The Karate Kid-La leggenda continua, recensione in anteprima

Dre Parker (Jaden Smith) e sua madre Sherry (Taraji P. Henson) abbandonano Detroit e gli States alla volta della Cina dove sembra che ci siano opportunità di lavoro e la possibilità di iniziare una nuova vita, purtroppo se già per un adolescente medio è un problema cambiare città e scuola, figuriamoci sradicarlo dal suo paese natio e metterlo di fronte ad una nuova nazione con tanto di usi e lingua indecifrabili.

Dren scoprirà da subito gioie e dolori della sua nuova casa, se da una parte troverà da subito un amico e conoscerà la graziosa violinista Mei Ying, dall’altra visto che il bullismo non ha latitudine verrà fatto oggetto di prepotenze da un gruppetto di teppisti locali esperti di kung-fu.

Dopo l’ennesimo sopruso stanco di aver paura Dren decide di farla pagare ai suoi aguzzini in erba, ma la ribellione potrebbe costargli una lunga permanenza in ospedale se non fosse per il provvidenziale intervento di Mr. Han (Jackie Chan), scorbutico factotum del palazzo dove abitano Dren e sua madre, che darà ai bulletti una lezione di Kung fu e curerà con la miracolosa medicina tradizionale cinese gli acciacchi del riconoscente ragazzino.

Dren però dovrà affrontare le sue paure a viso aperto per non dover continuare a vivere nel terrore e ad aiutarlo ci sarà Mr. Han che oltre ad insegnarli l’arte del combattimento a mani nude, lo proporrà come sfidante ad un torneo di Kung fu dove è iscritta anche la marmaglia che si è divertita a pestarlo.

Affidato al regista norvegese Harald Zwart, all’attivo il sequel La pantera rosa 2 con Steve Martin, l’arduo compito di rendere di nuovo appetibile la serie The Karate Kid dopo tre film con l’accoppiata Noryiuki Pat Morita/Ralph Macchio e un quarto capitolo al femminile, con protagonista una giovanissima Hilary Swank reduce dal suo debutto nella horror-comedy Buffy-L’ammazzavampiri.

Zwart è un regista dall’occhio allenato, non un virtuoso, ma un buon narratore di storie infatti The Karate Kid-La leggenda continua visivamente funziona a dovere e riesce a miscelare ciò che c’era di buono nei primi tre capitoli della serie, con l’aggiunta delle arti marziali nella loro forma più spettacolare e coreografica, che diciamolo pure nel film originale era alquanto latitante.

In realtà il regista John G Avildsen nel 1985 con il suo Karate Kid-Per vincere domani non fece altro che confezionare un Rocky per adolescenti, il primo grande successo di Stallone porta infatti la sua firma, un racconto di formazione che utilizzava arti marziali per tutti, l’edificante formato family-movie, tema musicale ammiccante e sequenze d’allenamento seguite da immancabile vittoria e riscatto finali, tutto da manuale.

The Karate Kid-L’avventura continua fa di meglio, unisce le difficoltà adolescenziali del primo film amplificandole con un’ambientazione esotica come accadeva nel secondo capitolo della serie originale, ringiovanisce i protagonisti reclutando  una giovane promessa come Jaden Smith che si dimostra all’altezza, Macchio non era certo uno spettacolo di destrezza, a cui viene affiancato Jackie Chan nel ruolo che fu di Morita e che Chan non scimmiotta e rispetta appieno, con l’aggiunta di una reale conoscenza delle arti marziali che ne aumenta notevolmente la credibilità.

The Karate Kid-L’avventura continua riesce facilmente nell’intento di eguagliare il suo predecessore anche perchè il film originale non andava oltre un certo valore come pellicola, anche se molti di noi sono cresciuti con Togli la cera…metti la cera. Unico neo dell’operazione il titolo scelto per il film, rispettando appieno lo  spirito della globalizzazione e capendo qualsivoglia intento commerciale, mischiando Karate e Kung fu si rischia il sacrilegio.

Note di produzione: Jaden Smith è il figlio degli attori Will e Jada Pinkett-Smith, Noryuki Pat Morita per la serie originale si guadagnò una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista con il primo film e una come peggior non protagonista ai Razzie Awards per il terzo. La serie subì una imbarazzante versione tarocca made in Italy dal titolo Il ragazzo dal kimono d’oro, cinque sequel e un solo merito, aver fatto debuttare il talentuoso Kim Rossi Stuart.