Sahara: recensione

Prologo: Virginia 1895, durante una cruenta battaglia un gruppo di soldati carica alcune casse piene di monete d’oro su una nave corazzata e tra proiettili e salve di cannone l’imbarcazione si allontana lungo un fiume allontanandosi dal campo di battaglia.

Presente: Nigeria, città di Lagos. In un ospedale Eva Rojas (Penelope Cruz) ed un altro medico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità assistono un giovane africano in fin di vita, è l’ennesimo caso virale nel giro di pochi giorni, probabile focolaio dell’epidemia il Mali dove il ragazzo aveva soggiornato con il padre qualche giorno prima del ricovero.

Eva raggiunge un faro dove lavora il padre del ragazzo malato, intenzionata ad effettuare un prelievo di sangue, ma l’uomo è già morto e la dottoressa viene assalita da due uomini, sembrano intenzionati ad ucciderla, ma Dirk Pitt (Matthew Mconaughey), vista la scena dalla sua barca, interviene salvando la donna ed eliminando gli aggressori.

Eva che aveva perso conoscenza si sveglia su un’imbarcazione, a bordo si stanno effettuando le operazioni di recupero di un sarcofago di inestimabile valore. Eva fa la conoscenza di Al Giordino (Steve Zahn) e di James Sandecker (William H. Macy) compagni d’avventura e soci del cacciatore di tesori Dirk Pitt.

Una moneta ritrovata, che sembra far parte del prezioso carico visto nel prologo dell’avventura, porterà tutto il gruppo, dottoressa compresa, in una avventurosa caccia al tesoro che prevede il recupero di una nave confederata carica di monete d’oro che riuscita ad attraversare l’Oceano Atlantico e giunta in Africa è scomparsa nel nulla, ma c’è anche il losco imprenditore francese Yves Massarde (Lambert Wilson)  sulle tracce del tesoro e userà ogni mezzo per impadronirsene.

Sahara, film tratto da un romanzo di Clive Cussler, l’autore ha molto criticato la sceneggiatura che effettivamente si discosta notevolmente dall’omonimo libro, è un discreto prodotto d’intrattenimento che cerca di riesumare un genere, l’avventura di stampo classico, alla Indiana Jones per intenderci, non avendo però un protagonista abbastanza carismatico per sorreggere l’intera operazione.

Matthew McConaughey ed il regista Breck Eisner vorrebbero, senza minimamente riuscirci, dare l’idea di un un mix tra Indy e James Bond, ma Eisner ha proprio l’impronta tipicamente televisiva che danneggia ulteriormente una sceneggiatuara che mette tanta carne al fuoco condendola con bellissime location, una love-story funzionale, cattivi da manuale, tesori e tradimenti vari che alla fine dei conti rimane fredda e senza l’emozione che la distinguerebbe da uno svolgimento palesemente scolastico.

Parliamoci chiaro Sahara non è un filmaccio, gli manca il cuore da B-movie, l’aria da fumetto d’epoca di Indiana Jones e un protagonista efficace e autoironico come il Brendan Fraser de La Mummia. Gli manca il cuore insomma, il genere a cui il film si ispira o vorrebbe ispirarsi è al cointempo semplice ed irto di osatcoli, girare un film d’avventura come un prodotto televisivo in versione deluxe ne distrugge l’anima e ne tira fuori il lato peggiore. Sahara è a tratti sicuramente divertente, ma sinceramente rimane un film poco memorabile, trucco e parrucco a parte s’intende.