L’India sbarca a Cannes

Bollywood compie cento anni e i suoi maggiori rappresentanti cinematografici sono stati invitati nella Croisette.

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Buon compleanno Bollywood! Cento anni a non sentirli, direbbe qualcuno. Il cinema indiano festeggia l’importantissima data al Festival di Cannes, in occasione dell’edizione numero sessantasei.

La cinematografia indiana sarà celebrata a dovere, mediante la distribuzione di Bombay Talkies: una serie di quattro cortometraggi commemorativi firmati da altrettanti registi di rilievo.

Il cinema indiano ha i suoi natali a Bombay. Tutto nasce un secolo fa, a maggio, tramite un film epico dedicato ad una divinità Hindu, e proprio al pari degli spettacoli teatrali nell’antica Grecia, anche il cinema di Bollywood non contemplava la recitazione delle donne e i ruoli femminili erano interpretati solo da uomini travestiti.

Tuttavia, è stata data sempre molta importanza alla tradizione popolare, ai vestiti e alle musiche, punti a vantaggio di un cinema che si è arricchito ulteriormente con l’arrivo del suono sul grande schermo.

L’India ha interpretato a proprio modo l’esplosione dell’industria cinematografica, restando al passo con l’idea che la settima arte dovesse assomigliare sempre più ad una catena di montaggio. Un’idea che si tramanda da Hollywoord a Bollywood. Così a Bombay e dintorni oggi sono prodotti 1.500 film l’anno. Le cifre, gli incassi, sono neanche a dirlo sempre in crescendo.

“Sirene Hollywoodiane”

Naturalmente, in America lo sanno e cercano di approfittare dello splendore del cinema indiano. Fox e Disney, fiutando l’affare e considerando l’enorme bacino di utenza rappresentato dal popolo indiano, sono pronte ad incentivare la nascita di uno starsystem, ma anche a contribuire alla brutta tendenza di creare trame troppo hollywoodiane, poco attente alla complessità e ai drammi dell’India e alla sensibilità di una classe media sempre più istruita, come spiega il regista Mahesh Bhatt.

Per il momento, però, è soprattutto il tempo di festeggiare, in Croisette, a Cannes.