B-cult: Deliria

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1987, l’attore e aiuto-regista Michele Soavi esordisce alla regia, e lo fa con Deliria, un’intrigante slasher low-budget ricco di gore, in cui alcuni attori vengono rinchiusi in un teatro e massacrati uno ad uno da un killer psicopatico con tanto di inquietante maschera di scena.

Niente di particolarmente originale, visto il genere di riferimento aspettarselo sarebbe da ingenui, a parte il look del serial-killer, un’ambientazione claustrofobica e ansiogena ed una regia attenta ai particolari e mai distratta, al completo servizio dello spettatore e non priva di una certa ricercatezza.

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Anche in Deliria non mancano i difetti tipici el cinema di genere dell’epoca, su tutti una recitazione non all’altezza di una messinscena decisamente azzeccata, comunque l’esperienza maturata da Soavi sui set condivisi con registi del calibro di Dario Argento e Lucio Fulci ha dato i suoi frutti.

Il resto è un palese istinto per il genere che il regista ha sempre ampiamente dimostrato anche nelle successive opere, intriganti e visivamente affascinati anche se irrimediabilmente imperfette, come La Chiesa e La Setta.

Da rivalutare perchè: per riscoprire un piccolo a ansiogeno film ricco di atmosfera e dalla intrigante e claustrofobica location.