Star Wars-Guerre Stellari, recensione

La principessa Leila (Carrie Fisher) durante il tragitto per comsegnare all’alleanza ribelle i piani della Morte Nera, gigantesca stazione da battaglia capace di annientare interi pianeti,  viene fatta prigioniera dal famigerato Dart Fener e dalle sue truppe, ma prima di cadere in mani nemiche affida un messaggio ai suoi due droidi di fiducia RD-D2 e C-3PO inviandoli con una navicella di salvataggio sul pianeta Tatooine.

Giunti sul pianeta i due droidi vengono catturati dai Jawas mercanti e contrabbandieri di droidi che li vendono all’agricoltore Owen Lars e al nipote Luke Skywalker (Mark Hamil) aspirante pilota di caccia. Una volta alla fattoria Luke sarà costretto a mettersi in cerca di RD-D2 che obbedendo al volere della principessa Leila è fuggito per consegnare il messaggio al misterioso Obi-Wan Kenobi (Alec Guinness) una sorta di eremita che vive nel deserto.

Scampati ad un assalto di predoni Luke e i due droidi salvati da Kenobi scopriranno che quest’ultimo è un cavaliere Jedi, ordine di combattenti e saggi che veglia sull’equilibrio dell’universo e sulla pace.

Luke scoprirà anche che suo padre Anakin era uno Jedi e che anche in lui scorre potente La Forza, misteriosa energia mistica insita in tutti i i cavalieri Jedi e che fu proprio il Dart Fener che ha rapito la principessa Leila ad uccidere suo padre.

Luke a cui nel frattempo hanno ucciso gli zii, rimasto solo deciderà di intraprendere la via degli Jedi e di partire con Kenobi, ma l’unico modo per lasciare Tatooine sorvegliato dalle truppe di Fener è con l’aiuto di un contrabbandiere di nome Han Solo (Harrison Ford) e della sua astronave Millenium Falcon.

E’ il 22 marzo 1976, il regista George Lucas termina le travagliate riprese del suo Star Wars che oltre a grandissimi ritardi e pressioni dalla spazientita 20th Century Fox gli causarono un esaurimento nervoso che lo vedrà costretto ad un ricovero in ospedale. Pensando a quello che ad oggi ha fruttato la saga fantascientifica più  amata e famosa di sempre, si tende a dimenticare lo scetticismo degli addetti ai lavori che circondò all’epoca la space-opera di Lucas, basti pensare che dopo una prima proiezione di prova, l’unico che diede qualche speranza a Lucas tra i suoi colleghi ed amici dell’epoca fu solo Steven Spielberg.

La genesi del film fu lunga, subì moltissimi rimaneggiamenti, ma alla fine la caparbietà di Lucas ebbe la meglio, quando su schermo apparve per la prima volta l’immenso incrociatore stellare dell’Impero, il cinema di fantascienza non sarebbe stato più lo stesso, battaglie tra caccia stellari ispirate ai combattimenti aerei dei film di guerra, un copione che miscelava misticismo, mitologia e racconti di cappa e spada, con l’aggiunta di una parte tecnologica impressionante con gigantesche miniature dettagliatisssime riprese in maniera innovativa.

Lucas miscela in maniera davvero intrigante tecnologia di ultima generazione con suggestioni alla Flash Gordon, mantenendo integro un look squisitamente vintage che dona alla trilogia un’atmosfera da film d’avventura, atmosfera che ingloba in se anche un pò di vecchia Hollywood con reminiscenze di eroi da cappa e spada come Errol Flinn e Douglas Fairbanks.

Si sono scritti fiumi di parole sul successo di questo vero e proprio capolavoro che ha accompagnato la crescita e nutrito la fantasia di intere generazioni di filmakers e appassionati di fantascienza, un cult indiscusso che insieme allo Star Trek di Gene Roddenberry ha stabilito un imprescindibile punto di riferimento per la fantascienza da grande schermo.