The Wolf Man, l’origine del mito

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In occasione dell’imminente uscita del remake con protagonista Benicio Del Toro, oggi vi vogliamo parlare di un cult datato 1941, L’uomo lupo, nato dalla fantasia dei creativi degli studi Universal, responsabili anche di altri mostri cult in celluloide come la mummia, la creatura di Frankenstein e Il mostro della Laguna Nera.

Il film  in un splendido e suggestivo bianco e nero narra la tragica storia della  maledizione che affligge un gentiluomo inglese, Larry Talbot (Lon Chaney Jr.), tornato a casa dopo molto anni a causa dell’improvvisa morte del fratello maggiore.

Unico erede dei beni di famiglia e in continua lite con il padre, Talbot in una notte di luna piena, per difendere una donna, ucciderà un licantropo che gli trasmetterà un’antica maledizione che lo tramuterà ben presto in una pericolosa e famelica creatura della notte.

Nonostante gli anni trascorsi L’uomo lupo rimane un classico che ancora oggi colpisce per atmosfere e suggestioni mistico-religiose, fotografia, musica e scenografie regalano allo spettatore un’atmosfera misteriosa e magica, il resto lo fa lo strepitoso trucco di George Pierce affinato e migliorato dopo la creatura de Il segreto del Tibet (1935).

Il film, capostipite del genere, verrà negli anni più volte citato ed omaggiato, come nei cult Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis o ne L’ululato di Joe Dante. Anche il make-up, e per l’epoca sbalorditiva trasformazione, fecero proseliti tra gli addetti ai lavori, tra questi lo specialista Rick Baker, make-up artist di fama mondiale che ispirato dal lavoro del collega Pierce, non solo intraprese una fulgida carriera negli effetti speciali, ma creò anche la memorabile trasformazione live-action nel cult di Landis.

ANCHE L’UOMO CHE HA PURO IL SUO CUORE, ED OGNI GIORNO SI RACCOGLIE IN PREGHIERA PUO’ DIVENTAR LUPO SE FIORISCE L’ACONITO, E LA LUNA PIENA SPLENDE LA SERA.