10 film biografici da premio Oscar

Visto l’approssimarsi della notte degli Oscar 2011 e visto che tra i nominati per il miglior film dell’anno figurano ben due pellicole biografiche come lo storico Il discorso del re e lo sportivo The Fighter, abbiamo pensato di stilare una classifica con le nostre dieci migliori biopic da Oscar che a partire dagli anni ’70 abbiano vinto o siano state ammesse nella rosa dei candidati alla prestigiosa statuetta.

Il compito si è rivelato oltremodo arduo perchè le storie vere, i fatti di cronaca e le vite dei grandi personaggi che hanno fatto la storia non si sono dimostrate solo materia prima da sogno americano formato hollywoodiano, ma anche materia ricorrente e decisamente molto gradita nella selezione effettuata annualmente dall’Academy, selezione che dagli anni ’70 ad oggi ha visto una quarantina di pellicole dal formato biografico approdare alle nomination con ben 11 vittorie nella categoria miglior film, vittorie tra cui spiccano kolossal come Ghandi (1983) di Richard Attenborough e L’ultimo Imperatore (1988) di Bernardo Bertolucci, disastri che hanno segnato la storia come quello narrato nel Titanic di Cameron o vite di menti geniali irrimediabilmente minate dalla malattia come quella del matematico e premio Nobel John Forbes Nash jr. nel memorabile A beautiful mind (2001) di Ron Howard.

Dopo il salto trovate la nostra classifica completa di trailer, naturalmente per qualsiasi segnalazione o aggiunta alla nostra top ten lo spazio commenti è a vostra disposizione.

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Il cliente, recensione

L’undicenne Mark Sway (Brad Renfro) vive con la madre e il fratellino in una roulotte in quel di Memphis, un pomeriggio come tanti il ragazzo ruba delle sigarette dalla borsa della madre e rifugiatosi nel bosco per fumare di nascosto incappa nell’avvocato della mafia Romey Clifford intento a suicidarsi.

Interrotto dai due ragazzini Romey fa salire in macchina Mark e gli racconta del suo lavoro, del famigerato boss Barry la lama Muldano (Anthony LaPaglia) e prima di uccidersi fornisce al ragazzo l’ubicazione del corpo del Senatore Boyette, ucciso e occultato proprio da Muldano.

A suicidio avvenuto Ricky sotto shock viene ricoverato in ospedale e Mark è interrogato da un agente convinto che stia mentendo, ma prima che il ragazzino finisca nelle mani dell’ambizioso procuratore Roy Foltrigg (Tommy Lee Jones) in piena campagna politica, Mark incontra l’avvocatessa Reggie Love (Susan Sarandon) che intuito l’andazzo e il destino del ragazzo decide di assumerne pro bono la difesa.

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Il Codice da Vinci, recensione

Il corpo del curatore del prestigioso Museo del Louvre di Parigi viene rinvenuto senza vita e ricoperto di strani simboli, ad una più attenta osservazione, postura e posizione del corpo rappresentano un’inquietante riproposizione de L’uomo vitruviano una delle opere più celebri di Leonardo da Vinci e i segni sul corpo sembrano essere stati opera della vittima stessa che ha utilizzato il proprio sangue per tracciarli.

Naturalmente le autorità parigine brancolano nel buio e vista la complessità ed unicità degli elementi rinvenuti della scena del crimine l’ispettore Bezu Fache (Jean Reno) convoca il professore di Harvard Robert Langdon (Tom Hanks) esperto in simbologia religiosa, sarà proprio lui a dare gli elementi determinanti per decifrare la scena del crimine, un’interpretazione che sconcerterà non poco Fache che comincerà a nutrire dei sospetti su Langdon.

In soccorso di Langdon arriverà la graziosa crittologa Sophie Neveu (Audrey Tautou) consulente della polizia che racconterà all’ignaro Langdon che le autorità lo considerano un sospettato a causa di un indizio trovato sulla scena del crimine, Langdon avuta la prova delle affermazioni della ragazza si darà alla fuga e indizio dopo indizio, cadavere dopo cadavere arriverà ad una sconcertante rivelazione capace di stravolgere secoli di cultura cattolica, arrivando a scoprire la vera natura del leggendario santo Graal.

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The Dilemma, immagini della comedy di Ron Howard

Spazio gallery quest’oggi dedicato al nuovo film di Ron Howard The Dilemma, il regista di Angeli e demoni A beautiful mind dopo una serie di film drammatici torna alla commedia con una pellicola che vede Vince Vaughn (L’isola delle coppie) e Kevin James (Il superpoliziotto del supermercato) nei panni di una coppia di amici e soci in affari.

Il dilemma a cui si riferisce il titolo riguarda il personaggio di Vaughn che non sa se riferire all’amico della presunta infedeltà dalla moglie beccata da lui in atteggiamenti sospetti con un prestante Channing Tatum (Dear John).

Ricco cast femminile, nel ruolo della moglie fedifraga Winona Ryder a cui si aggiungono Jennifer Connelly e Queen Latifah. Dopo il salto trovate le prime immagini del film che uscirà negli States il 14 gennaio 2011. (foto Cinema Blend)

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La torre nera, la saga di Stephen King diventa una trilogia cinematografica

Sino ad oggi l’unica trasposizione realizzata per La torre nera, saga fantasy in sette volumi scritta da Stephen King miscelando con dovizia horror, western e fantascienza era stata quella realizzata dalla Marvel in una miniserie a fumetti supervisionata da King e scritta da Peter David.

E di queste ore la notizia di un ambizioso progetto messo in piedi dalla Universal sulla scia del successo de Il signore degli Anelli di Peter Jackson, che all’insegna della sinergia creativa ha coinvolto anche il network NBC per portare sul grande e piccolo schermo la saga dello scrittore americano, considerata da molti la sua opera più rappresentativa.

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10 film con Russell Crowe

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Da domani nelle sale italiane approda il Robin Hood di Ridley Scott con Russell Crowe e per l’occasione abbiamo voluto dedicare, a regista e protagonista del film, due top ten con quei film che secondo noi rappresentano le loro migliori performance che tra l’altro in alcuni casi coincidono, visto che Scott ha una palese inclinazione artistica per la star australiana.

Dopo la classifica dedicata ai 10 migliori film di Ridley Scott, oggi vi proponiamo le 10 migliori pellicole interpretate da Russell Crowe che ricordiamo nasce a Wellington in Nuova Zelanda il 7 aprile 1964 e dopo alcune apparizioni televisive debutta sul grande schermo nel 1990 nel dramma bellico Giuramento di sangue di Stephen Wallace, anche se il primo ruolo importante arriverà due anni dopo nell’action-drama di Geoffrey Wright Skinheads.

Dopo il salto la nostra personale top ten in cui naturalmente non possono mancare ne Il gladiatore di Ridley Scott, pellicola che l’ha reso definitivamente carismatica star mondiale, facendogli conquistare il suo primo Oscar, ne tantomeno la sua migliore performance attoriale, la biopic A beautiful mind di Ron Howard che ci ha fatto scoprire un talento ancora inespresso e una dedizione per la caratterizzazione degna dei più grandi nomi di Hollywood, performance che gli ha fruttato un Golden Globe, un BAFTA e una nomination agli Oscar nel 2001, battuto sul filo di lana dal cattivissimo poliziotto Denzel Wahington di Training Day.

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A Beautiful Mind, recensione

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Il giovane e talentuoso matematico John Nash (Russell Crowe) è l’esempio vivente del binomio genio e sregolatezza, la sua mente è un intuitivo e infallibile calcolatore, ma la sua personalità è irrimediabilmente minata da una serie di problemi nello stabilire rapporti col prossimo.

Questo non impedisce a Nash di entrare nella prestigiosa Princeton, farsi un amico. il suo strambo compagno di stanza Charles Henman (Paul Bettany) e con una tesi di sole ventisette pagine prendere un secolo di teorie matematiche applicate all’economia e buttarle nel cestino, sostituendole con nuove e incredibili intuizioni che renderanno obsolete persino le teorie dell’esimio economista Adam Smith.

La sua intelligenza, così come la sua eccentricità, non sembrano passare inosservate, alla prima sembra interesssato il governo degli Stati Uniti in cerca di talentuosi crittografi che attraverso l’agente in incognito William Parcher (Ed Harris) recluta Nash, mentre della seconda si innamora la bella studentessa di fisica Alicia (Jennifer Connelly)  che Nash sposerà.

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Paul Bettany: British style

Attore carismatico e dalla recitazione enfatica, le origini teatrali aiutano molto la caratterizzazione dei suoi personaggi rendendoli sfaccettati e sempre sul filo dell’ambiguità, interpretazioni poggiate molto su di una fisicità tipicamente british.

My life:

Paul Bettany nasce a Londra il 27 Maggio 1971, da padre attore ed insegnante di teatro con alle spalle un passato di ballerino classico, e madre cantante affermata.  Paul ha un fratello ed una sorella, Sarah e Matthew, quest’ultimo perderà la vita tragicamente a causa di una caduta, la morte del fratellino minerà irreparabilmente la famiglia del futuro attore che a a nove anni assisterà all’inevitabile divorzio dei genitori e sarà costretto a trasferirsi con la madre nella cittadina di Brookmans Park.

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Ron Howard: una vita per il cinema

Noto al grande pubblico per l’interpretazione del Richie Cunnigham nella serie tv Happy days, in realtà Ron Howard è uno dei più quotati cineasti di Hollywood, la sua carriera è costellata di successi e riconoscimenti, quando le major hanno bisogno di solidità, sicurezze sulla produzione e capacità di gestire grossi budget e probabili blockbuster Ron Roward è il regista su cui fare affidamento.

Ron Howard nasce a Duncan (Oklahoma-USA) il 1° Marzo 1954, comincia la sua lunga carriera ancora neonato in una serie di spot pubblicitari, nel 1959 recita nell’episodio La giostra del serial Ai confini della realtà, nel  1963 è nella commedia Una fidanzata per papà di Vincent Minnelli, nel frattempo studia cinema alla University of Southern California, ma non completerà mai i corsi.

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Ed Harris: l’anima inquieta dell’uomo medio americano

Attore che mixa un viso ed una fisicità efficacemente tranquillizzanti ad un animo irrequieto e dagli estremismi autoriali che rivelano inquitudine e profondità notevoli, questo permette a Ed Harris di rassicurarci con caratterizzazioni politically correct come in Apollo 13 e The abyss e affondare fendenti interpretativi con film come An history of violence e Pollock.

Edward Allen Harris nasce il 28 Novembre 1950 a Tenafly nel New Jersey (USA), madre agente di viaggi, padre corista e bibliotecario, studia alla Tenafly High School, la passione per lo sport si fa presto sentire ed il giovane Harris sceglie l’atletica che gli aprirà le porte, per meriti sportivi della Columbia University è il 1969.

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Recensione: Il bambino con il pigiama a righe

Anni ’40 Bruno, otto anni, al ritorno da scuola trova la sua casa in fermento, sembra dal gran movimento e dall’agitazione della madre che stiano per trasferirsi, in Bruno nascono le prime paure, l’allontanarsi da luoghi familiari e dagli amici lo preoccupa molto, e le sue paure si fanno reali quando parte e si ritrova in campagna in una grande ed inquietante casa isolata, senza nessun vicino con cui giocare. Ben presto la noia si farà strada nelle lunghe giornate del bambino e la curiosità lo porterà ad esplorare i dintorni, compresa quella “fattoria” circondata dal filo spinato oltre il bosco.

Le sue continue domande sulla strana fattoria che vede dalla finestra, abitata da delle persone che indossano dei pigiami a righe innervosisce non poco la famiglia di Bruno, la sorella Gretel sembra comunque non interessarsi molto del fratellino, la madre racconta storie su fantomatici campi di lavoro raccontategli dal marito ufficiale nazista, ma la curiosità di Bruno è forte e lo porta a fare la conoscenza di uno degli internati, un bambino della sua stessa età Shmuel, instaurera’ con lui una tenera amicizia che sfocierà in terribili conseguenze e nella scoperta di una crudele e sconcertante verità.

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Jennifer Connelly

Jennifer Connelly è bellissima, lo era quando ha iniziato la sua avventura nel mondo del cinema, lo è ora, che l’avventura continua, con sempre maggiore entusiasmo. Il suo nome è legato a quello di pellicole come Labyrinth, il film fantastico di Jim Henson del 1986, o a quello di Sergio Leone, che l’ha diretta nel capolavoro C’era una volta in America.

Niente male come inizio, dopo un pre-inizio come modella nel campo della pubblicità; Labyrinth, che sfoggiava un David Bowie in grande spolvero, è un film fantastico, un viaggio in un mondo fantasy i cui tratti inquietanti sono diventati cult.

Collabora, nel 1985, con Dario Argento, recitando accanto a Daria Nicolodi e a Donald Pleasence in Phenomena. Fa uno strano effetto pensarla su un filo diretto che collega un lontano Dario Argento a un certamente più attuale Darren Aronofsky.

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Russell Crowe, un gladiatore ad Hollywood

Russell Crowe è oggi attore affermato e di grande richiamo, non si può certo contestare la sua  bravura, e un immenso impegno profuso in ogni personaggio affrontato, uno stile immersivo che ha reso famosi attori del calibro di Robert Deniro, Make-up, chili in più, mimica e gestualità  poco consone al suo aspetto da ragazzone australiano, ci riferiamo al film A beautiful mind, i grandi registi lo cercano per ruoli di un certo spessore e sembrano passati i tempi in cui si lamentava in lui una certa rigidità espressiva e poca capacità recitativa.

Ma facciamo un passo indietro, Russell Crowe nasce a Strathmore Park, sobborgo di Wellington, il 7 aprile 1964. figlio di una coppia addetta al catering sui set cinematografici, il piccolo Russell all’età di 4 anni si trasferisce con i genitori in Australia, dove comincia a familiarizzare con l’ambiente cinematografico e a soli otto anni debutta come orfanello nel serial tv Spyforce.

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