La maschera di Zorro, recensione

mask_of_zorro_ver2 []Diego de la Vega (Anthony Hopkins) medita vendetta, sua moglie uccisa, sua figlia adottata dal suo peggior nemico e lui imprigionato. Dopo essere sfuggito ai suoi carcerieri de la Vega non può, perchè ormai  troppo anziano, mettere in atto un piano per far conoscere alla figlia la verità e spodestare la sua nemesi, il dispotico governatore della California Rafael Montero (Stuart Wilson).

Per de la Vega l’attesa però sembra finita quando scoverà un talentuoso ex-ladro dedito all’alcol e alle risse, che se adeguatamente addestrato e ripulito, potrebbe portare a termine il suo piano di vendetta, si tratta di Alejandro Murrieta (Antonio Banderas) anche lui con un conto in sopeso da regolare, l’assassinio di suo fratello da parte di uno scagnozzo di Montero.

Il saggio Zorro dovrà plasmare il suo discepolo a partire dai rozzi modi, per poi portare alla luce la sua anima da eroe e la sua abiltà nella lotta e nella scherma, così dopo un duro e per nulla semplice addestramento de la Vega forgerà il nuovo Zorro e creerà un alias credibile per il suo alievo, che indosserà i panni di un arrogante Don interessato solo all’ozio e al denaro, ma l’amore complicherà un pò le cose, e ben presto il cavaliere mascherato farà innamorare e si innamorerà della bella figlia del suo mentore, la volitiva e bellissima Elena (Catherine Zeta-Jones).

Con La maschera di Zorro il regista Martin Campbell (Fuga da Absolom, 007-Casinò Royale) mette mano ad un vera leggenda che ha accompagnato l’infanzia di intere generazioni di ragazzini, un valoroso eroe molto umano che gli permette di pescare a piene mani nella mitologia supereroistica di sempre,

Campbell cita il mondo dei fumetti e del cinema, trasformando Anthony Hopkins in una sorta di Obi-Wan Kenobi e omaggiando le dinamiche discepolo/allievo che hanno fatto la storia del cinema d’intrattenimento, dal citato cavaliere Jedi con la sua mistica forza, sino al percorso di crescita a base di arti marziali, filosofia orientale e riscatto della trilogia di Karate Kid.

Naturalmente non manca l’insospettabile alter-ego alla Bruce Wayne, il nascondiglio della Volpe (il significato di Zorro in spagnolo) che ha le suggestioni cupe e intriganti della mitica bat-caverna, non dimenticando in ultimo il mito del ladro gentiluomo Robin Hood  e la maschera da sempre simbolo di giustizia e protezione, ormai icona supereroistica per antonomasia.

Il resto lo fanno scene d’azione di pregevole fattura che ammiccanno al cinema avventuroso della vecchia e gloriosa Hollywood di Douglas Fairbanks Sr.ed Errol Flynn con i loro eroi tutta azione e carisma, e tre fascinosi protagonisti che regalano grande appeal sullo schermo, Banderas eroe carismatico ed autoironico, Catherine Zeta-Jones fascinosa e irresistibile, e un Anthony Hopkins sempre all’altezza della situazione e che con la sua esperienza dona al film una marcia in più.