Habemus Papam, recensione in anteprima

Una folla di fedeli e le televisioni di tutto il mondo sono in trepida attesa che dal balcone si affacci su piazza San Pietro il nuovo pontefice appena eletto dal conclave per la rituale benedizione e un piccolo discorso di insediamento, purtroppo se la fumata bianca ha innescato l’entusiasmo all’esterno, all’interno nelle sontuose stanze vaticane si sta consumando un vera e propria tragedia, perchè il nuovo pontefice (Michel Piccoli) dopo l’elezione ha avuto un vero  e proprio crollo nervoso accompagnato da quello che sembra a tutti gli effetti un attacco di panico.

I cardinali e il portavoce della Santa sede (Jerzy Stuhr) corrono subito ai ripari, visto che il nuovo pontefice non ha alcuna intenzione di insediarsi chiamano a supporto uno psicanalista (Nanni Moretti), anzi no il miglior psicanalista sulla piazza che però si scontra da subito con le ferree regole che vigono durante l’elezione e oltre a non riuscire ad approfondire il problema che affligge Sua santità a causa dell’invadenza dell’intero conclave e dello staff, viene letteralmente sequestrato per paura che possa lasciar trapelare qualche indiscrezione sulla crisi papale.

Così il portavoce accetta il consiglio di portare il pontefice dall’ex-moglie dello psicanalista anch’essa psicologa (Margherita Buy), commettendo però il grosso errore di portare il reticente pontefice all’esterno delle mura vaticane, facilitandone così una vera e propria fuga con tanto di latitanza, che se da una parte servirà al religioso per schiarirsi le idee dall’altra manderà nel pallone staff  e sicurezza che mentre cercano di rintracciare il fuggiasco faranno credere a tutti che l’uomo stia invece riposando nelle sue stanze.

Nanni Moretti torna dietro la macchina da presa a quattro anni da Il caimano per riproporci il Moretti che preferiamo, quello de La stanza del figlio tanto per intenderci, lontano dai lidi della politica tout-court e dalla nostalgia canaglia, regalandoci un piccolo gioiello acuto ed ironico, oltremodo elegante nella messinscena e mai banale nel suo esplorare fragilità e luoghi comuni che si celano dietro la carica religiosa per antonomasia, che come ci mostra Moretti è decisamente onerosa nel suo voler miscelare con troppa nochalance religiosità e necessità terrene.

Moretti si ritaglia un personaggio irresistibile che come una sorta di anarcoide e un pò folle corpo estraneo si aggira tra le sontuose stanze vaticane, gioca a carte con i cardinali, ne bacchetta l’abuso di farmaci e li convince a partecipare ad un torneo di pallavolo a squadre, insomma ogni occasione e buona per mettere in mostra un vero e proprio teatrino di varia e spassosa umanità che funge da perfetto contrappunto al malinconico personaggio di Michel Piccoli, che nel frattempo si aggira per la città in una sorta di simbolico pellegrinaggio in cerca di un segno che gli indichi la strada o perlomeno qualcuno capace di spiegargli da dove proviene quel grande terrore che lo sta paralizzando.

Habemus Papam è un film che stavolta ammicca ad un pubblico più ampio dei consueti morettiani doc e dei cinefili da festival, Moretti maneggia con estrema dovizia una confezione sontuosa ed elegante, riuscendo a maneggiare con classe una tematica senza dubbio irta di spigolosità, ma in questo particolare caso anche piuttosto stimolante.

Nella sale dal 14 aprile 2011

Note di produzione: tra i cardinali del conclave troviamo anche i veterani Renato Scarpa (The Tourist) e Roberto Nobile, quest’ultimo noto per il ruolo di Antonio Parmesan nella fiction Distretto di Polizia, le musiche sono di Franco Piersanti collaboratore di lunga data di Moretti per cui ha musicato sei pellicole tra le quali Bianca e l’esordio Io sono un autarchico, alla sceneggiatura ha collaborato Francesco Piccolo, tra i suoi lavori Caos Calmo e Il Caimano entrambi con Moretti e Giorni e nuvole di Sivio Soldini.