Transporter 3, recensione

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Torna Frank Martin (Jason Statham) ex-militare ed esperto pilota di vetture che decide di rifiutare un trasporto speciale da un cliente che reputa non affidabile, così consiglia al mancato datore di lavoro di rivolgersi altrove.

Il professionista che prenderà il posto di Martin si rivelerà non all’altezza del compito, ferito e braccato dalle autorità si rifugerà proprio in casa del collega dove chiederà il suo aiuto, ma l’uomo morirà e Martin scoprirà che il pacco da consegnare è Valentina (Natalya Rudakova), una giovane e misteriosa ragazza.

Il criminale che ha commissionato il lavoro ritiene Martin responsabile della fallita consegna, così costringe quest’ultimo a portare a destinazione Valentina, Accettato suo malgrado il lavoro, Martin sarà costretto ad indossare un braccialetto esplosivo, così a bordo della sua inseparabile Audi riceverà le coordinate della destinazione finale, e avrà il tempo del tragitto per scoprire chi è la misteriosa Valentina, liberarsi del braccialetto, e trovare una soluzione per uscire dal mare di guai in cui si è cacciato.

Luc Besson prosegue la sua prolifica fase produttiva con una delle due serie che il regista francese è riuscito ad imporre sul mercato americano, la prima è Taxxi, la seconda è appunto la serie Transporter, che dopo un ottimo primo capitolo diretto a quattro mani dal Louis Terrier di Danny the Dog e dall’attore e regista cinese Corey Yuen (DOA-Dead or Alive), ed una fracassona trasferta hollywoodiana per un sequel, Transporter Extreme, diretto in solitaria dal solo Terrier, ecco proporci un discreto terzo capitolo ad opera del francese Olivier Megaton.

Il regista Megaton, proveniente come molti talenti della scuderia Besson dal mondo della pubblicità e dei videoclip musicali, riporta il film in un contesto europeo e non solo come location, ma anche come intenti, si abbandonano gli eccessi e il fumettoso formato Crank del secondo capitolo americano, e si punta su uno script decisamente più consono, con intriganti coreografie marziali e l’immancabile sequela di inseguimenti in stile Fast & Furious.

Transporter 3 si rivela una piacevole sorpresa, non privo di qualche sbavatura,  ma deciamente superiore al secondo capitolo. Statham è sempre efficace e si trova perfettamente a suo agio in ruolo creato ad hoc, anche se in questo caso l’attore non può sfoggiare più di tanto l’ironia che ne contraddistingue la recitazione, e che lo ha più volte accomunato al collega Bruce Willis.