Tu la conosci Claudia?, recensione

282220 []La bella e insodifatta Claudia (Paola Cortellesi) vive un disagio con il tran tran quotidiano e un menage coniugale con il marito Giovanni (Giovanni Storti) che non le dà più gli stimoli di una volta, ad aiutarla un pò di terapia e qualche nuova amicizia.

Ancora innamorata del sempre più sedentario marito Claudia finirà per essere coinvolta in una girandola di equivoci che la condurranno   inconsapevolmente nelle vite di Aldo (Aldo Baglio) e Giacomo (Giacomo Poretti), il primo esilarante e vitale tassista esperto in biografie di piazze e vie cittadine, sempre pronto alla conquista sentimentale, l’altro un novizio single ancora non pronto alla vita in solitaria e appena mollato dalla moglie con l’accusa di essere affetto da un’incurabile sindrome cronica da Peter Pan.

Dopo un prologo narrato dalla stessa Claudia intraprenderemo un viaggio che condurrà i nostri tre amici per caso a scoprire come la realtà, le coincidenze e il destino a volte complottino per cambiare il corso di una vita.

Aldo, Giovanni e Giacomo tornano, dopo la deviazione comico-cinefila de La leggenda di Al, John e Jack, alle atmosfere surreali che gli sono più consone per  utilizzare in questo caso una bravissima ed intensa Paolo Cortellesi, un talento eclettico di quelli veramente sorprendenti.

Si prova a tornare alle atmosfere e alle suggestioni di Chiedimi se sono felice, e in parte il trio riesce nell’intento, purtroppo il film non sempre funziona, durante la visone si ha la sensazione che lo script abbia delle vistose defiance, i tre attori comunque sfruttano un alchimia coltivata negli anni unita ad una leggerezza e ad uno humour che rappresentano una boccata d’aria fresca rispetto alla deriva greve presa dalla commedia italiana degli ultimi anni.

Tu la conosci Claudia? rimane un’operazione riuscita a metà e anche il segnale di un’evidente crisi creativa in lento divenire che porterà il trio di nuovo a calcare il palcoscenico con Anplagghed, e poi ancora sul grande schermo in piena involuzione con le atmosfere poco incisive e dal sapore teatral-televisivo del recente Il cosmo sul comò.

Il film rimane comunque superiore a molti indigesti cinepattoni propinatici durante il periodo natalizio, il trio rimane una sicurezza per contenuti, intrattenimeto e spessore, in questa particolare occasione aggiungiamoci anche una bravissima co-protagonista ironica e intensa, e ci troviamo di fronte ad un’ottima alternativa al solito frullatone televisivo e al pecoreccio menù fisso da cenone cine-natalizio.