Una moglie per papà: recensione

America, anni ’50, anni in cui il razzismo e l’intolleranza siedono a tavola di famiglie perbene timorate di dio, in questo clima che precede anni di tumulti e una sequela di morti, omicidi e sacrifici umani sull’altare della politica, si svolge la nostra storia.

Molly Singer (Tina Majorino) era una bambina felice aveva un papà premuroso, una mamma che la faceva sentire la cosa più bella e importante del mondo, poi qualcuno o qualcosa ha deciso che il sogno doveva finire, troppa felicità in casa Singer, così la mamma di Molly muore, e il dolore sfonda la porta e si fa strada nei cuori, raggelandone la voglia di vivere.

Manny Singer (Ray Liotta)  è un papà che lavora come compositore di jingle, un lavoro che gli permette una vita più che dignitosa, ma la piccola Molly, che dal momento della morte della madre si è chiusa in un doloroso silenzio, ha bisogno di una figura femminile che si occupi di lei, con cui confidarsi, con cui crescere, così Manny si mette alla ricerca di una governante, ma sembra che le varie candidate selezionate proprio non vadano bene.

Poi non prevista arriva Corrina (Whoopi Goldberg) una donna di colore che riesce col tempo ed una certa discrezione a penetrare nel mondo di Molly e regalargli un pò di quel calore materno che era ormai solo un lontano ricordo, così Molly decide che Corrina sarà la sua mamma e comincia a desiderare che lei e il suo papà si sposino non rendendosi pienamente conto delle difficoltà che il suo desiderio potrebbe creare.

Comunque l’amore non vuole sentir parlare di diversità alcuna e la coppia inaspettatamente si forma, la neonata famiglia Singer è pronta a combattere l’ostracismo e l’intolleranza che presto inevitabilmente invaderà il loro nuovo focolare e cosa più importante Molly ha una nuova mamma da amare e con cui crescere.

Certamente qualcuno potrà storcere il naso per come viene affrontato un tema spinoso come il razzismo che in quegli anni raggiungeva picchi di violenza inauditi, ma preferiamo pensare che non è il veicolo con cui si trasmette un messaggio di tolleranza la cosa più importante, ma il messaggio stesso. Una fidanzata per papà è un prodotto ben confezionato che tocca le corde giuste e commuove per la delicatezza e l’approccio con cui parla di un tema estremamente scomodo.

Quando si concepisce un film per famiglie, e questo lo è, la forma assume un ruole molto importante ed in questo caso tutto è molto bisbigliato, niente eccessi, una Whoopie Goldberg sorprendente e contenuta al servizio di un bel film, che anche se soffre di qualche fisiologica prevedibilità, qualche sconfinamento nello zuccheroso, rimane comunque una riuscita  favola ottimista che per un paio d’ore riesce pienamente nel suo intento, intrattenere con intelligenza.