Scarface, recensione

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Anni’ 80 a Cuba alcuni detenuti vengono scarcerati e spediti, con la scusa di riabbracciare i loro cari, in quel di Miami. Assiepati in centri di accoglienza dall’immigrazione molti di loro riusciranno ad uscirne con un visto, e se alcuni cercheranno di perseguire il sogno americano onestamente, altri come Tony Montana (Al Pacino), sceglieranno il crimine come scorciatoia per soldi e successo.

Montana sa esattamente quello che non vuole, non finirà a fare lo sguattero per qualche dollaro l’ora o il tirapiedi di qualche boss, così una volta inseritosi nell’organizzazione di Frank Lopez (Robert Loggia) boss dedito al traffico di cocaina, inizierà la sua personale scalata al potere.

L’irruenza e la franchezza dell’uomo prima conquisteranno Lopez che lo sceglierà per affiancare il suo braccio destro Omar Suarez (F. Murray Abraham), poi capita sino in fondo l’ambizione sfrenata del suo nuovo pupillo Lopez tenterà di eliminarlo e non riuscendovi decreterà la sua condanna a morte.

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Gli Aristogatti, recensione

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In una romantica e galeotta Parigi di inizio ‘900 la gatta Duchessa e i suoi tre cuccioli vivono tra gli agi ed il lusso in un splendida casa di un’anziana nobildonna, che intuendo che i suoi gatti sarebbero sopravvissuti a lei decide di includerli in un testamento lasciandogli ogni suo bene.

All’eventuale dipartita dei micetti la donna chiede al suo avvocato di  inserire come ulteriore beneficiario della sua fortuna il maggiordomo Edgar, che ascoltata la conversazione pensa bene di non aspettare tanto, diamine sette vite sono un’eternità, decidendo di sbarazzarsi subito di Madame e miagolante prole.

Drogato con del sonnifero il pasto di Duchessa e dei suoi micetti, a farne le spese anche l’ignaro Groviera topino scroccone, Edgar carica i gatti sul suo sidecar e si allontana dalla villa intenzionato ad abbandonarli il più lontano possibile, ma l’interventi di un paio di esagitati cagnoloni interrompe la corsa di Edgar che perderà lungo la strada cesto e gatti, che finiranno in mezzo alla vegetazione, mentre il maggiordomo proseguirà indenne la sua corsa.

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L’attimo fuggente, recensione

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Vermont 1959, Nell’austera accademia maschile di Welton dove le regole severe e la disciplina ferrea sono all’ordine del giorno, piomba l’estroverso professore di letteratura John Keating (Robin Williams) che come un fulmine a ciel sereno ribalta le regole della scuola e l’approccio al programma e all’insegnamento, sobillando il lato cretivo ed anticonformista dei suoi studenti.

Il miglior veicolo per la conoscenza senza inutili lacci e lacciuoli formali viene dalla poesia e dalla letteratura, autori come Whitman ed Emerson saranno i più adatti per coinvolgere e catturare l’attenzione dei ragazzi, che non solo si sentiranno spinti a crearsi delle opinioni proprie, ma cercheranno di cambiare il loro approccio al quotidiano.

Cinque degli allievi di Keating rimarranno affascinati da alcuni racconti del professore che parlano di un gruppo chiamato La setta dei poeti estinti e si riuniranno nottetempo per emularne le gesta, declamando poesie e scambiandosi libri e manoscritti.

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Il dottor Zivago, recensione

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Nella Russia zarista il giovane studente in medicina Yuri Zivago (Omar Sharif) sposata la cugina Tonya (Geraldine Chaplin) cresciuta con lui, incontrerà e si innamorerà di Lara Antipova (Julie Christie) ragazza di umili origini. Zivago la rincontrerà qualche tempo dopo in drammatiche circostanze aiutandola ad evitare la prigione dopo che Lara spara ed uccide l’amante della madre che l’ha sedotta e umiliata.

Le strade dei due torneranno ad incrociarsi allo scoppio della prima guerra mondiale al fronte, dove Lara è impegnata come crocerossina e nel frattempo si è sposata con un rivoluzionario, nuovamente separati Zivago farà ritorno a Mosca dove sarà costretto, famiglia al seguito, a lasciare la città in preda ai tumulti della rivoluzione bolscevica per rifugiarsi in un isolato vilaggio.

L’uomo ben presto scoprirà che a poca distanza dalla sua tenuta vive anche Lara, stavolta i due non resisteranno alla passione e diverranno amanti sino alla cattura di Zivago per mano dell’Armata rossa, i due torneranno insieme tempo dopo, e in un ultimo struggente addio si lasceranno ancora un’ultima volta per non incontrarsi mai più, anche se una figlia resterà a testimoniare la forza della loro travolgente storia d’amore.

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Le avventure di Pinocchio, recensione

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Il falegname Geppetto (Nino Manfredi) povero in canna con un ciocco parlante regalatogli da Mastro Ciliegia (Ugo D’Alessio) scolpisce il figlio mai avuto che dovrebbe confortarlo nella vecchiaia, ne nasce il burattino Pinocchio (Andrea Balestri) che in una notte verrà, grazie alla magia della Fata Turchina (Gina Lollobrigida), tramutato in un bambino.

Pinocchio però si rivelererà per Geppetto una fonte inesauribile di preoccupazioni e guai, svogliato, ribelle e inguaribile bugiardo, Il ragazzino venderà i libri di scuola per finire nel teatro di burattini gestito da Mangiafuoco (Lionel Stander), verrà derubato dalla coppia di ladri e truffatori il Gatto e la Volpe (Franco Franchi e Ciccio Ingrassia) e finirà trasformato in un ciuchino grazie all’amico e cattiva compagnia Lucignolo (Domenico Santoro).

Dopo essere stato inghiottito da una balena nella cui pancia incontrerà il suo Babbino Geppetto con il quale fuggirà dall’insolita prigione, Pinocchio tornerà finalmente a casa pronto a comportarsi da bravo figlio e scolaro, confortato dall’amore del padre e della Fata Turchina.

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Fuga da Alcatraz, recensione

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Frank Morris (Clint Eastwood) è davvero un osso duro e un mago dell’evasione, alle spalle altre detenzioni e altrettante rocambolesche fughe da penitenziari sparsi per gli States, ma stavolta l’impresa che si appresta a compiere potrebbe essere davvero impossibile.

Infatti Morris viene trasferito nel carcere di massima sicurezza per antonomasia, una vera tomba d’acciaio e cemento, la famigerata Alcatraz, fortezza/penitenziario situata su di un isolotto nella baia di San francisco, dotata di serratissimi sistemi di sorveglianza ed un’applicazione delle norme carcerarie che va ben oltre l’umana sopportazione.

Questo non fermerà l’uomo che con l’appoggio di altri due detenuti si preparerà ad entrare nella leggenda espugnando il carcere più sicuro di tutti gli Stati Uniti  d’America, almeno sino ad allora.

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L’avvocato del diavolo, recensione

The_Devil_s_Advocate []Il rampante ed ambizioso avvocato Kevin Lomax (Keanu Reeves) ha una bella moglie, una madre devota cristiana ed un lavoro che ben presto lo catapulterà dalle aule giudiziarie del profondo sud degli States alla tentacolare New York, questo avverrà dopo che Lomax avrà fatto una scelta che cambierà per sempre la sua vita.

Dopo aver deciso di distruggere una vittima in tribunale a favore del suo sordido cliente pedofilo, a Lomax arriverà un invito ad associarsi ad uno dei più grandi studi legali americani al cui vertice troneggia il carismatico John Milton (Al Pacino), che adocchiato il purosangue da aula giudiziaria lo recluterà permettendogli un’agile e repentina scalata tra i soci anziani dello studio.

Quello che Lomax non sa è che Milton in realtà è il diavolo fatta persona, e non stiamo parlando di un luciferino squalo d’avvocato, ma proprio di Satana che si scoprirà avere un legame di sangue con il giovane avvocato, destinato a procreare l’anticristo e a governare su una Terra sempre più vicina alla bocca dell’inferno.

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Don Camillo, recensione

7663956 []1948, in quel di Brescello, ridente pasesino di campagna romagnolo è in atto una piccola guerra tra il parroco don Camillo e il sindaco del paese il sanguigno Peppone.

I due battibeccano in continuazione per una questione di politica e di competenze, mentre il sindaco è un comunista di quelli duri e puri, che guarda di traverso la chiesa e tutti i suoi rappresentanti e simboli come l’idealizzata madre Russia gli ha insegnato, dall’altra parte l’agguerrito don Camillo difende con le unghie e con i denti il suo essere l’ultimo baluardo di difesa contro l’orda di senzadio capeggiata dal suo rivale che vorrebbe ridurlo al silenzio su ogni questione diciamo terrena.

Cosi ogni piccolo problema diventa l’ccasione per i due di lasciarsi in ripicche e dispetti, vedi il battesimo del figlio di Peppone, un movimentato sciopero di mezzadri, o l’amore contrastato di due giovani che vedono i genitori su opposte fazioni, figlio di comunisti lui, figlia di ricchi proprietari terrieri lei.

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Alien, recensione

alien []L’astronave da trasporto Nostromo durante il suo viaggio di ritorno per la Terra, viene attirata sull’inospitale planetoide LV-426 da una misteriosa rischiesta di soccorso. Risvegliato l’equipaggio in sospensione l’astronave atterrerà sul pianeta scoprendo un relitto di fattura aliena, e durante una ricognizione al suo interno, una sorta di coltura di uova xenomorfe infetterà Kane (John Hurt) un membro dell’equipaggio.

Ben presto l’organismo che ha infettato Kane, dopo una velocissima gestazione all’interno del suo corpo, ne uscirà uccidendolo e fuggendo nei meandri della labirintica astronave, e mentre il resto dell’equipaggio sotto il comando del capitano Dallas (Tom Skerritt) cercherà il letale clandestino, l’ufficiale scientifico Ash (Ian Holm) cerca di carpirne struttura e natura biologica.

Nel frattempo la creatura aliena comincerà a crescere in tempi rapidissimi, trasformandosi in un letale predatore che uno ad uno infetterà ed ucciderà l’equipaggio che dopo la morte di Dallas è ora sotto la guida del tenente Ripley (Sigourney Weaver). Ripley  si scontrerà ben presto con Ash e gli ordini della Compagnia, mentre lei intende sterminare l’alieno, la compagnia vuole portare l’organismo sulla Terra per studiarne eventuali applicazioni militari.

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Trappola di cristallo, recensione

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John McClane (Bruce Willis) è un poliziotto di New York in trasferta natalizia in quel di Los Angeles per incontrare la moglie, donna in carriera in un’importante multinazionale giapponese e con cui cerca di ricomporre i pezzi di un matrimonio in crisi.

I dipendenti della multinazionale e la moglie di McClane, si trovano ad un party aziendale organizzato per le festività che si svolge nella sede centrale della società, l’avveniristico grattacielo Nakatomi Plaza. McClane viene prelevato all’aeroporto da una lussuosa limousine e portato al party, dove però nel frattempo la situazione è precipitata con l’incursione di un gruppo di terroristi che si è infiltrato nel grattacielo sequestrando gli occupanti, moglie di McClane compresa.

Scopo del sequestro è trattare con le autorità onde negoziare la liberazione di alcuni prigionieri politici, in realtà il fine ultimo del capo dei sedicenti terroristi europei, Hans Gruber (Alan Rickman), è un caveau dotato di avanzatissimi sistemi di sicurezza, e mentre Gruber guiderà l’assalto al caveau, McClane in solitaria comincerà la sua piccola guerra personale cercando di salvare la moglie e la pelle.

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Don Camilllo e l’onorevole Peppone, recensione

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In un clima agitato dalle elezioni, il sindaco Peppone (Gino Cervi) comunista militante si vuol candidare come deputato, ma gli serve la licenza elementare per poter aspirare al seggio, cosi si preparerà ad un esame che vedrà coinvolto anche Don Camillo (Fernadel), il parroco della cittadina di Brescello che vede il sindaco rosso come fumo negli occhi.

Così continuerà tanto per cambiare il duello tra i due a suon di dispetti ed esilaranti ritorsioni con Peppone che durante la campagna elettorale avrà a che fare con un comizio molto particolare, il ritrovamento di un carro armato e una liason con una compagna, e il sempre più agitato Don Camillo coinvolto in un misterioso furto di pollame e impegnato con le sue consuete chiacchierate con il Cristo.

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L’ultimo imperatore, recensione

last_emperor []Dopo un incipit in cui l’ex-imperatore cinese Aisin Gioro Pu Yi (John Lone) prigioniero del regime comunista in un carcere cinese tenta il suicidio, si torna alle origini del suo impero, agli inizi del novecento tra intrighi di palazzo e scontri a corte per la successione e il piccolo principe Pu Yi che a otto anni varca la soglia della Città proibita, pronto a colmare un vuoto di potere che rischia di trasformarsi in una sanguinosa faiida, incoronato imperatore dei diecimila anni vivrà completamente isolato nel suo palazzo circondato dalla sua corte che approfitterà della sua tenera età per regnare al suo posto.

Con un salto in avanti si torna al 1950, di nuovo in carcere, salvato in extremis, Pu Yi viene messo in cella con il fratello minore e i ricordi prendono di nuovo il sopravvento, stavolta vedremo l’impero cinese collassare, divenire una repubblica e l’imperatore, ormai figura retorica e senza alvun potere, isolarsi sempre più tra le mura della Città proibita ultimo baluardo del suo status reale.

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Intrigo internazionale, recensione

north_by_northwest []Roger thornhill (Cary Grant) un brillante agente pubblicitario fermato per guida in stato di ebrezza, agli agenti racconta una strampalata storia che lo vede vittima di uno scambio di persona, rapito e portato in una lussuosa villa, qui interrogato,  fatto ubriacare,  infilato a forza in un automobile e lanciato a folle velocità onde simularne una morte accidentale.

La polizia naturalmente non crede ad una parola, comunque effettua un superficiale controllo di routine onde evitare eventuali grane, la padrona della villa naturalmente in combutta con i sequestratori liquida senza  sforzo gli agenti che non perdono ulteriore tempo ad approfondire la cosa, visto anche che molti dei particolari descritti da Thornhill non corrispondono.

Dopo essere stato rilasciato l’uomo non si da per vinto e cerca spiegazioni dal padrone della villa, che oltre a non essere lo stesso uomo che lo ha interrogato, viene ucciso davanti ai suoi occhi. Cosi Thornhill si trova braccato dalle autorità per un omicidio che non ha commesso e durante una fuga in treno viene salvato in extremis dalla bella Eva Kendall (Eve Marie Saint) che non solo lo aiuta, ma sembra credere alla sua innocenza.

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L’esorcista, un cult da incubo

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Il capolavoro horror di sempre, questo è quello che molti sostengono ed è quello che si percepisce tutt’oggi guardando L’esorcista, per il sottoscritto un vero spauracchio infantile, per alcune classifiche ufficiali il miglior film horror di tutti i tempi davanti a cult come Shining e Alien.

Il regista William Friedkin scava velle paure più ataviche che la religione e la sua connotazione più inquietante risveglia in molti, è lo fa utilizzando un efficace repertorio di effetti speciali uniti ad una colonna sonora ormai storica, inquietante mix da pelle d’oca che collabora a catapultare lo spettatore in un incubo da cui è difficile uscire indenni.

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