Seven, recensione

Al detective R. William Somersen (Morgan Freeman), veterano del dipartimento di polizia di New York prossimo alla pensione, viene affiancato il giovane collega David Mills (Brad Pitt). I due si ritrovano ad indagare su una serie di inquietanti omicidi a sfondo religioso, in cui un serial-killer decide di mettere in scena, con l’ausilio di vittime scelte ad hoc, i sette peccati capitali (Superbia, Avarizia, Lussuria, Invidia, Gola, Ira, Accidia). Le indagini porteranno i due detective sulle tracce di un sospetto (Kevin Spacey) che però sembrerà imprendibile, sino a quando egli stesso non deciderà di porre fine alla sua fuga e portare a termine un piano ordito nei minimi dettagli in cui sia Mills che Somersen si troveranno coinvolti in veste di ignare pedine.

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Zodiac, recensione

Stati Uniti 14 aprile 1969, una seconda coppia viene aggredita da quella che sembra la medesima mano di un serial-killer in evoluzione, la donna sopravvive, mentre l’uomo muore per le ferite riportate. Un mese dopo l’aggressione presso la redazione del San Francisco Chronicle, dove lavorano il giornalista di cronaca nera Paul Avery (Robert Downey, Jr.) e il vignettista politico Robert Graysmith (Jake Gyllenhaal), arriva la prima di una serie di missive crittografate che riporta alcuni dettagli sugli omicidi seriali perpetrati negli ultimi mesi, ma vista la natura ambigua delle lettere, la redazione del giornale le archivierà  come opera di un mitomane.

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The Social Network, recensione in anteprima

Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg), studente universitario di Harvard è quello che si può definire un lucroso mix di genio creativo ed eccentricità, una sera grazie ad un litigio con la sua ragazza stufa del suo carattere egocentrico crea un programma informatico dove poter votare con un semplice clic le ragazze di tutto il campus universitario, violando e mandando in crash il server dell’università con il risultato di incorrere in una sazione disciplinare.

Quello che più colpisce i gemelli Cameron e Tyler Winklevoss, campioni di canotaggio e figli di papà, del lavoro di Zuckerberg non è tanto l’aver scritto un codice di programmazione in una sola notte, ma la potenzialità dei contatti ricevuti, potenzialità che vorrebbero applicare ad un loro progetto, il dominio Harvardconnection, così ingaggiano Zuckerberg affinchè scriva il codice per loro il sito.

Mentre accetta la proposta Zuckerberg ha un’intuizione, gli accadimenti di quella notte, più la proposta dei fratelli Winklevoss innescano un’idea tanto semplice nella sua applicazione quanto straordinaria per quello che sarà capace di scatenare all’interno del web, nasce cosi la prima versione del moderno Facebook, il social network più popolare e visitato di internet, trasformando la società nel frattempo costituita da Zuckerberg e due suoi compagni di corso, in un azienda da 25 miliardi di dollari e il suo fondatore nel più giovane miliardario della storia, ma gli Winklevoss non ci stanno e gli faranno causa per furto di proprietà intellettuale.

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10 serial killer al cinema

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Eccoci pronti a stilare una nuova classifica, stavolta tratteremo di assassini seriali o serial-killer che dir si voglia, incubi reali partoriti dalla psiche umana, moderni e sin troppo realistici boogeymen senza tempo.

Nasce così l’omicida seriale in celluloide, molte volte ibrido deforme di diversi mostri da cronaca nera, che siano cannibali, stupratori o pedofili tutti hanno la loro controparte da grande schermo, allegoriche icone da incubo che servono a metabolizzare l’orrore, a rendere la paura più sopportabile grazie all’esperienza catartica da grande schermo, che genera incubi che qualche volta, purtroppo sopravvivono ai titoli di coda sconfinando nel mondo reale.

Dopo il salto la classifica, esclusi dalla top ten serial-killer di natura sovrannaturale, quindi ovviamente non troverete il veterano Freddy Krueger tra i citati, mentre un paio di menzioni d’onore all’Aleen di Charlize Theron in Monster e al Killer dello zodiaco di David Fincher, entrambi non assimilabili ad icone in celluloide per la loro connotazione di ricercato realismo, che ben poco ha a che fare con il carisma dei villain da grande schermo.

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Le uscite DVD e Blu-ray di dicembre

8010312085840 []Natale è alle porte, quindi anche la consueta rubrica mensile di uscite DVD e Blu-ray si adegua al clima festivo e si amplia, inaugurando la nuova rubrica Consigli per gli acquisti per alcune idee-regalo davvero speciali, e torna la nostra consueta Top Five del mese, cinque titoli consigliati da Il Cinemaniaco.

Naturalmente non poteva mancare l’angolo del Blu-ray. per Natale tre riedizioni di grandi classici per un regalo che non deluderà gli appassionati dell’alta definizione e del buon cinema. e per concludere in coda al post le uscite che durante il mese occuperanno gli scaffali e le vetrine delle nostre videoteche di fiducia.

Dopo il salto le uscite più interessanti di dicembre e i titoli da tenere d’occhio per qualche strenna natalizia.

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Un amore all’improvviso, recensione

la-locandina-italiana-di-un-amore-all-improvviso-130287 []Se pensavate che l’amore tra Demi Moore e Patrick Swayze in Ghost fosse la massima espressione d’amore sovrannaturale aspettate di vedere all’opera la coppia di Un’amore all’improvviso, lei graziosa artista ed ereditiera che si innamora di un uomo che incontra a soli sei anni, che le racconta di arrivare dal futuro e che lei attende per una vita, lui fascinoso bibliotecario che dopo un incidente stradale scopre di avere un disordine genetico che sotto stress lo catapulta involontariamente in repentini viaggi temporali.

Henry e Claire (Eric Bana e Rachel McAdams) si ameranno a prescindere, lei accetterà la condizione del suo partner che funziona come la Narcolessia, solo che invece del sonno improvviso e repentino qui si sparisce tra le pieghe del tempo per indefiniti periodi, lui dopo molti conflitti interiori capirà che lei è l’unica che possa mai amarlo incondizionatamente.

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Frasi da cinema, Seven

Il detective Somerset (Morgan Freeman) e il suo partner David Mills (Brad Pitt) sono in auto con il serial killer John Doe (Kevin Spacey), lo stesso Doe ha richiesto che siano i due detective a cui si è consegnato a scortarlo.

Somerset è inquieto, sa che Doe sta tramando qualcosa, è un pianificatore e un predatore seriale, quindi approfitta della sua momentanea esaltazione dovuta all’attenzione dei media per spingerlo a parlare.

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Anamorph: recensione

locandina1Il detective Stan Aubrey (Willem Dafoe) è un ottimo investigatore, certo la sua personalità è minata da tutta una serie di piccoli tic e manie che nel corso degli anni si sono accentuate grazie al suo lavoro, lavoro che lo vede confrontarsi quotidianamente con morte, cadaveri e perversioni varie, il che fa capire anche una sua certa inclinazione per la bottiglia, ma come non capirne le profonde motivazioni?

Ecco che un bel giorno nella vita di Aubrey rifà capolino un vecchio caso, sembra che in città sia arrivato un emulatore del vecchio Zio Eddie, uno psicopatico con velleità artistiche arrestato anni prima, un serial killer che creava sculture con pezzi di cadaveri e poi con una tecnica particolare che sfruttava la prospettiva forzata, mostrava allo spettatore di turno devianti e mostruose opere d’arte.

Con l’aiuto del giovane collega Carl Uffner (Scott Speedman), Aubrey cercherà di esplorare la mente dell’omicida, studiandone la creatività deviata, cercando di capirne azioni e motivazioni, mentre il mostruoso artista aumenterà la sua creatività con l’aumentare delle vittime…

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Debito di sangue: recensione

Il detective dell’FBI Terry McCaleb (Clint Eastwood) è sulle tracce di un omicida seriale soprannominato Il killer dei numeri, l’uomo dopo ogni omicidio dissemina tracce numeriche sulla scene del crimine sfidando le autorità e giocando con McCaleb ad una sorta di sfida intellettuale a colpi di cadaveri.

Dopo l’ennesimo omicidio la quasi cattura del sospetto, McCaleb intarprende un inseguimento a piedi, ma non essendo più un ragazzino riesce solo a ferire l’omicida colpendolo alla schiena e a guadagnare una scarpa dell’assassino come prova, in cambio purtroppo il cuore lo tradisce e un infarto quasi lo stronca. McCaleb si salva, ma il tempo delle indagini è giunto al termine.

Sono passati due anni dall’infarto e due mesi dal trapianto di cuore che ha permesso all’ex-detective ormai in pensione di poter continuare a vivere, un bel giorno un’affascinante ragazza messicana Graciella Rivers (Wanda de Jesus) l’avvicina e gli chiede di dare un’occhiata alle indagini che la polizia sta effettuando riguardo all’omicidio della sorella.

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Cinema e violenza: tra cult, horror e religione

Per determinare quale siano i film più violenti della storia del cinema dovremmo prima di tutto suddividere il discorso in categorie ben differenziate onde evitare una sequela di titoli horror che hanno nella violenza una parte narrativamente preminente e vitale, mentre invece esistono film che potremmo ritenere violenti sotto altri aspetti, violenti a livello psicologico che determinano una reazione emotiva di sdegno che esula dalla riproduzione dell’atto violento in sè, ma condanna il concetto ed il messaggio trasmesso dalla pellicola in questione.

Cannibali & zombie:

Sicuramente il film più censurato di sempre, su cui si è costruita una vera e propria leggenda metriopolitana da snuff-movie è Cannibal Holocaust del nostrano Ruggero Deodato, stilisticamente impeccabile, mostra truculente violenze fisiche su uomini ed animali che sconvolgono per crudezza e che ancora oggi rimangono insuperate per realismo ed efferatezza.

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Brad Pitt: il curioso caso di William Bradley Pitt

Come il collega Johnny Deep, Brad Pitt non si è lasciato travolgere da effimere classifiche del più sexy o da copioni alla non sa recitare però che fico, si è più volte impegnato in ruoli rischiosi al limite della caricatura ma ne è quasi sempre uscito dignitosamente e superato il delicato punto di non ritorno, che separa il divismo dalla recitazione pura, ha cominciato a costruirsi un’identità d’attore e una tecnica immersiva propria e personale, che lo ha fatto crescere professionalmente ed artisticamente, superando la massiccia sovraesposizione mediatica denominata Brangelie effect, effetto collaterale della sua unione con la volitiva e altrettanto talentuosa Angelina Jolie.

William Bradley Pitt nasce nella cittadina di Shawnee in Oklahoma (USA) il 18 Dicembre 1963, padre dirigente in una ditta di trasporti, madre consulente liceale, cresciuto nel Missouri Brad, dopo il diploma, si iscrive all’università per poi lasciarla per seguire dei corsi di recitazione.

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David Fincher: l’esteta del male

David fincher è un regista che come i fratelli Ridley e Tony Scott, Michael Mann, ed altri colleghi provenienti dal mondo dei videoclip, ha uno sguardo particolare ed una visione che poco ha a che fare con un certo cinema d’autore che tralascia il contesto  estetico e dell’immagine per puntare tutta l’attenzione sulla recitazione, il cinema di Fincher è più incentrato su una visione fisica della pellicola, una lettura visiva che utilizza la fotografia, l’illuminazione e gli effetti visivi per affrescare ogni scena e  per curare maniacalmente ogni singola inquadratura, meticolosità figlia di spazi e tempi  estremamente ridotti e condensati tipici del mondo della pubblicità e dei videoclip musicali, che dà al lavoro di Fincher un’impronta visiva ben riconoscibile, un peculiare look, il suo Seven ne è un esempio, dark, gotico, ed estremamente inquietante.

Fincher è un cineasta originario di Denver (USA) classe 1962, il suo esordio nel mondo del cinema è nella società di effetti speciali Industrial Light and Magic dI George Lucas, il futuro regista si occupa degli effetti visivi de Il ritorno dello Jedi (1983), ed Indiana Jones e il tempio maledetto (1987), una gavetta coi fiocchi.

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