B-cult, Venerdì 13

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Oggi per i B-cult vi proponiamo di rispolverare un classico anni’80, Venerdì 13, uno slasher-movie che sulla scia dell’Halloween di Carpenter cavalcò l’onda di un filone in evoluzione, e non solo riuscì a farsi distribuire da una grande major, ma figliò ben nove sequel, uno spin-off e il recente remake prodotto da Michael Bay.

Il regista e produttore Sean S. Cunningham fiutò l’affare, su questo non vi è dubbio, già collaboratore di Wes Craven si rese conto del potenziale e dell’appeal  di questo nuovo filone thriller/horror che faceva della suspence e dell’omicidio coreografico un tratto distintivo.

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Cunningham affidò i fantasiosi omicidi al mago del make-up Tom Savini che suggerì anche il finale shock con la fugace apparizione del defome Jason Voorhees che durante il film non appare mai, essendo la vendicativa madre l’autrice del massacro.

La storia racconta di un assassino che si aggira tra i boschi di Cristal Lake, campeggio luogo di una tragedia avvenuta molti anni prima, in cui un ragazzino morì affogato. Sono passati vent’anni dall’incidente e il campeggio sta per riaprire i battenti, così l’assassino in questione tornerà nuovamente a far sentire il suo dissenso a suon di cadaveri.

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In questo primo capitolo Jason non compare se non alla fine del film, mentre nel secondo capitolo diventa protagonista con un sacco di liuta sulla testa a coprirne il volto deforme, sarà solo dal terzo capitolo che Jason indosserà la caratteristica maschera da hockey che lo trasformerà in un’icona horror.

Venerdì 13  fu diretto dallo stesso Cunningham, scritto da Victor Miller, sino ad allora sceneggiatore di soap opera e musicato da Harry Manfredini che compose il celebre tema musicale che diventerà un altro marchio di fabbrica della serie, un’ultima curiosità nel cast anche un giovanissimo Kevin Bacon.