Recensione: Il respiro del diavolo

Max (Josh Holloway) è un poco di buono in cerca di redenzione, uno che ha sempre vissuto ai margini, ma che sogna una vita normale fatta di lavoro, casa e famiglia, ma i soldi facili e amicizie sbagliate ne hanno inesorabilmente segnato il destino.

Comunque Max non si arrende, lui vuole una vita normale, con la sua ragazza Roxanne (Sarah wayne Callies), cerca di acquistare un piccolo locale da restaurare per aprirci una tavola calda, ma il peregrinare dell’uomo di banca in banca in cerca di un prestito è vano e frustrante, il suo sogno lentamente perde di consistenza, ma la telefonata di un vecchio amico, il losco Sidney Braverman (Michael Rooker), che gli propone un lavoretto perr tirare su qualche soldo, sembra aprire uno spiraglio nella disperata situazione in cui versa Max.

Il lavoretto in questione consisterebbe in un sequestro a scopo di estorsione di un ragazzino, David Sandborn (Blake Woodruff) figlio unico di una ricca famiglia, a prima vista la cosa è allettante, bei soldoni, rischio calcolato e finalmente il sogno nel cassetto potrebbe diventare realtà..

Il ragazzino in questione, in questi casi la sfortuna non ha alcuna pietà, sembra essere l’anticristo personificato. La piccola e luciferina peste comincia un perverso gioco ad eliminazione con suoi sequestratori, utilizzando segreti, fobie e debolezze di ciascuno, mettendoli uno contro l’altro, ed utilizzando tutta una serie di poteri sovrannaturali di cui ogni piccolo demone dispone.

Il respiro del diavolo rappresenta la prevedibilità fatta film, non c’è minuto durante la visione in cui non si ha la forte sensazione di sapere con esattezza cosa accadrà ai personaggi di lì a qualche secondo, preveggenza?, no sceneggiatura da film tv con zero originalità e altrettante scontate trovate mal supportate da una regia, dell’esordiente Stewart Hendler, assolutamente piatta e incolore, un compitino pulito che lascia perplessi per una totale mancanza di guizzi ed escamotage di regia che nel thriller sovrannaturale sono indispensabili.

Il cast, su tutti Josh Holloway, sembrano scivolare inerti attraverso le scene senza trasmettere nulla, ma come potrebbero visti gli insulsi dialoghi, il piccolo protagonista sembra un bambolotto di cera, l’unico attore degno di nota, Michael Rooker, visto l’andazzo del film si fa stroncare da un’infarto all’inizio della pellicola.

E’ sconcertante, si è preso The ransom-il riscatto di Ron Howard e Omen-il presagio miscelandoli maldestramente, traendone il peggio, le dinamiche tra i  sequestratori che avrebbero fatto la differenza sono state sostituite da imbarazzanti dialoghi e frettolose dipartite dei protagonisti.

La parte prettamente thriller assente, a parte il continuo ed irritante tentativo del regista di usare l’effetto sorpresa, con relativo balzo dalla sedia che alla fine sfiora il ridicolo per l’uso inproprio e ripetitivo che ne viene fatto, l’horror, stendiamo un velo pietoso, infine di sovrannaturale c’è la pazienza nell’arrivare al termine del film.

Qualsiasi puntata della serie tv X-files, per regia, tensione e sceneggiatura supera di gran lunga questa mediocre pellicola, e allora perchè spendere dei soldi per andare a vedere un film del genere al cinema, quando il costo di un noleggio del medesimo ci sembra pure troppo?