Agente 007 Goldeneye, recensione

Russia anni’80 due agenti del servizio segreto britannico si introducono in una base sovietica utilizzata per la costruzione di armi chimiche con lo scopo di distruggerla, la missione riesce, ma purtoppo uno dei dua agenti perderà la vita, l’altro James Bond (Pierce Brosnan) nome in codice 007, dopo una rocambolesca fuga riuscirà a salvarsi.

Dieci anni dopo assistiamo all’incursione da parte di alcuni terroristi in un base siberiana dove si impadroniscono dei codici di attivazione di Goldeneye, satellite capace di rendere inoffensivo qualsiasi sistema informatico, scopo ultimo del furto una vendeta covata per anni e una rapina informatica ai danni del Regno unito.

Bond dopo la consueta convocazione di M (Judi Dench) viene inviato a San Pietroburgo sulle tracce dell’unica superstite all’incursione siberiana, una bella programmatrice che darà a Bond la destinazione finale della missione, una stazione un quel di Cuba abbastanza potente da poter portare a termine l’assalto informatico con Goldeneye.

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The legend of Zorro, recensione

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1850, la California è in tumulto per l’imminente decisione sull’annettersi o no agli Stati Uniti, e proprio mentre si avvicina lo spoglio il truce bandito Jacob McGivens (Nick Chinlund) tenta di sottrarre le schede del referendum, così Zorro (Antonio Banderas) è costretto ad intervenire affinchè le votazioni pervengano al governatore e McGivens venga fermato.

Ne nasce uno spettacolare inseguimento con tanto di duello a fil di spada in cui Zorro perde accidentalmente la sua maschera lasciando per qualche istante il suo volto scoperto, sembrerebbe che nessuno abbia assistito alla scena, in realtà due agenti americani ora sanno che Zorro è Don Alejandro.

Frattanto in casa De La Vega c’è un po di maretta, il piccolo Joaquin (Adrian Alonso) è impegnato tra una marachella e l’altra a idolotrare Zorro e a criticare il padre, mentre la moglie Elena (Catherine Zeta-Jones) costringe il marito a prendere una decisione, lasciare la carriera di eroe e occuparsi della sua famiglia, o perderla per sempre.

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La maschera di Zorro, recensione

mask_of_zorro_ver2 []Diego de la Vega (Anthony Hopkins) medita vendetta, sua moglie uccisa, sua figlia adottata dal suo peggior nemico e lui imprigionato. Dopo essere sfuggito ai suoi carcerieri de la Vega non può, perchè ormai  troppo anziano, mettere in atto un piano per far conoscere alla figlia la verità e spodestare la sua nemesi, il dispotico governatore della California Rafael Montero (Stuart Wilson).

Per de la Vega l’attesa però sembra finita quando scoverà un talentuoso ex-ladro dedito all’alcol e alle risse, che se adeguatamente addestrato e ripulito, potrebbe portare a termine il suo piano di vendetta, si tratta di Alejandro Murrieta (Antonio Banderas) anche lui con un conto in sopeso da regolare, l’assassinio di suo fratello da parte di uno scagnozzo di Montero.

Il saggio Zorro dovrà plasmare il suo discepolo a partire dai rozzi modi, per poi portare alla luce la sua anima da eroe e la sua abiltà nella lotta e nella scherma, così dopo un duro e per nulla semplice addestramento de la Vega forgerà il nuovo Zorro e creerà un alias credibile per il suo alievo, che indosserà i panni di un arrogante Don interessato solo all’ozio e al denaro, ma l’amore complicherà un pò le cose, e ben presto il cavaliere mascherato farà innamorare e si innamorerà della bella figlia del suo mentore, la volitiva e bellissima Elena (Catherine Zeta-Jones).

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Fuga da Absolom, recensione

fuga-da-absolom2022, il marine J.T. Robbins (Ray Liotta) uccide a sangue freddo un suo superiore durante una parata, il gesto è una reazione ad un ordine datogli da quest’ultimo durante una missione, massacrare alcuni civili inermi, Robbins costretto ad ubbidire subisce uno shock e dopo l’omicidio finisce in uno dei più duri carceri di massima sicurezza, il famigerato Leviticus.

La dura disciplina del carcere e le vessazioni delle guardie nei confronti suoi e degli altri detenuti, creano non pochi problemi a Robbins che in svariate occasioni reagisce irritando il direttore del penitenziario che lo spedisce al confino, un’isola-carcere completamente isolata, senza guardie ne regole, e in cui vige la sola legge del più forte.

Due fazioni di detenuti dominano l’isola, i temibili cannibali che vivono nell’interno della giungla, capeggiati dal killer  psicopatico Marek (Stuart Wilson) e i più pacifici abitanti della comune creata dal Padre (Lance Henriksen), leader che professa la pace e l’espiazione. Comunque a Robbins interessano poco i due differenti modo di vivere, in realtà il suo obiettivo primario e fuggire dall’isola.

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