Paranormal Xperience 3D, recensione

Angela (Amaia Salamanca) è una studentessa di psicologia molto ambiziosa che sembra non aver paura di nulla, Diana (Alba Ribas) sua sorella è invece molto emotiva e a causa di un trauma infantile estremamente empatica. Le due ragazze, così diverse caratterialmente hanno però qualcosa in comune: non sembrano amarsi molto. Angela, pressata dall’eccentrico professore universitario dottor Fuentes (Miguel Anger Jenner), deciderà di realizzare una ricerca studiando una serie di presunte attività paranormali che si sarebbero manifestate in un villaggio abbandonato di minatori chiamato Sussurro, che come ogni città fantasma che si rispetti ha la sua leggenda: un sadico serial-killer ormai defunto, noto come il Dr. Matarga (Manuel De Blas) in tempi remoti ha giocato all’Allegro chirurgo con i suoi concittadini finendo giustiziato a furor di popolo. Alla scettica, ma determinata Angela si uniranno i compagni di studi Carlos (Luis Fernandez), Belén (Ursula Corbero) e Jose (Maxi Iglesias), ma visto che il gruppo è sprovvisto di un mezzo di trasporto a loro si unirà anche Diana, che fortemente attratta da tutto ciò che vanta un’origine sovrannaturale decide di sfruttare l’occasione per affrontare le sue paure.

Quando il gruppo raggiunge il villaggio ormai abbandonato innescherà, tramite un esperimento di suggestione ipnotica applicato su Diana, un’oscura forza omicida che comincerà ad ucciderli uno ad uno. Così Angela dovrà scoprire se sua sorella Diana è responsabile della serie di omicidi, ma soprattutto se è realmente posseduta dal vendicativo fantasma del Dr. Matarga o se in realtà è solo un’omicida schizofrenica.

Arriva dalla spagna questo slasher ben confezionato, ma poco coraggioso nel mettere in pratica alcuni elementi che definiscono il genere (in casi come questi consigliamo una full-immersion a base di Venerdì 13 e un’occhiata all’esplicativa e oltremodo didattica serie Scream), che in questo caso vengono maldestramente e soprattutto blandamente miscelati in un thriller-horror che punta tutto su un 3D puramente ludico, alla San Valentino di sangue tanto per intenderci e che non riesce a sfruttare al meglio un’intrigante location, una storia da manuale e un cast piuttosto credibile.

Cosa è allora che non funziona nel film dell’esordiente Sergi Vizcaino? Molto semplice l’eccesso di formalità con cui si è approcciato il genere, intendiamoci chi cerca originalità in uno slasher o è piuttosto ingenuo o in alternativa poco ferrato sull’argomento, quello che Vizcaino purtroppo non fa è puntare tutto sulla suggestiva location e sulle evidenti potenzialità del villain mascherato (vedi il Deliria di Michele Soavi) dal promettente background all’insegna della chirurgia creativa che poteva trasformarsi in un nuovo re del torture-porn.

Inoltre Vizcaino non rende le vittime abbastanza fastidiose ed irritanti da far tifare lo spettatore per il pazzo mascherato di turno, pensa troppo al 3D e poco agli effetti di make-up e alle coreografie degli omicidi (vedi la citata saga di Venerdì 13) che a parte un unico momento realmente gore, per il resto non va oltre qualche abbondante zampillo di sangue.

Un vero peccato perchè Paranormal Xperience 3D può vantare una confezione più che dignitosa dal punto di vista della messinscena, ma in operazioni come questa se si manca il bersaglio grosso e si sprecano le potenzialità di un truce villain mascherato, non possono certo bastare un titolo ammiccante e il formato 3D a fare di un film uno slasher degno di questo nome.

Nelle sale a partire dal 30 marzo 2012

Note di produzione: il regista Sergi Vizcaino arriva da una corposa gavetta televisiva ed è al suo debutto su grande schermo, all’attivo per lui anche un cortometraggio comedy (El ultimo). Del cast segnaliamo Luis Fernandez, che ha partecipato al remake spagnolo del nostrano Tre metri sopra il cielo e Alba Ribas, quest’ultima nel cast del biografico Valérie-Diario di una ninfomane.