-produzione, l’elemento horror-sovrannaturale è trattato in maniera a dir poco imbarazzante, le uniche due sequenze un tantinello cruente tagliate, è proprio il caso di dirlo con l’accetta, il film arriva dal fumettoso incipit alla sequenza finale senza che nel mezzo sia accaduto praticamente nulla.

Da questo disastro in cui anche John Malkovich si perde, proviamo a salvare solo Josh Brolin che andrebbe premiato per il coraggio nel recitare con un ingombrante make-up prostetico che ne ha minato in toto l’espressività e trasformato i risibili dialoghi in qualcosa di innaturalmente impegnativo.

Capiamo che Jonah Hex non possa avere l’appeal da botteghino di uno Spiderman o di un Batman, ma un minimo di rispetto verso il personaggio era d’obbligo, insomma ennesima occasione persa che va archiviata insieme alla recente delusione per Solomon Kane, un vero peccato.

Note di produzione: grande flop negli States per la pellicola bocciata dalla critica e snobbata dagli spettatori, a fronte di ben 47 milioni di dollari investiti il film ne incassa poco più di 10, il film già uscito oltreoceano in DVD, al momento non ha ancora una data di uscita italiana.