Recensione: 24 ore

Joe Hickey (kevin Bacon) ha deciso che i rapimenti-lampo siano il modo migliore e meno rischioso per guadagnare velocemente evitando di avere alle calcagna sbirri ed FBI. L’idea è di prelevare la vittima dedignata  e terrorizzare a tal punto la famiglia che nel giro di ventiquattro ore pur di riavere indietro il familiare, questi ultimi pagherranno rinunciando ad avvertire la polizia.

Sulla carta tutto sembra funzionare molto bene, così Joe designa la famiglia Jennings come prossimo bersaglio, E con l’aiuto dei suoi complici la moglie Cheryl (Courtney Love) ed il fratello Marvin (Pruitt Taylor Vince) danno il via all’operazione che inizia con il rapimento dellla piccola Abby Jennings (Dakota Fanning).

Ogni membro della banda ha uno specifico compito, Cheryl ad esempio controlla Will Jennings (Stuart Townsend), il capo-famiglia, che si trova a Seattle per lavoro. intanto Joe contatta Karen ed inizia a terrorizzarla, la donna dapprima spaventata, resasi conto della situazione cercherà in tutti i modi di trovare la figlia che rischia la vita perchè affetta da un grave forma di asma.

La sorprendente determinazione di Karen sembra non far desistere Joe, che continua imperterrito nel piano anche quando quest’ultimo sembra avviarsi verso un sicuro fallimento, in realtà l’uomo ha scelto Karen e la sua famiglia non a caso, ma mosso da un desiderio di vendetta…

24 ore del regista Luis Mandoki, suo il poco memorabile Angel eyes, è un thriller di provenienza letteraria di buona fattura, ma che considerando il notevole cast poteva aspirare a qualcosa di più. Certamente tutta la trama funziona, nel senso più convenzionale, c’è l’eroina di turno, un Kevin Bacon sempre bravo nei ruoli da villain, tutto però sembra perdersi in una sorta di percorso obbligato, un problema che affligge molti thriller prodotti in questi ultimi anni.

Già l’avevamo notato in Firewall-accesso negato, qualche tempo fa, anche qui siamo di fronte ad un prodotto dignitoso, ben confezionato, ma senza verve, senza il colpo gobbo che spiazzi, troppi e troppo simili i modelli a cui si ispira questo thriller,  modelli come Minuti contati di  John Badham o Ransom-il riscatto di Ron Howard, non è che 24 ore scopiazzi, ma non rinnova un genere che ormai embra aver detto e dato tutto. comunque il film rimane godibile ed adatto ad una piacevole serata davati alla tv.