The Aviator, recensione

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The Aviator ci racconta un Howard Hughes (Leonardo DiCaprio) nel suo periodo d’oro, che coincide con l’epoca di massimo splendore di Hollywood, un mondo che il magnate ama profondamente e in cui investe tempo e denaro rischiando più volte la bancarotta inseguendo il sogno della perllicola perfetta, con i più imponenti e spettacolari combattimenti aerei della storia del cinema, pellicola che poi realizzerà grazie alla sua testardaggine e a un investimento monumentale.

Vedremo anche lo Hughes più mondano con la sua passione per le dive, tra queste Catherine Hepburn (Cate Blanchett), Jean Harlow (Gwen Stefani) e Ava Gardner (Kate Beckinsale),e il lungimirante sognatore in cerca di nuovi record da battere, di progetti impossibili da realizzare in una continua corsa contro il tempo che lo porterà lentamente verso un’ossessione per l’igiene, che ben presto si trasformerà in una patologia che pare avesse profonde radici nella sua infanzia.

In questo periodo Hughes comincerà a mostrare i primi sintomi di questa patologia, la paura di toccare gli altri, il terrore delle malattie, l’isolamento, naturalmente lo stress e il trauma subito dopo un gravissimo incidente in cui quasi perse la vita durante il collaudo di un velivolo sperimentale, non fecero altro che acuire e amplificare le sue fobie latenti.

Martin Scorsese dirige una sontuosa biopic con un Leonardo DiCaprio particolarmente efficace, qui impegnato a dare vita a tutta una serie di tic e nevrosi che mettono a dura prova la sua tecnica, ma il risultato è oltremodo convincente, insomma non che l’attore avesse ancora bisogno di conferme dopo l’ottima performance in Prova a prendermi di Steven Spielberg, ma il suo impegno da al film il vigore giusto per poter attraversare indenni le quasi tre ore di durata della pellicola.

Scorsese abbandona l’istrionismo d’autore per calarsi con efficacia nei panni del narratore a tutto tondo, in The Aviator c’è il sogno americano in carne ed ossa, l’ambizione, un destino segnato e avverso, nonchè la forza motrice dell’anima, i sogni, qui materializzati nella loro forma più suggestiva, la mitica  Hollywood.