Transporter Extreme: recensione

transporter-extremeFrank Martin (Jason Statham) è un ex-trasportatore prezzolato, ora autista di una grossa persoanalità della narcotici di Miami, il suo compito è scortare il figlio del pezzo grosso a scuola, un lavoro decisamente tranquillo considerando i trascorsi dell’uomo, tranquillo fino a quando il bambino non viene rapito.

Una grossa arganizzazione terroristica ha deciso di iniettare un pericolosissimo e contagioso virus al bambino così da poter di conseguenza contagiare ed uccidere  anche il padre, prima che quest’ultimo partecipi ad un importante summit anti-droga cui parteciperanno molte nazioni sudamericane pronte a dare un giro di vite al traffico internazionale di stupefacenti. Naturalmente toccherà a Frank sistemare la pratica…

Secondo capitolo di una serie prodotta da Luc Besson, stavolta il regista Cory Yuen viene sostituito dal francese Louis Leterrier, l’azione alla Fast & Furious del primo capitolo diventa fumettosa, si superano i limiti del credibile e si prepara il terreno alla follia di Crank.

Jason Statham fa pienamente il suo dovere, fisico massiccio, mascella volitiva e sguardo a fessura alla Bruce Willis, con l’aggiunta di esplosioni, inseguimenti, sparatorie e tutto il repertorio action che si possa desiderare.

Peccato che manchi un assoluta cura per i personaggi di contorno che oltre ad essere eccessivamente caricati non hanno un minimo di carattere, su tutti l’imbarazzante performance italo-mafiosa del nostro Alessando Gassman.

Tutto è iperaccellerato e superaccessoriato come l’onnipresente autovettura di Statham che vedremo esibirsi in assurde performance acrobatiche da far invidia a alle migliori sequenze di Matrix.

Come al solito, il troppo stroppia e se nel primo film tutto aveva un che di realistico e godibile, qui aumenta il budget e di pari passo l’eccesso, per carità ci si diverte, tutto è abbastanza frenetico, ma un accettabile compromesso, evitando le innumerevoli variazioni stile fratelli Wachowscki, avrebbe reso il tutto decisamente più realistico e di conseguenza più coinvolgente.