Man on fire: recensione

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A Città del Messico le ricche famiglie utilizzano spesso guardie del corpo a causa dell’alto numero di sequestri che ogni anno avvengono ai danni delle famiglie più agiate. Samuel Ramos (Mark Anthony) decide di rivolgersi ai migliori così interpella Paul Rayburn (Christopher Walken) agente della CIA in pensione ora consulente per la sicurezza.

Rayburn consiglia all’uomo John Creasy (Denzel Washington) anch’egli ex-agente della CIA con esperienze di antiterrorismo ed un curriculum impressionante, così Ramos affida a lui sua figlia Pita (Dakota Fanning), ignorando i problemi di depressione ed alcool che affliggono l’uomo.

Creasy all’inizio restio al lavoro accetta e in men che non si a dica si affeziona alla sua piccola cliente con cui passa molto tempo, visto chi i genitori della ragazzina rimangono spesso lontani da casa per lavoro.

Il rapporto tra i due si consolida, Creasy si comporta come uno zio premuroso e Pita sembra apprezzare le attenzioni dell’uomo, poi il sequestro, alcuni poliziotti corrotti collaborano con una gang al rapimento di Pita, Creasy sopraffatto non può  far nulla se non uccidere quattro poliziotti e rimanere gravemente ferito.

Le successive trattative non vanno a buon fine, qualcuno interviene durante il prelievo del riscatto, ed alcuni menbri della banda rimangono uccisi, tra questi il nipote del boss, una telefonata dei sequestratori  comunicherà la morte di Pita ai genitori.

Creasy uscito dall’ospedale comunica a i genitori che troverà ed ucciderà tutti i responsabili della morte della figlia, e con l’aiuto dei suoi vecchi contatti porterà a termine la sua vendetta lasciando dietro di se una lunga scia di cadaveri, Creasy non si fermerà fino a che l’ultimo responsabile non avrà pagato.

Tony scott ci regala un thriller teso e visivamente intrigante come la maggior parte delle sue pellicole, molta cura viene dedicata alla fotografia che è il vero marchio di fabbrica del regista che imprime ad ogni suo film un impronta visiva immediatamente riconoscibile.

Cast strepitoso per una serie di caratterizzazioni ambigue come il mellifluo avvocato interpretato da Mickey Rourke o l’ex-agente CIA di Christopher Walken, la violenza è presente ed esplicita e l’azione lascia spesso spazio alle cupe suggestioni del thriller.

Denzel Washington è perfetto, paterno e al contempo tormentato e inesorabilmente spietato, un ruolo da giustiziere sorprendentemente sfaccettato che l’attore fa suo e sfrutta a dovere ritraendo un anima in pena in perenne cerca di redenzione Da non perdere