The Transporter, recensione

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Se si ha la necessità di consegnare un pacco che presumibilmente contenga materiale scottante, quasi certamente illegale e di cui le autorità non devono neanche sospettare l’esistenza, il trasportatore Frank Martin (Jason Statham) è l’uomo giusto, abile autista, esperto di arti marziali e con un passato militare, Frank segue un rigido codice di condotta per quanto riguarda il suo lavoro.

Le regole sono poche e semplici, una volta stretto un accordo non si torna indietro e non se ne modificano i termini, nessuna domanda sulla natura del trasporto se non la destinazione, mai e poi mai si aprono i pacchi trasportati e cosa più importante mai fare promesse che non si intendono o possono mantenere.

Dopo un movimentato trasporto di alcuni rapinatori, Frank se adeguatamente ricompensato funge anche da autista per rapine, toccherà ad un’ennesima misteriosa consegna che prevede il trasporto di un pacco per conto di  un criminale americano conosciuto come Wall Sreet (Matt Schulze), pacco che una volta aperto, una prima trasgressione alle regole, rivelerà una graziosa ragazza orientale (Shu Qi) legata ed imbavagliata che tenterà la fuga costringendo Frank ad avere uno scontro con la polizia.

L’errore più grande però lo farà lo stesso Wall Sreet che dopo aver ricevuto la ragazza affiderà a Frank l’ulteriore consegna di una valigetta, che però satvolta contiene una bomba che sarebbe servita ad eliminare lo scomodo testimone, bomba che invece distruggerà solo l’amata automobile di Frank che resterà fortunosamente illeso, ne seguirà così una ritorsione che innescherà una mole impressionante di guai per il nostro trasportatore.

Primo capitolo di una trilogia prodotta dal francese Luc Besson, trilogia che dopo due episodi da grande schermo ha recentemente traslocato nel mercato direct-to-video con Trasporter 3, episodio che riporta la serie alle origini dopo la fracassona e fumettosa trasferta hollywoodiana di Transporter Extreme che ha visto il nostro trasportatore riciclarsi in autista/guardia del corpo del figlio di una facoltosa famiglia americana.

Luc Besson, che già con la fortunata serie action-comedy Taxxi giunta al quarto episodio, aveva miscelato automobili e azione, smussa il lato comico e recluta come protagonista Jason Statham, sfornando un rutilante action non privo di ironia, ma con l’aggiunta di massicce dosi di crime e scontri da picchiaduro, che uniti ad inseguimenti mozzafiato, esplosioni, sparatorie e tutto il repertorio da B-movie del caso, risulta nel complesso una ricetta sorprendentemente efficace.

The Transporter vede dietro la macchina da pesa il regista cinese Corey Yuen, nel curriculum l’esordio di Jean-Claude Van Damme Kickboxer-vendetta personale e il sorprendente action-thriller tutto al femminile So Close, supportato per l’occasione da uno dei protetti della scuderia Besson, quel Louis Leterrier che dopo il sequel Transporter Extreme verrà reclutato dai produttori americani per un paio di blockbuster ricchi di effetti speciali e con bufget d’alto profilo, L’incredibile Hulk e Scontro tra Titani.