King Kong, recensione

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1933 la Grande despressione attanaglia la popolazione americana mentre in quel di New York l’attrice Ann Darrow (Naomi Watts) è in cerca di un ruolo che la risollevi dalla crisi economica in cui versa, ricerca che gli farà incontrare l’eccentrico regista Carl Deham (Jack Black) intenzionato a girare il flm che lo farà passare alla storia.

Al regista e all’attrice si unirà anche lo sceneggiatore Jack Driscoll (Adrien Brody), in realtà la sua sarà un reclutamento forzato, ma Denham non ha rivelato tutti i particolari su Skull Island, la misteriosa location dove avranno luogo le riprese, non solo si tratta di una leggendaria isola non segnata sulle mappe, ma si vocifera dotata anche un’inospitale habitat inesplorato e irto di pericoli.

Approdati a Skull Island equipaggio e troupe si renderanno ben presto conto di essere i primi visitatori civilizzati a mettere piede di quel paradiso perduto, che come congelato milioni di anni addietro sfoggerà ben presto una flora ed una fauna da incubo, indigeni ben poco ospitali e una gigantesca e mostruosa divinità venerata con sacrifici umani, il maestoso Kong.

Impressionante omaggio al cinema fantastico ed ai monster-movies il King Kong di Peter Jackson, il regista ci accompagna nei mendri del suo immaginario cinefilo fatto di maestose mostruosità, cinema di genere, e l’inconfondibile tratto horror, anche in questo caso inserito ad hoc ed estremizzato nell’indimenticabile sequenza del nido.

Il film di Peter Jackson non intende omaggiare solo l’indelebile icona in celluloide lanciata nel lontano 1933 dalla copia di registi Merian C. Cooper ed Ernest B. Shoedsack, ma anche classici come Il mondo perduto di Irwin Allen omaggiato già a suo tempo da Spielberg nel dittico Jurassic Park/Il mondo perduto.

Jackson riesce dove Roland Emmerich con il suo Godzilla aveva fallito, effetti speciali incredibili e suggestioni action-avventurose in un beast-movie di ultima generazione all’ennesima potenza, da cui trapela un immaginario nutrito ad icone del fantastico di sempre e un cinema fatto di passione ed artigianato. Impossibile non lasciarsi coinvolgere stupefatti dagli epici scontri tra Kong e i devastanti T-rex, ne tantomeno da una memorabile location tanto letale e spaventosa quanto affascinante, come quella della perduta Skull Island.

Concludiamo con una curiosità ricordando che in contemporanea al film all’epoca uscì anche l’omonimo videogame supervisionato dallo stesso Peter Jackson, ad oggi una delle migliori trasposizioni videoludiche di sempre, che miscelava avventura in prima persona con memorabili scontri tra Kong, impersonato dal giocatore e i devastanti T-rex, il tutto condito con effetti sonori davvero coinvolgenti.

Concepito come un’avventura interattiva che ripercorreva la trama del film, con una grafica efficace ed immersiva, il videogame nonostante la non eccessiva longevità, dovuta ad un livello di difficoltà medio-basso, permetteva di rivivere in prima persona molte delle suggestioni trasmesse dallo splendido film di Jackson, per gli amanti del film sicuramente un classico da scoprire e riscoprire. In coda al post trailer film e trailer videogame.