Il dottor Zivago, recensione

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Nella Russia zarista il giovane studente in medicina Yuri Zivago (Omar Sharif) sposata la cugina Tonya (Geraldine Chaplin) cresciuta con lui, incontrerà e si innamorerà di Lara Antipova (Julie Christie) ragazza di umili origini. Zivago la rincontrerà qualche tempo dopo in drammatiche circostanze aiutandola ad evitare la prigione dopo che Lara spara ed uccide l’amante della madre che l’ha sedotta e umiliata.

Le strade dei due torneranno ad incrociarsi allo scoppio della prima guerra mondiale al fronte, dove Lara è impegnata come crocerossina e nel frattempo si è sposata con un rivoluzionario, nuovamente separati Zivago farà ritorno a Mosca dove sarà costretto, famiglia al seguito, a lasciare la città in preda ai tumulti della rivoluzione bolscevica per rifugiarsi in un isolato vilaggio.

L’uomo ben presto scoprirà che a poca distanza dalla sua tenuta vive anche Lara, stavolta i due non resisteranno alla passione e diverranno amanti sino alla cattura di Zivago per mano dell’Armata rossa, i due torneranno insieme tempo dopo, e in un ultimo struggente addio si lasceranno ancora un’ultima volta per non incontrarsi mai più, anche se una figlia resterà a testimoniare la forza della loro travolgente storia d’amore.

Un kolossal con l’anima, questo è Il dottor Zivago, monumentale e coinvolgente trasposizione per il grande schermo dell’omonimo romanzo del premio Nobel Boris Leonidovic Paternak ad opera del regista inglese David Lean, che nel curriculum sfoggia blasonati classici come Il ponte sul fiume Kwai e lo splendido Lawrence d’Arabia.

Un effluvio di riconoscimenti e primati per questo melò in costume, oltre ad un budget di cinque milioni di dollari sfruttato al meglio per una suggestiva ricostruzione tra costumi e location, Il dottor Zivago vinse all’epoca 5 premi Oscar, 5 Golden Globe e 3 David di Donatello, nonchè un Grammy per il famoso Tema di lara composto da Maurice Jarre.

Un amore sofferto e travolgente immerso in una suggsetiva ricostruzione storica, narrato da due memorabili interpreti ed un regista capace di miscelare con dovizia spettacolo, inatrattenimento e contenuti, insomma un classico senza tempo che è sempre un piacere riscoprire, e che a oltre quarant’anni dalla sua uscita nelle sale non ha perso un grammo del fascino originale.